Venti di cambiamento per i porti energetici

Operazioni  petrolifere nel  porto di Houston

(Operazioni petrolifere nel porto di Houston; foto courtesy by Authority Port of Houston)

I porti USA si preparano per la nuova era industriale con l’energia pulita

Los Angeles. Per anni molti porti hanno gestito carichi di coke di petrolio e altri carichi energetici legati ai combustibili fossili, e il metanolo lo completerà questo iter, confermando la caratteristica di essere un porto energetico.
Il grande obiettivo dei porti – quelli industriali e post industriali – è arrivare a zero emissioni entro il 2030 e con la flotta di camion per il trasporto da terminal all’utente entro il 2035.
Tutti, analisti e non, comprese le industrie per la produzione di energia, sono convinti che la nuova svolta si basa sull’energia pulita. Ridurre le emissioni di carbonio e raggiungere gli obiettivi ‘net zero’ sono termini che stanno diventando comuni nel vocabolario del settore energetico e dei social media.

In Occidente e in particolare negli USA, molti porti che trattano prodotti petroliferi o affittano terreni a società produttrici di energia stanno diventando sempre più coinvolti nello scenario di riduzione delle emissioni, non solo come depositi per una produzione di energia più pulita, ma anche per loro stessi, come utenti più puliti.
L”elettrico’ sembra essere la strada da percorrere: dai veicoli per il dragaggio sulle banchine che spostano i container alle gru, ai camion e ai rifornimenti di energia da terra per le navi.

Ma non tutti i porti – tuttavia – stanno seguendo il percorso convenzionale a sostegno dello sviluppo dell’energia pulita; vi sono esigenze diverse di infrastrutture portuali e soprattutto esigenze energetiche diverse.
Per esempio nei porti per rinfuse, con partite merceologiche frazionate, sono legati all’energia in modi non prevedibili; questi porti pur avendo la caratteristica di essere ‘industriali’ – prettamente petroliferi – o legati a ricevere componenti di turbine eoliche , non sono del tutto correlati, ma in sostanza sono capaci di supportare le diverse esigenze energetiche.

Per affrontare una tale transizione – verso l’energia pulita – la maggior parte di questi porti sta sostenendo forti investimenti per ampliare la loro capacità con adeguati aggiornamenti e supportare la rete di trasporto marittimo fornendo il materiale di base necessario per costruire autostrade e infrastrutture stradali critiche che conducono direttamente ai porti e ad altri impianti industriali.
Nel porto di Los Angeles è in corso il potenziamento delle strutture che attualmente gestiscono prodotti petroliferi. Il porto dispone di sette terminal petroliferi marini che forniscono ai punti vendita locali di carburante greggio e prodotti come il diesel.

L’Autorità Portuale di Los Angeles afferma che è in corso una transizione verso i combustibili rinnovabili, con una produzione a minore intensità di carbonio; tuttavia, questi combustibili vengono ora importati nelle strutture portuali per soddisfare le esigenze specifiche dei produttori di energia in relazione alle normative dello Stato della California.
Mentre il porto è concentrato sul potenziamento dei suoi attuali impianti petroliferi marini, lo stoccaggio e la fornitura di componenti per i vari progetti eolici offshore in via di sviluppo lungo la costa della California sono stati sul suo radar. “Ci sono state discussioni con vari sviluppatori per utilizzare lo spazio acquatico o il terreno esistente a tale scopo”, afferma L’AP di Los Angeles. Ma, aggiunge, il vicino porto di Long Beach “ha una proposta molto più ampia da sviluppare” come base logistica per la fornitura di componenti di energia eolica.

“Il porto – si legge nel comunicato dell’AP Los Angeles – sarebbe felice di svolgere un ruolo nell’eolico offshore dove può, ma “queste società (dell’eolico forzato) hanno bisogno di grandi appezzamenti di terreno, come più di 100 acri per la locazione a lungo termine, e l’AP semplicemente non dispone 100 acri da utilizzare per questo scopo. Quindi questo è un problema dell’AP”.

Poiché i progetti eolici sono di gran moda, le capacità di sollevamento di colli pesanti , diventa importante per un porto dislocare componenti di turbine eoliche.

Il progetto Pier Wind del porto di Long Beach è un terminal proposto di 400 acri progettato per facilitare l’assemblaggio di turbine eoliche offshore, che verrebbero rimorchiate verso i parchi eolici nell’oceano al largo della California centrale e settentrionale. Se approvato, sarebbe il più grande impianto di questo tipo nella nazione e aiuterebbe la California a raggiungere i suoi obiettivi di sostenibilità e fonti di energia.

Altro esempio, Port Lake Charles, sulla costa del Golfo della Louisiana, è stato scelto come sito di un grande impianto di metanolo pianificato che sarà costruito da Lake Charles Metanolo II. La società prevede di investire 3,24 miliardi di dollari per produrre metanolo a bassa intensità di carbonio e altri prodotti chimici.

“L’impianto proposto riformerebbe il gas naturale e le materie prime di gas rinnovabile in idrogeno catturando al contempo l’anidride carbonica, che verrebbe poi utilizzata per produrre circa 3,6 milioni di tonnellate all’anno di metanolo”, si legge in una nota.