Consiglio Affari esteri Ue: come sarà la missione europea

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La a protezione dei mercantili dagli Houthi, i ribelli yemeniti finanziati dall'Iran che minacciano navi e cargo che trasportano merci verso e dall'Europa, si chiamerà ‘Aspis' (scudo)

Bruxelles. L'Europa è dunque chiamata a prendere una decisione. E a farlo in tempi stretti lo chiedono gli armatori preoccupati. I prezzi del trasporto marittim,  infatti, sono in rapida ascesa a livello globale a causa degli attacchi dei ribelli Houthi alle navi da carico nel Mar Rosso.

“Data la gravità della situazione attuale e i nostri interessi geostrategici, è importante che l'Ue dimostri la sua volontà e le sue capacità di agire come attore di sicurezza globale, anche nel settore marittimo”.
Lo scrivono Italia, Francia e Germania in un documento presentato al Consiglio Affari Esteri di quest'oggi e nel quale chiedono impegni per la missione navale nel Mar Rosso. “La missione sarà in linea con la Convenzione Onu sul diritti del mare e sarà difensiva”, si legge nel testo, che sottolinea “l'importanza di usare le strutture e le capacità già esistenti” della missione Emasoh/Agenor, nello stretto di Hormuz.

Per questo motivo, il Consiglio Affari Esteri, di oggi a Bruxelles, sotto la guida dell'Alto Rappresentante Josep Borrell, affronterà il dossier del Mar Rosso e valutare le opzioni per lanciare una nuova missione navale europea per proteggere la navigazione e la sicurezza dei suoi Stati membri.
Il Ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, spera che dalla riunione di oggi emerga un'ampia volontà politica a sostegno di una missione europea e nella prossima riunione del Consiglio si possa partire per attuare la missione.

Secondo le indicazioni fornite alla vigilia dell'incontro, la proposta sarà presentata dal SEAE, il Servizio per l'Azione Esterna dell'Unione Europea; sarà una missione a natura difensiva, con un mandato differente rispetto all'operazione anglo-americana Prosperity Guardian: avrà il compito di proteggere i mercantili, senza condurre attacchi in territorio yemenita.

Sono tre i Paesi che si stanno muovendo da attori protagonisti nell'organizzazione della missione: Germania, Italia e Francia. A Berlino, la coalizione al Governo si è mostrata subito compatta sul lancio di una missione europea. Sulla stessa linea anche la Francia, che tra l'altro è stata promotrice della coalizione di volontari che, attraverso la missione ‘Emasoh Agenor', pattuglia dal 2020 lo stretto di Hormuz, che separa la Penisola arabica dall'Iran.Il quartier generale della forza Aspis avrà come base Abu Dhabi, mentre il quartier generale operativo dovrebbe essere in Europa, con l'Italia disponobile.

Secondo Unimpresa, la minaccia Houthi sul Canale di Suez, da dove passa il 20% delle merci del mondo, ha fatto crollare del 90% il traffico marittimo. Sono a rischio 5,5 miliardi di export agroalimentare italiano verso l'Asia, è stato l'allarme di Coldiretti. E la messa in campo di una soluzione europea potrebbe delineare un importante precedente verso una difesa comune. Un ambito, quello della difesa, spesso caratterizzato da interessi nazionali divergenti e frenato dai veti incrociati degli stati membri.