(Operazioni antincendio a bordo della petroliera Sounion; foto courtesy JMIC)
Dopo una settimana di successi antincendio, l’incendio a bordo della petroliera Sounion è stato parzialmente spento, secondo il Joint Maritime Information Center (JMIC) delle Forze Marittime Combinate.
Naval Support Activity Bahrain, JMIC. I soccorritori greci hanno iniziato a combattere l’incendio a bordo di Sounion il 23 settembre e hanno ottenuto “risultati promettenti”, secondo il JMIC. Alcuni degli incendi erano sotto controllo il 29 settembre, l’ultimo giorno incluso nell’aggiornamento dell’organizzazione.
La nave rimane ancorata a circa 40 miglia nautiche al largo della costa settentrionale dell’Eritrea (17 08 N, 039 48 E), e le navi di supporto sono sul posto per fornire acqua antincendio e gas inerte mentre i lavori continuano.
Le immagini satellitari a infrarossi mostrano che le temperature a bordo della nave sono rimaste elevate a partire dal 2 ottobre, secondo gli analisti open source.
La Sounion è stata attaccata dal gruppo ribelle yemenita Houthi tre volte il 21 agosto, disabilitando il motore e lasciando la nave alla deriva. Dopo che l’equipaggio ha abbandonato la nave, i combattenti Houthi sono tornati a piazzare cariche esplosive sul ponte, innescando diversi piccoli incendi che hanno bruciato per settimane.
La nave è stata rimorchiata nella sua attuale posizione sicura in modo che la squadra di salvataggio potesse svolgere il pericoloso compito di estinguere gli incendi e ridurre il rischio di una catastrofica fuoriuscita di petrolio. Il piano finale è quello di trasferire il carico della Sounion su un’altra petroliera per il trasporto successivo.
I leader Houthi si sono impegnati a non interferire con la missione di salvataggio, poiché il rilascio del carico della Sounion porterebbe a una fuoriuscita più grande del disastro della Exxon Valdez.
L’inquinamento interesserebbe un’ampia fascia del Mar Rosso, probabilmente compresa la costa yemenita e le attività di pesca di sussistenza che forniscono cibo allo Yemen occidentale controllato dagli Houthi.
L’operazione Aspides dell’UE ha fornito scorte di navi da guerra durante l’operazione di rimorchio e continua a proteggere la missione di salvataggio in corso. Tuttavia, questa operazione ha mostrato una limitata capacità di proteggere le altre navi sulle rotte marittime del Mar Rosso: martedì scorso gli Houthi hanno colpito una petroliera con un drone e hanno colpito una rinfusiera con un missile, danneggiando entrambe le navi.
Secondo analisti geopolitici degli USA, le nazioni occidentali hanno poche opzioni disponibili per esercitare ulteriori pressioni per fermare gli attacchi alle navi mercantili. Infatti, affermano che gli Houthi, senza il contrasto di terra operato dagli americani e inglesi, hanno facile attività mell’attaccare navi mervantili con effetto mediatico significativo. A differenza degli Hezbollah in Libano linitati nel rischio di probabile escalation.
Intanto, la Royal Australian Navy (RAN) ha assunto il comando della task force multinazionale responsabile della sicurezza marittima nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden occidentale, con il cambio comando avvenuto lo scorso 1° ottobre.
(Incendi a bordo del Sunion, 25 agosto, by Operazione Aspides)