(Incontro delle delegazioni macedone e bulgara a Bruxelles/foto: Commissione europea)
Sofia, dimnenticata o sabotata?
Sofia, Bulgaria. La socrsa settimana, in Bulgaria, è stato presentato alla stampa un aggiornamento sul Corridoio Paneuropeo strategico 8 (Corridoio VIII), irrimediabilmente ritardato o addirittura sabotato, e in particolare la sua componente ferroviaria, oltre ai i risultati dell’incontro di Bruxelles.
Gli operatori dei trasporti multi-modali bulgari parlano della città di Sofia ‘dimenticata’, sottolineando che la situazione di sabotaggio potrebbe essere collegata alla Macedonia del Nord, alla Serbia o altri.
Intanto, la Direzione Generale per gli Affari Esteri, in Commissione europea, ha riferito che la Bulgaria e la Macedonia del Nord hanno confermato il loro impegno a continuare la costruzione del corridoio ferroviario VIII.
Infatti, a Bruxelles, lo scorso mese (17 ottobre) si è svolto un incontro per un ‘aggiormanto-puntuale’ tra il Vice Ministro Ufficiale dei Trasporti e delle Comunicazioni della parte bulgara Biser Minchev, il Segretario di Stato presso il Ministero dei Trasporti della Macedonia del Nord Stefan Volkanovski, il Direttore delle Infrastrutture Ferroviarie della Macedonia del Nord Sinisha Ivanovski e rappresentanti della Commissione europea, della Banca Europea per gli Investimenti, della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo e del Segretariato della Comunità dei Trasporti.
Entrambe le parti hanno concordato di mantenere un dialogo regolare ad alto livello e di formare un gruppo di lavoro congiunto per il Corridoio 8, e che i Ministeri competenti lavoreranno per trovare una soluzione tecnica concordata per la costruzione della parte transfrontaliera del corridoio.
Va notato che il corridoio è un importante collegamento ferroviario per l’intera regione e per l’UE. Porterà a viaggi più rapidi per merci e passeggeri, migliorando l’accesso al mercato e la competitività nei Balcani occidentali. La Commissione accoglie con favore la riaffermazione dell’impegno di entrambi i paesi come disponibilità alla cooperazione regionale, essenziale per il futuro di entrambi i paesi.
Il corridoio ferroviario 8 costituisce il collegamento interno est-ovest tra il Mar Nero e il Mar Ionio, passando attraverso Bulgaria, Macedonia del Nord e Albania.
Con l’assistenza finanziaria dell’UE per la preparazione dei progetti e il cofinanziamento degli investimenti nell’ambito del Piano economico e di investimenti, le linee esistenti verranno potenziate nella Macedonia del Nord e in Albania e verranno costruiti i collegamenti mancanti lungo il corridoio per eliminare i colli di bottiglia, accorciare le distanze fisiche e aumentare la connettività. e spostare più passeggeri e merci verso modalità di trasporto sostenibili.
Le misure di riforma e di aggiornamento accompagnano questi investimenti per migliorare la competitività del settore ferroviario, sottolinea la Commissione europea. L’Unione Europea ha approvato uno stanziamento di 367.6 milioni di euro, di cui 302,6 milioni di euro per la Macedonia del Nord e 65 milioni di euro per l’Albania.
La parte orientale del Corridoio 8, che collega la Macedonia del Nord con la Bulgaria, fa parte del Corridoio Europeo del Mediterraneo Orientale e un importante progetto del Global Gateway dell’UE. A sua volta, rappresenta l’offerta dell’Europa per connettere il mondo incoraggiando gli investimenti pubblici e privati in una rete globale di trasporti e catene di approvvigionamento, energia verde, telecomunicazioni moderne, istruzione e ricerca. La parte albanese, interessante per l’Italia, ha tre tratti in fase di preparazione: dal confine macedone a Lin (10,3 km), Lin – Rogožina (110 km) e Durazzo – Rogožina con una lunghezza di 33 km.
Infatti, il porto di Durazzo era nelle previsioni progettuaki collegato con quello di Brindisi.Un’opera che secondo l’Unione Europea il corridoio ferroviario 8 avrebbe un secondo fine: stabilizzare i balcani, un’area da sempre pericolosamente instabile, e soprattutto realizza il ‘sogno albanese’.
Dopo secoli, l’UE si affida alle linee direttrici che furono dei Romani: la Via Appia che collegava Roma a Brindisi, e da Brindisi, via mare, continuava verso l’Oriente raggiungendo la sponda opposta dell’Adriatico; da qui poi partiva la Via Egnazia che dall’attuale Durazzo in Albania, arrivava fino in Grecia. La via Appia e la via Egnazia erano gli assi portanti del dominio militare e commerciale dell’Impero romano sull’asse orientale, per rendere più fluido il suo sistema di trasporti e telecomunicazioni.
Allo stesso modo l’UE, lanciando i cosiddetti corridoi di trasporto transeuropei che consistono in una rete di infrastrutture finalizzate a quello che, in gergo, viene definito “trasporto multimodale” e cioè di merci, persone, idee, fonti energetiche e bits.
Le discussioni di Bruxelles hanno riguardato inoltre la interoperabilità e l’impegno congiunto in Kosovo, Bulgaria e Lettonia, assieme agli accordi intergovernativi per l’agibilità del Corridoio 8 da Brindisi fino al Mar Nero, passando attraverso il decisivo snodo del nuovo Porto Romano a Durazzo, nel contesto della programmazione della NATO.
Ma Sofia, dimenticata come Brindisi! La partita è molto sentita perché rientrare in queste reti significa godere di canali prioritari nell’assegnazione delle ingenti risorse previste dai bandi europei per i trasporti da qui al 2026.
Giusto, un anno fa, si è tenuto a Brindisi un vertice tra i Ministri degli Esteri dell’Albania, della Bulgaria, della Macedonia del Nord e dell’Italia per rimarcare le intese in vista dell’introduzione del Corridoio VIII nella rete strategica europea dei trasporti.
Lo ricordiamo per non dimenticare!
Il Ministro Antonio Tajani ebbe modo di asserire che “Brindisi, in Italia, è il punto d’ingresso di questo corridoio”. E in precedenza anche il Vice-Ministro alle Infrastrutture ed ai Trasporti, Edoardo Rixi, ebbe ad esprimere “la ferma intenzione di chiedere all’Europa di riconsiderare i corridoi logistici inglobando Brindisi, e ciò nell’ottica di un corridoio orizzontale che da est possa raggiungere la Sicilia una volta realizzato il Ponte sullo Stretto”.
L’On.le Rixi, dimenticava forse volutamente, che solo Bari risulta come hub strategico di collegamento tra le due sponde dell’Adriatico.
Poi c’è stata l’azione dei deputati forzisti Mauro D’Attis e Andrea Caroppo che da anni seguono da vicino la vicenda. Per i due rappresentanti del centrodestra, il prolungamento del corridoio 8 è una opportunità che potrà fungere da “volano per lo sviluppo di tutta la Regione, in particolare del porto di Brindisi e del Salento, anche grazie al riconoscimento di Lecce come nodo urbano”. Un riconoscimento, quest’ultimo, importante soprattutto per la mobilità terrestre.
La partita si fa dura! No core, no comprehensive e no exestend, Brindisi è dimenticata o come Sofia sabotata?
Brindisi è esclusa anche dall’altro asset strategico, ossia il cosiddetto “Quadrilatero del Sud” che collegherà le quattro aree logistiche di Bari, Taranto, Gioia Tauro e Napoli attraverso collegamenti ferroviari veloci (i treni, su queste linee, andranno ad una velocità compresa tra i 160 e gli oltre 200 km/h).
Ed ancora, per non dimenticare, la Commissione Trasporti (Tran) del Parlamento europeo aveva proposto l’inserimento della linea ferroviaria Bari-Brindisi-Lecce tra le opere rientranti nella rete intermedia extended, di recente introduzione da completare entro il 2040.
Teoricamente, a Brindisi come a Sofia, non tutto è ancora perduto!
(Foto archivio: il Ministro Tajani, l’On. le D’Attis e il sindaco di Brindisi Marchionna, prima dell’incontro tra Ministri degli Esteri dell’Albania, della Bulgaria, della Macedonia del Nord e dell’Italia)
(Progetto corridoio VIII)