Gli attacchi del Mar Rosso costringono le aziende a testare nuove rotte terrestri attraverso gli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita

attacchi del Mar Rosso

Eliat. Una start up israeliana di software e una delle più grandi compagnie di navigazione del mondo sono tra le aziende che per la prima volta stanno aprendo rotte commerciali che attraversano il cuore del Medio Oriente per aggirare il Mar Rosso minacciato dagli Houthi.

La Trucknet Enterprise Ltd. sta inviando merci tra cui cibo, plastica, prodotti chimici ed elettrici dai porti degli Emirati Arabi Uniti e del Bahrain, attraverso l’Arabia Saudita e la Giordania, in Israele e in Europa.
La compagnia Hapag-Lloyd AG, il quinto vettore portacontainer al mondo, sta cercando di collegare il Jebel Ali di Dubai e due porti sauditi orientali con Jeddah, sulla costa occidentale. Un’altra delle sue opzioni collega Jebel Ali con la Giordania.

Queste nuove rotte – ibride terra/mare – offrono una soluzione immediata alle spedizioni che cercano di evitare la zona calda degli Houthi intorno allo stretto di Bab el-Mandeb nel Mar Rosso meridionale, dove mesi di attacchi missilistici e droni hanno costretto molte navi commerciali a deviare su una rotta più lunga intorno all’Africa.
La crisi del Mar Rosso ha interrotto flussi commerciali vitali, aumentando i costi di trasporto e l’impatto che sta interessando anche l’economia globale, costringendo le aziende di trasporto e di spedizioni a cercare alternative utili.

Il percorso ibrido della Trucknet non è mai stato tentato in precedenza su scala commerciale a causa delle relazioni tese tra Israele e le nazioni arabe. Mentre gli ‘Accordi di Abramo’ tra Emirati Arabi Uniti, Bahrein e Israele di tre anni fa hanno allentato i loro legami, i tentativi di normalizzare le relazioni tra Arabia Saudita e Tel Aviv si sono arenati con la guerra a Gaza.
Merci provenienti da India, Thailandia, Corea del Sud e Cina sono state inviate via camion nelle ultime settimane su questa nuova asta di trasporto. Anche le merci destinate all’Asia si stanno muovendo nella direzione opposta, contribuendo a ridurre i costi complessivi.

La viabilità a lungo termine del percorso, tuttavia, dipenderà dalla stabilità della regione. Anche i volumi che i camion possono trasportare sono significativamente inferiori a quelli trasportati dalle navi, anche se la via di terra sta offrendo un’alternativa per alcune tipologie di merci.

Per la compagnia di navigazione Hapag-Lloyd tali collegamenti previsti sono una soluzione a breve termine per gli spedizionieri che spostano una quantità limitata di merci, ma non migliaia di container. Sono convinti che il ponte terrestre non è né veloce né facile, ma potrebbe aiutare a stimolare il flusso di commercio attraverso i porti della regione come Jeddah che sono effettivamente tagliati fuori dai loro consueti collegamenti con l’economia globale.

Secondo una ricerca di questa settimana di S&P Global Market Intelligence, il viaggio dal porto di Jebel Ali al gateway commerciale israeliano di Haifa richiede circa tre o quattro giorni, rispetto a un viaggio di 10 giorni o più intorno al Capo di Buona Speranza in Africa, e ciò ne aumenterà l’attrattiva: Infatti, il ponte terrestre, pur trasportando una quantità non trascurabile di traffico, rimarrà una soluzione di nicchia per le spedizioni specificamente in Israele.

Queste nuove rotte potrebbero anche servire come prova per il più grande corridoio economico ‘India-Medio Oriente-Europa’. I progressi su questo progetto, sostenuto dagli Stati Uniti, annunciato in un vertice del Gruppo dei 20 in India l’anno scorso, si sono fermati dopo la guerra tra Israele e Hamas.

Senza considerare altri ostacoli: il Governo degli Stati Uniti e altri hanno a lungo cercato di promuovere i legami commerciali ed economici in tutto il Medio Oriente come un modo per placare le rivalità; l’attuale guerra e le sue ricadute hanno reso più difficili da superare gli ostacoli diplomatici a tale cooperazione commerciale.
“Gli Stati del Consiglio di cooperazione del Golfo potrebbero essere riluttanti a promuovere la rotta poiché gli Houthi non hanno ancora minacciato gli Emirati Arabi Uniti o le risorse marittime saudite”, hanno scritto gli analisti di S&P Global nella loro nota di ricerca. “Un percorso stradale attraverso l’Arabia Saudita e la Giordania aumenterebbe anche i rischi di attacchi transfrontalieri al carico da parte di militanti allineati con l’Iran con sede in Iraq o in Siria”.

La Trucknet, intento, sta gestendo il suo nuovo percorso con aziende tra cui PureTrans FZCO di Dubai, Cox Logistics del Bahrain e WWCS in Egitto, secondo il suo sito web.
I test dalla regione del Golfo a Israele sono iniziati all’inizio di quest’anno, e quando gli Houthi hanno iniziato a minacciare le navi nel Mar Rosso in seguito alla guerra di Israele con Hamas, la Trucknet era già pronta a portare avanti il suo piano. La Trucknet fornisce una piattaforma digitale che consente alle aziende di organizzare le spedizioni in tutte le modalità di trasporto per ridurre i costi di trasporto.

Gli ‘Accordi di Abramo’ sono una dichiarazione congiunta tra Israele, Emirati Arabi Uniti e Stati Uniti, raggiunta il 13 agosto 2020. Successivamente il termine è stato utilizzato per riferirsi collettivamente agli accordi tra Israele e gli Emirati Arabi Uniti (l’accordo di normalizzazione Israele-Emirati Arabi Uniti) e Bahrein, rispettivamente (l’accordo di normalizzazione Bahrein-Israele). L’obiettivo non dichiarato dagli Houthi, sostenuti dall’Iran, è quello di affondare gli Accordi di Abramo.

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