L’anno 2024 sarà decisivo per le ZES

ZES-SUD

strategiche per affrontare

Roma. Le Zone Economiche Speciali, che già favorivano il libero scambio di merci tra nazioni differenti – come il Mercato Unico Europeo – furono istituite negli anni '50 del secolo scorso per migliorare i rapporti tra economie straniere e gettare le basi per costruire ponti e opportunità, e sicuramente non per accrescere i conflitti come in questi ultimi anni.

Le ZES sono piccole isole ‘a statuto speciale', nelle quali costi logistici, barriere doganali e di comunicazione sono limati al massimo per favorire gli scambi: si tratta di aree assai prospere dal punto di vista della logistica, da salvaguardare da infiltrazioni criminali.
Anche se in questo ultimo decennio sono in crescita, nel mondo, queste isole si stanno trovando in uno scenario a ‘quinte mobili' di un'economia marittima globale pervasa da crisi geo-politiche interessate a garantirsi il ‘focus' di vari flussi merceologici e soprattutto di quello energetico.

Un continente europeo – l'Occidente – alle prese con la rivalità geo-economica tra gli Stati Uniti e la Russia; la zona medio-orientale afflitta dal conflitto tra Israele e Palestina, fino all'Estremo Oriente con la rivalsa di Pechino su Taiwan; queste situazioni stanno mettendo a rischio la libera circolazione di merci e di persone.
Dal 2013 in poi, sono state istituite in Cina 12 ZES, costituendo la China Special Economic Zones. Sulle singole aree cinesi si hanno scambi economici in interi distretti industriali eletti a Free Trade Zone, con un'alta specializzazione.

Le ZES nel mondo sono circa 5.400: l'UNCTD (United Nations Conference on Trade and Development) ne ha contate un migliaio di nuove solo negli ultimi 5 anni e ulteriori 500 sono attese nei prossimi anni.
Accordi commerciali preferenziali e tariffe ridotte, queste zone permettono a imprese, anche piccole, di accedere a mercati inesplorati con una crescita economica responsabile. Le ZES non solo strumenti per potenziare la resilienza economica, ma anche per favorire lo scambio culturale e la comprensione reciproca tra le nazioni. Nella speranza che connettività globale, dinamismo economico, innovazione, diversificazione commerciale, sviluppo sostenibile e scambio culturale non siano solo slogan.

In Italia si sta andando verso una ZES unica dell'intero Mezzogiorno, grazie alle Regioni meridionali che stanno evidenziando una resilienza alle crisi degli ultimi anni e con rilevanti potenzialità di rilancio.
Aver puntato, in questi ultimi anni su fattori di sviluppo, come la strategia delle tre C: competenze (formazione all'innovazione), connettività (infrastrutture adeguate) e competitività (iniziativa imprenditoriale) delle imprese, ha rafforzato l'economia del Mezzogiorno; e questo grazie anche ad interventi mirati con investimenti a sostegno delle transizioni – energetica, digitale e tecnologica – e nel formane un'occupazione di qualità. In questo contesto le risorse del PNRR e la istituzione della ZES Unica (con le proprie risorse, budget di 4,5 miliardi di euro, da ripartire nel triennio 2024-2026) – saranno fondamentali per la crescita del Paese, ed in particolare del Mezzogiorno.

La Zona Economica Speciale Unica, introdotta dalla legge nr.162 del novembre 2023, dal 1° gennaio 2024 ha sostituito le 8 ZES che attualmente insistono sul territorio meridionale e che ricomprende i territori delle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna. E sempre, dal 1° gennaio 2024, è istituito, presso la Struttura di missione di cui all'articolo 10, lo Sportello Unico Digitale ZES per le attività produttive nella ZES unica, denominato S.U.D. ZES, nel quale confluiscono gli sportelli unici digitali attivati, comma 2, ed al quale sono attribuite, nei casi previsti dall'articolo14, le funzioni dello sportello unico per le attività produttive (SUAP).

Un'unica Area ZES in cui le imprese insediatevi avranno vantaggi che vanno dal credito di imposta (nella misura massima consentita dalla Carta degli Aiuti a finalità regionale 2022-2027 e nel limite massimo di spesa definito) alla possibilità di ottenere agevolazioni burocratiche e doganali, e facilitazioni offerte anche dalle singole Regioni aderenti al nuovo modello. Sara facilitato un collegamento con lo sviluppo portuale e logistico del Mezzogiorno accogliendo import-export oriented e non necessariamente con la ‘via della seta' o con quella del ‘cotone'; ma imprese che rispondono alle proprie esigenze di movimentare proprie merci e raggiungere mercati di riferimento/approvvigionamento.

Una ZES Unica legata al Mediterraneo, capace di connettersi con tutte le modalità di trasporto alle altre aree per favorire nuovi investimenti, nuovo traffico portuale e nuova occupazione.