Il Regno Unito proroga la tassa sugli extraprofitti di petrolio e gas fino al 2029

China National Offshore Oil Corporation

(Foto courtesy by , chiamata anche CNOOC)

Londra. Il Governo del Regno Unito ha deciso di estendere di un altro anno la tassa sugli extraprofitti per le aziende petrolifere e del gas, mettendo a rischio 42.000 posti di lavoro.

La maggiorazione del 35% sugli utili dovuta ai prezzi elevati dell’energia doveva terminare a marzo 2028, ma ora continuerà fino a marzo 2029. L’estensione ha incontrato una forte opposizione da parte dei funzionari scozzesi.
La tassa sugli extraprofitti, o come è ufficialmente nota – l’Energy Profits Levy (EPL), è stata introdotta dall’allora cancelliere britannico e ora Primo Ministro britannico Rishi Sunak nel 2022 come un modo per aiutare le famiglie con l’aumento delle bollette energetiche in seguito all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

La sovrattassa su quelli che sono stati descritti come “profitti straordinari che il settore petrolifero e del gas sta realizzando” è stata inizialmente fissata al 25% e poi ha raccolto altri 2,6 miliardi di sterline (3,3 miliardi di dollari) di entrate fiscali nel suo primo anno. La sovrattassa è stata estesa e portata al 35% lo scorso novembre, portando l’onere fiscale complessivo affrontato dai produttori di petrolio e gas del Regno Unito a circa il 75%.

Jeremy Hunt, cancelliere dello scacchiere, ha affermato che l’aumento dei prezzi dell’energia causato dalla guerra in Ucraina durerà più a lungo, quindi anche i profitti inattesi del settore dovrebbero durare più a lungo. Ha aggiunto che l’estensione raccoglierebbe altri 1,5 miliardi di sterline.
In risposta all’estensione inaspettata, l’ente del settore Offshore Energies UK (OEUK) ha dichiarato che la mossa ha messo a rischio investimenti, posti di lavoro e crescita.

I produttori di petrolio e gas del Mare del Nord del Regno Unito, tra cui TotalEnergies e Harbour, hanno affermato che l’extra tassa comporterà una riduzione degli investimenti nel bacino e colpirà l’intero settore. Da una produzione di circa 4,4 milioni di barili di petrolio al giorno, il Regno Unito ora produce circa 1,3 milioni di BOE/D (Barrel Oil Equivalent Day) e si prevede una diminuzione a circa 200.000 BOED entro 2050 – come riportato dal Regolatore di settore NSTA (North Sea Transition Authority). Il paese era un esportatore di petrolio fino agli anni 2000, ma ora dipende dalle importazioni sia di petrolio e sia di gas.