(Nave da guerra della Marina Militare francese scorta una portacontainer CMA CGM nel Mar Rosso; foto courtesy Marina Militare francese)
Un nuovo rapporto dell’Istituto delle Nazioni Unite per la Ricerca sul Disarmo (UNIDIR) lancia l’allarme su un approccio frammentato e insufficiente alla sicurezza marittima globale, chiedendo un’azione urgente per affrontare le crescenti vulnerabilità in mare
Ginevra. Si tratta di uno studio completo, il primo del suo genere, sulle minacce sofferte dalle zone marittime di tutto il mondo, che vanno dalla proliferazione di missili e droni al traffico illecito di armi e alla protezione delle infrastrutture marittime critiche.
Sostiene una più stretta integrazione tra la governance marittima e i quadri internazionali di controllo degli armamenti per contrastare efficacemente questi rischi emergenti.
La pubblicazione del rapporto è coincisa con l’adozione del ‘Patto per il futuro’ delle Nazioni Unite, per sottolineare una maggiore cooperazione internazionale e per garantire la sicurezza degli oceani. In particolare, l”azione 22′ del Patto sollecita una migliore governance, la protezione dell’ambiente e la prevenzione dei conflitti in mare, facendo eco ai temi chiave delle conclusioni dell’UNIDIR.
L’UNIDIR identifica 20 sfide critiche che riguardano la sicurezza marittima.
Si parla dei rischi per la sicurezza informatica e la proliferazione di sistemi senza equipaggio a basso costo; degli impatti dei cambiamenti climatici e della perdita di biodiversità. Il rapporto sottolinea il nesso, sempre più complesso, tra le preoccupazioni ambientali e le tradizionali minacce alla sicurezza, che richiedono strategie più dinamiche per salvaguardare le zone marittime globali. Tuttavia, rimane un problema evidente: lo stato frammentato della governance della sicurezza marittima.
Almeno cinque agenzie delle Nazioni Unite gestiscono sostanziali programmi di sicurezza marittima e altri 24 organismi delle Nazioni Unite influenzano le politiche in questo spazio; nessuna singola entità è incaricata di supervisionare o coordinare questi sforzi, lasciando lacune che gli avversari potrebbero sfruttare.
Quattro sono le raccomandazioni strategiche individuate dal rapporto per affrontare le sfide della sicurezza marittima: – Stabilire una strategia di sicurezza marittima a livello delle Nazioni Unite, potenzialmente attraverso un gruppo di esperti ad alto livello, per promuovere la coerenza tra le iniziative frammentate; – Sviluppare meccanismi di valutazione completi per valutare i rischi per la sicurezza nelle singole nazioni e nei mari regionali; – Modernizzare il Diritto del mare per affrontare questioni emergenti come la sicurezza informatica marittima, le minacce alle infrastrutture e l’elusione delle sanzioni; – Rafforzare la governance marittima regionale formalizzando e ampliando il ruolo delle convenzioni marittime regionali come base giuridica per gli sforzi coordinati in materia di sicurezza.
Tali raccomandazioni mirano a creare un approccio più coordinato ed efficace alla sicurezza marittima globale di fronte alle sfide in evoluzione.
Con l’intensificarsi della dipendenza globale dall’attività marittima per il commercio, l’energia e la sostenibilità ambientale, la posta in gioco nell’affrontare queste sfide alla sicurezza diventa sempre più alta. Il rapporto è sostanzialmente un ‘campanello d’allarme’ per i leader globali; senza un’azione coordinata, il fragile equilibrio tra sicurezza marittima e sviluppo sostenibile potrebbe vacillare, mettendo in pericolo non solo gli oceani, ma anche l’economia globale e la stabilità geopolitica su cui sono alla base.