Un traguardo storico. Translated 9, la barca a vela di proprietà di Translated, l’azienda leader nelle soluzioni linguistiche basate sull’IA, ha doppiato Capo Horn oggi intorno alle 10.30 UTC, con un equipaggio composto per l’80% da non professionisti e con un uso limitato della tecnologia a bordo.
Roma– Translated 9 ha doppiato Capo Horn questa mattina, dopo aver attraversato quella che è stata definita da molti una tempesta perfetta, con venti fino a 50-55 nodi e onde fino a 7-8 metri di altezza. L’impresa, resa possibile grazie all’ottimo lavoro svolto dall’azienda sia nella composizione del team che nella preparazione della barca, premia l’intuizione di Marco Trombetti (CEO di Translated e co-skipper di Translated 9) di puntare su un equipaggio di giovani velisti con grandi valori per affrontare una sfida che a tutti sembrava impossibile.
L’equipaggio, guidato da Marco Trombetti insieme a Simon Curwen (co-skipper), Nico Malingri (Chief Mate), Pietro Luciani (navigatore), Niccolò Banfi, Baptiste Gillot Devillers, Derin Deniz Binaroglu, Ezgim Mistikoglu, Connie Stevens e Emiel Joye, è entrato oggi nella storia.
Translated 9 sta partecipando alla terza tappa dell’Ocean Globe Race, regata intorno al mondo che celebra il 50° anniversario della prima edizione della Whitbread Round the World, con la stessa tecnologia in uso negli anni ‘70 e un equipaggio composto in questa tappa per l’80% da non professionisti.
Partita come outsider senza il favore dei pronostici, ma con alle spalle un progetto di grande respiro e visione (dimostrare al mondo che mettendo insieme persone con valori eccezionali si possono superare sfide apparentemente impossibili), la barca italiana ha sorpreso il mondo della vela vincendo overall le prime due tappe della regata (da Southampton a Cape Town e da Cape Town a Auckland).
Nella terza tappa, con rotta da Auckland (Nuova Zelanda) a Punta del Este (Uruguay), Translated 9 è in testa alla regata, da leader IRC, la classifica in tempo compensato che consente a barche diverse di navigare insieme.
E infatti, anche nella terza tappa, se già non bastasse la navigazione astronomica senza uso del GPS e l’assenza di accesso al web o a qualunque tipo di comunicazione se non quelle via radio o quelle satellitari di sicurezza con l’organismo di controllo della gara, l’equipaggio si è trovato ad affrontare condizioni meteorologiche estreme, tipiche del passaggio a Capo Horn. Proprio per questo in via eccezionale, l’Ocean Globe Race ha inviato loro un messaggio di allerta: “Pen Duick VI e Translated 9 saranno impattate da forti venti nord-ovest, mari agitati e onde incrociate tra circa 12 ore. Ciò comporterà per loro una classica circumnavigazione del Capo Horn con onde alte tra i 7 e gli 8 metri e venti di 50-55 nodi” hanno dichiarato anche sui social due giorni fa dall’OGR.
In arrivo a Capo Horn, le condizioni meteo sono migliorate e Translated 9 è riuscita a passare questa mattina con venti a 25 nodi e onde di 3-4 metri (fonte OGR), conquistando un posto nella storia della vela.
In un’intervista per Radio di Bordo con Germana Brizzolari, andata in onda lo scorso sabato su Radio Rai Uno, Marco Trombetti ha spiegato la difficoltà del passaggio: “Ogni anno, ci sono meno persone che riescono a doppiare Capo Horn rispetto a quelle che raggiungono la vetta dell’Everest”.
Nella stessa intervista, Trombetti ha anche illustrato il concetto di “We believe in humans” che spinge ad uscire dalla propria zona di comfort per poter raggiungere i più grandi obiettivi. Marco, ha poi condiviso con gli ascoltatori un messaggio da parte della crew: “Bambini, credete nei vostri sogni. Non ascoltate chi vi dice che qualcosa è troppo difficile per voi. Queste persone vi vogliono bene, ma hanno paura e in realtà stanno dicendo che per loro è troppo difficile, non per voi. Ogni volta che superate quello che pensavate fosse difficile, non solo state crescendo voi, ma state anche creando un mondo migliore per tutti. Qui, dal difficile oceano del sud, vi vogliamo dire che crediamo in voi, in tutti i bambini di ogni età”.
Nei giorni precedenti al passaggio di Capo Horn, attraverso i tweet quotidiani (le barche della flotta possono inviare un tweet ogni 6 ore all’organizzazione), l’equipaggio di Translated 9 ci ha fatto sapere di essere pronto e determinato ad affrontare la tempesta a testa alta. Nella notte del 4 febbraio hanno twittato: “T9 è pronta per la tempesta e per il Capo! Derin,” mentre la mattina: “Ci stiamo preparando per un passaggio di Capo Horn non così facile nei prossimi giorni. Ci aspettiamo onde alte. Abbiamo appena bevuto una buona cioccolata calda. Marco.”
Come dicevamo, Translated 9 è attualmente leader in IRC, mentre Pen Duick, guidata da Marie Tabarly, è in testa in Line Honors. Il resto della flotta insegue a circa 300 miglia nautiche di distanza. Al momento la lotta per il primo posto si gioca quindi tra Translated 9 e Pen Duick.
“A Translated, amiamo le sfide difficili, quelle che sembrano al di là delle nostre capacità, quelle che ci spaventano all’inizio, ma per le quali abbiamo ammirazione. Le amiamo perché fanno crescere noi stessi e le persone intorno a noi” – ha spiegato Marco Trombetti prima di imbarcarsi per la terza tappa.
Il mondo è piccolo e anche nella vastità dell’oceano è possibile fare degli incontri straordinari. Qualche giorno fa, nei pressi di Point Nemo, il luogo più lontano sul pianeta da qualsiasi terra emersa, la crew di Translated 9 e Andrea Mura, il navigatore italiano su Vento di Sardegna impegnato nella Global Solo Challenge, si sono avvistati e poi parlati via radio. Entrambe le imbarcazioni italiane erano in avvicinamento a Capo Horn.
A Translated 9 manca ormai meno di una settimana per raggiungere Punta del Este e concludere la terza tappa del giro del mondo in equipaggio, mentre la quarta e ultima tappa, alla quale si unirà anche Isabelle Andrieu (Co-founder di Translated e team coach di Translated 9), si concluderà nel Regno Unito ad aprile.
L’avventura di Translated 9 sta dimostrando che quando si mettono insieme persone con grandi valori, dotate di coraggio, determinazione ed ottimismo, anche le sfide più difficili possono essere affrontate con successo.