Non solo in Italia, Francia, Spagna, ora anche in Olanda gli armatori chiedono al governo più attenzione e riforme che vadano nella giusta direzione delle nuove frontiere del mercato. Il settore marittimo olandese invita il proprio Governo a porre fine alla burocrazia e semmai adottare un nuovo approccio concertato per affrontare le nuove esigenze dello shipping.
La voce dell’organizzazione che rappresenta tutti i settori marittimi dei Paesi Bassi si è fatta sentire durante la manifestazione del World Port Days, evento annuale che si è svolto la scorsa settimana a Rotterdam. Il teorema declinato nell’occasione è rivolto ai politici e a tutto il Governo, assente la ministra dei trasporti olandesi, Melanie Schulz, non giustamente consapevoli del fatto che il settore marittimo è un sistema integrato e che la strategia marittima deve e dovrà essere chiara negli obiettivi e non più ambigua; e per questo la vertenza aperta dovrà essere svolta ad un tavolo di lavoro interdipartimentale al fine di risolvere una volta per tutte i problemi che affliggono il settore, compresa anche la navigazione fluviale.
Si chiedono pratiche più snelle ed informatizzate, compresi i problemi relativi alla liberalizzazione dei servizi nautici, quali pilotaggio, ormeggio, rimorchio e stoccaggio merci; una “task force marittima” con il compito di sbarazzarsi “della normativa non necessaria che ostacola il settore”, si è detto al forum del porto, e che la politica marittima stia in cima all’agenda strategica del governo olandese. Si lamentano ritardi nella programmazione degli affari a causa di leggi superflue che invece di attrarre investimenti si perdono nei meandri di una burocrazia lenta e macchinosa; sottolineano il netto contrasto fra la situazione olandese e quella di Singapore che promuove ed applica da sempre una politica marittima proattiva.
Si è parlato, anche, delle difficoltà dello scalo di Rotterdam, come quelle incontrate in occasione dell’attracco della nave da crociera più grande al mondo, la Oasis of the Sea, del 26 settembre: seimila passeggeri sono sbarcati ed altrettanti saliranno a bordo fra quindici giorni con problemi di accoglienza; nel frattempo la nave sarà sottoposta a manutenzione e riparazioni presso i cantieri navali di Keppel Verolme e i duecento operai aggiuntivi, tutti extracomunitari, avranno bisogno di autorizzazioni e permessi di soggiorno singoli e non come gruppo e con costi addizionali e tempi più lunghi.
Problemi di natura simile sono stati riscontrati con gli equipaggi filippini delle draghe impiegate sulla costruzione per il secondo Maasvlakt. Queste pratiche ed altre stanno mettendo a rischio molti appalti per la costruzione di infrastrutture portuali. Inoltre, lamentato il fatto che i Paesi Bassi siano il solo stato dell’Unione Europea privo di una politica anti-pirateria che consentirebbe di impiegare guardie armate private sulle navi battenti bandiera olandese; l’anno scorso, 90 navi mercantili olandesi sono passate sotto altre bandiere e circa la metà di loro lo hanno fatto per questa ragione; è stato detto che per una nave che non batte “bandiera olandese” ad un armatore costa circa 0,74 milioni di euro. Gli armatori olandesi sono stanchi di una politica disarticolata nei confronti di un settore produttivo come quello dello shipping.