Circa 1.500 chilometri di costa e 139 porti turistici di diversa dimensione ed importanza rappresentano le dimensioni del turismo nautico siciliano. Nel 2001 l’assessorato regionale al Turismo ha realizzato il primo Piano strategico della portualità turistica, un documento aggiornato nel 2006 con l’individuazione delle infrastrutture portuali esistenti nell’isola e che nel 2008 ha permesso di realizzare un rete di porti turistici in grado di permettere la circumnavigazione dell’isola con una distanza massima tra i porti di 30 miglia circa. “Il turismo nautico e da diporto può essere una grande opportunità per la crescita del settore in Sicilia – ha spiegato l’assessore regionale al Turismo della Sicilia, Daniele Tranchida -. Negli ultimi anni, anche grazie ai fondi comunitari, la Sicilia ha aumentato il numero di approdi e di posti barca, creando una rete di hub a vocazione extraregionale e di porti turistici più piccoli, con una distanza massima tra loro di 30 miglia”. In particolare, con i fondi della programmazione 2000/2006 sono stati realizzati diversi interventi a Palermo Sant’Erasmo (270 posti), Balestrate (700 posti), Porto Palo di Menfi (245 posti), Pantelleria (200 posti), Marina di Ragusa (1000 posti), Riposto (650 posti), S. Marina di Salina (300 posti), per un totale di 2.800 posti barca, oltre a interventi sul Porto di Lampedusa e a San Nicola L’Arena, nel palermitano. Un potenziamento degli approdi che ha alla base una filosofia ben precisa. “I porti turistici – ha aggiunto Tranchida – non vengono visti più come un semplice punto di attracco, ma come ‘la porta d’accessò al più complesso e variegato sistema turistico siciliano, con una serie di itinerari che si sviluppano dalla località di arrivo verso le località vicine. Il settore è in grande espansione nel mondo e siamo pronti e preparati per cogliere questa opportunità”.
Salvatore Carruezzo