Assiterminal presenta mercoledi alla Camera le proposte sul lavoro delle associazioni delle imprese portuali

Assiterminal

Genova. Mercoledì, domani 14 febbraio, in audizione presso la Commissione Lavoro pubblico e privato della Camera, l'Associazione Italiana Terminalisti Portuali (Assiterminal), con Uniport e Federpesca, presenteranno due proposte di legge volte ad inserire alcune mansioni del lavoro portuale all'interno delle categorie considerate ‘lavoro usurante' e a riavviare l'iter di costituzione del fondo per il prepensionamento dei lavoratori portuali.


Il direttore dell'associazione Assiterminal, Alessandro Ferrari, ha precisato che il loro contenuto non è in risposta ai sindacati a seguito dell'interruzione, da parte loro, della trattativa per il rinnovo del contratto di lavoro dei porti: va letto – ha specificato – come un segnale distensivo, ma è soprattutto la prosecuzione di un percorso in cui crediamo fortemente, avviato da tempo e che che ha già portato due anni fa al riconoscimento del lavoro portuale tra i ‘lavori gravosi' e al primo avvio normativo per la costituzione del fondo prepensionamenti, poi bloccato dalla burocrazia del MEF. Lavoro usurante e fondo sono due strumenti funzionali ad accompagnare senza strappi, con equità e dignità il ricambio generazionale, e lo sviluppo dell'automazione.

Per il direttore di Assiterminal “investire nella formazione e nella riqualificazione laddove possibile sono il primo asset, anche per questo – ha precisato – sul disegno di legge proroghe abbiamo chiesto una proroga del bonus portuale sino al 2028; aprire ai giovani attraverso lo strumento dell'apprendistato, soprattutto in collaborazione con gli ITS – ha aggiunto Ferrari – è un altro processo necessario: vorremmo infatti portare all'interno del Ccnl l'apertura a tutte le forme di apprendistato. Dall'altra parte, avere strumenti che accelerino e agevolino la possibilità di uscire prima e dignitosamente dal mondo del lavoro per quelle persone che ‘hanno già dato', riteniamo sia indispensabile”.

A sottolineare la complessità della questione, oltre ai contratti di lavoro, il direttore di Assiterminal ha rimarcato l'eterogeneità delle aziende coinvolte: “a volte – ha spiegato – ci si deve anche ricordare che il mondo dell'imprenditorialità portuale è molto differenziato, per dimensioni, merceologie, redditività, collocazione geografica, che incide ovviamente anche sull'attrattività commerciale: poco più di 250 aziende, 12.000 lavoratori, distribuiti in più di 50 porti (isole comprese). Un mix di realtà imprenditoriali e aziende integrate in colossi multinazionali. Per fare un esempio, il 60% dei traffici container si concentrano su meno di dieci aziende, il 65% delle aziende terminaliste e delle imprese portuali stanno sotto i dieci milioni di euro di fatturato caratteristico: il valore del contratto non sta solo nel fatto di essere richiamato dalla legge 84/94, ma soprattutto nel fatto che deve promuovere un impianto normativo efficace e quindi esprimere un valore aggiunto per il corretto bilanciamento tra l'organizzazione del lavoro e le condizioni in cui il lavoro si presta da parte delle persone, in equilibrio economico tra sostenibilità per tutte le imprese che lo adottano e effetti per i lavoratori”.

Infine, per chiarire la complessità delll'imprenditorialità portuale, Ferrari ha invitato a partecipare al convegno sul mondo del lavoro che le associazioni datoriali hanno organizzato per il 19 prossimo febbraio dalle ore 15 alle 18 presso Palazzo Colonna a Roma, che sarà possibile seguire in streaming.

Il programma del convegno prevede temi riguardanti il Welfare – il Change Management – Diversity e accessibili, i porti per tutti – ITS giovani e opportunità formative. E' prevista la partecipazione di Assologistica, UNIPORT , ANCIP con l'ìintervento di Patrizia Scarchilli, Direttore Generale DG per la Vigilanza AdSP, Trasporto marittimo e Vie d'acqua interna Ministero delle Infrstrutture e Trasporti.