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I ministri olandese ed egiziano hanno firmato, l’altro giorno, un memorandum d’intesa per cooperare sulle questioni relative all’erosione costiera e alla gestione delle acque
Il Cairo. Il fenomeno del ‘climate change’, al quale stiamo assistendo, porta con sé una problematica accertata, l’innalzamento del livello del mare.
La visione più ottimistica è quella della NASA che stima un innalzamento di meno di 90 cm entro il 2100. Due metri sono invece quelli stimati dall’IPCC (International Panel on Climate Change), mentre in un recente studio pubblicato su Nature Communications condotto da due ricercatori di Princeton si evince un innalzamento ancora maggiore e capace di costringere dai 150 ai 300 milioni di individui a diventare migranti climatici a causa della perdita di inimmaginabili sezioni di territorio.
Alla luce di questi dati viene naturale pensare ai Paesi Bassi, nazione che vede il 26% della propria superficie nazionale sotto il livello del mare e in particolare a Nieuwerkerk aan des IJssel, il punto più basso d’Olanda (-6,76 metri s.l.m.); e circa il 60% del suo territorio è in costante pericolo di inondazioni.
Proprio questa condizione, a prima vista di evidente pericolo, rende, grazie ad importanti studi e opere di ingegneria effettuati nel paese, lo Stato del nord Europa il leader mondiale contro il climate change e in particolare nella lotta alle inondazioni legate all’innalzamento del livello del mare.
Il memorandum d’intesa tra i ministri olandese ed egiziano è davvero un passo importante per affrontare le sfide legate all’erosione costiera e alla gestione delle acque. Entrambi i paesi hanno esperienza in questo campo e potrebbero beneficiare reciprocamente delle rispettive conoscenze e tecnologie.
L’erosione costiera è un problema globale che colpisce molte regioni, e la gestione delle risorse idriche è cruciale per garantire la sostenibilità ambientale e lo sviluppo economico.
Il memorandum d’intesa tra Olanda e Egitto si concentra su due aree principali: l’erosione costiera e la gestione delle risorse idriche. L’Olanda è nota per la sua lunga esperienza nella gestione delle acque e nella protezione delle coste, mentre l’Egitto affronta sfide significative legate all’erosione costiera, specialmente lungo il Mar Mediterraneo.
L’obiettivo principale di questa collaborazione è condividere conoscenze, tecnologie e strategie per affrontare efficacemente queste sfide. Ad esempio, l’Olanda potrebbe condividere le sue tecniche avanzate di ingegneria costiera, come l’uso di frangiflutti e la costruzione di dighe, mentre l’Egitto potrebbe contribuire con le sue esperienze nella gestione delle risorse idriche in un ambiente desertico.
Questa collaborazione è particolarmente importante perché l’erosione costiera e la gestione delle acque sono problemi globali che richiedono soluzioni innovative e sostenibili. Si spera che i risultati di questa iniziativa possano essere replicati in altre regioni del mondo.
L’erosione costiera è il processo mediante il quale l’azione delle onde, delle correnti e dei venti rimuove il materiale dalla costa, causando il suo arretramento. Questo fenomeno può minacciare infrastrutture, abitazioni e aree turistiche. Le tecniche di ingegneria costiera, come l’uso di frangiflutti, dighe e ripascimento, sono spesso impiegate per proteggere le coste.
Mentre, la gestione delle risorse idriche è cruciale per garantire l’approvvigionamento di acqua potabile, l’irrigazione agricola e la protezione ambientale. Questo include la gestione delle risorse idriche superficiali e sotterranee, la prevenzione dell’inquinamento e la creazione di infrastrutture per la raccolta e lo stoccaggio dell’acqua.
Anche in Commissione UE si è discusso di tali fenomeni. Prevenzione ma anche, e soprattutto, ricostruzione post-catastrofi naturali. Bruxelles mette sul tavolo dei Governi la sua proposta per garantire maggiore flessibilità nell’uso dei fondi comunitari e rafforzare la loro capacità di rispondere a maltempo e disastri climatici.
Una proposta, che dovrà come sempre fare i conti con i cosiddetti “paesi frugali” dell’Unione, spesso restii ad aumento di spese comunitarie che vadano a sostenere interventi che siano a carico invece dei singoli stati.
I tre pilastri della proposta sono: – Aumento del tetto degli anticipi; – maggiore copertura da parte dell’Ue sulle spese per la ricostruzione; – e accesso rapido alle risorse.
“Quando i disastri climatici colpiscono, l’Europa è più forte quando è unita”, ha commentato Von der Leyen, sottolineando la volontà economico-fonanziaria di sostenere il lavoro dei Ventisette paesi martoriati da disastri come incendi e inondazioni ‘senza precedenti’.
Per dovere di cronaca, lo ricordiamo che molteplici sono le catastrofi che dal mare hanno colpito negli anni i Paesi Bassi. La più recente nel 1953, soprannominata Watersnoodramp (‘grande alluvione’). Quest’inondazione, causata dalla combinazione di una alta marea primaverile con un forte ciclone extra-tropicale abbattutosi sul Mare del Nord, provocò 1836 decessi tra i cittadini olandesi.
Questo tragico episodio sta alla base dell’adozione del famoso Deltawerken (‘Piano Delta’), il sistema di strutture (13 per l’esattezza) anti tempesta più grande al mondo. La più importante di tali strutture è sicuramente Oosterscheldekering: lunga 8 chilometri, composta da 62 enormi paratie scorrevoli e in grado di isolare in soli 75 minuti l’intera Schelda orientale, una baia del sud-est dei Paesi Bassi (dimensioni di 350 kmq).
Le sfide che nel passato hanno messo in ginocchio l’Olanda, nel prossimo futuro interesseranno moltissime grandi città come la nostra Venezia, oppure New York, Shanghai, ed ora le città dell’Egitto che si affacciano nel Mediterraneo. Si tratta di città che, secondo Henk Ovink, direttore di un’Agenzia per lo studio delle acque nei Paesi Bassi, sarà impossibile salvare tutte nel lungo termine. Pensiamo all’Indonesia che consapevole di tali prospettive prevede di dover spostare la sua capitale da Giacarta. Proprio per questo il paese del nord Europa risulterà per la comunità internazionale un imprescindibile alleato in questa ‘lotta’.
Rimane storica la frase detta da Harold van Waeren, Ministro delle Infrastrutture e della Gestione delle Risorse Idriche olandese: “se il livello del mare dovesse aumentare, i Paesi Bassi saranno l’ultimo paese ad essere evacuato”.
(Foto courtesy Ministero Infrastrutture olandese)