L’IMO chiede aiuti per la risposta alle fuoriuscite dopo l’affondamento della MV Rubymar

MV Rubymar

(foto aerea del 03.03.2024 courtesy by Comando Centrale degli Stati Uniti)

La nave Rubymar, di proprietà del Regno Unito, affondata nel Mar Rosso dopo essere stata colpita da un missile balistico antinave sparato dai militanti Houthi yemeniti.

Londra. L’Organizzazione Marittima Internazionale delle Nazioni Unite (IMO) ha emesso un appello urgente per contributi in natura di attrezzature di risposta alle fuoriuscite di inquinanti per sostenere la Repubblica dello Yemen dopo l’affondamento della nave da carico MV Rubymar.

La nave, affondata al largo della costa di Mocha il 2 marzo 2024 a seguito di un attacco missilistico Houthi due settimane prima, pone notevoli rischi ambientali e di sicurezza marittima.

La Rubymar trasportava circa 22.000 tonnellate di fertilizzante fosfato-solfato di ammonio, 200 tonnellate di olio combustibile pesante e 80 tonnellate di gasolio marino quando affondò in acque profonde circa 100 metri. L’incidente ha provocato una chiazza di petrolio di 29 chilometri, esacerbando ulteriormente la minaccia ambientale.
Attualmente, la nave rimane parzialmente sommersa nel luogo del suo affondamento, con il suo rimanente carico di carburante e fertilizzanti che rappresenta un notevole rischio ambientale, in particolare per le vicine isole Hanish ecologicamente sensibili.

La richiesta di assistenza dell’IMO evidenzia la mancanza di attrezzature specializzate per arginare le fuoriuscite di petrolio all’interno dello Yemen, necessarie per gestire una potenziale perdita dal Rubymar. L’IMO è alla ricerca di contributi da parte della comunità internazionali per mitigare i danni ambientali.

L’incidente ha segnato il primo affondamento di una nave da parte del gruppo Houthi sostenuto dall’Iran da quando hanno iniziato i loro attacchi alle navi in solidarietà con i palestinesi a Gaza a novembre scorso. Ad oggi, il gruppo terroristico ha rivendicato la responsabilità di oltre 80 attacchi contro navi commerciali, che hanno provocato l’affondamento di due navi, quattro morti e diversi feriti e danni alle navi.

La richiesta di contributi segue lo sforzo delle Nazioni Unite per rimuovere con successo più di un milione di barili di petrolio dalla petroliera FSO Safer in decadenza al largo dello Yemen nell’agosto 2023, scongiurando una fuoriuscita di petrolio nello scenario peggiore che avrebbe devastato le comunità costiere e creato una crisi nelle rotte marittime vitali del Mar Rosso. La nave era a rischio dal 2015, a causa della guerra civile in corso nel paese.