La crisi logistica proveniente dal Mar Rosso rappresenta una minaccia per l’economia globale di fine anno.
Shanghai. I ribelli yemeniti che sostengono il gruppo armato palestinese Hamas continuano ad attaccare le navi mercantili nel Mar Rosso, ostacolando la rotta marittima più breve tra l’Asia e l’Europa.
Di conseguenza, le tariffe di trasporto internazionale sono aumentate e i prezzi internazionali del petrolio, precedentemente stabili, stanno subendo fluttuazioni.
I conflitti in corso in Medio Oriente e in Europa e le prospettive economiche incerte stanno sollevando preoccupazioni sul fatto che la crisi del Mar Rosso possa innescare il ripetersi di interruzioni della catena di approvvigionamento globale e comportare rischi di inflazione.
Il Mar Rosso è un mare di passaggio importante per le navi che fanno rotta tra l’Asia e l’Europa attraverso il Canale di Suez. È fondamentale per facilitare il 12% del commercio globale di merci e accogliere il 30% del traffico marittimo di container. Anche la maggior parte delle spedizioni di petrolio e gas naturale dal Medio Oriente verso l’Europa e il Nord America seguono questa rotta.
Anche se molte compagnie, causa degli attacchi indiscriminati delle navi da parte dei ribelli yemeniti, hanno recentemente sospeso il trasporto attraverso il Mar Rosso, circumnavigando l’Africa; mentre altre compagnie, accogliendo con favore l’Operation Guardian of Prosperity messa in mare dagli USA con altri Paesi (tra cui l’Italia) per salvaguardare il commercio marittimo, stanno rientrando sulle rotte del Mar Rosso.
Dall’inizio di questa crisi, le tariffe globali del trasporto marittimo, che avevano mostrato segni di ripresa dopo la pandemia, sono aumentate da tre a quattro volte in una settimana. I costi di spedizione dei container dalla Cina al Regno Unito sono aumentati di oltre quattro volte. Le società di distribuzione globali, tra cui IKEA, hanno accusato ritardi nelle consegne a causa di interruzioni nella logistica.
L’impennata delle tariffe di trasporto marittimo ha successivamente aumentato le tariffe di trasporto aereo e terrestre. Ciò implica che più a lungo persiste la crisi del Mar Rosso, più pronunciata potrebbe diventare l’escalation dei costi logistici, esercitando potenzialmente una pressione al rialzo sui prezzi complessivi dei prodotti e alimentando ancora una volta l’inflazione.
Con il persistere dei rischi della catena di approvvigionamento a causa del conflitto in corso tra Stati Uniti e Cina, le ripercussioni della guerra in Medio Oriente si sono estese alla crisi logistica del Mar Rosso, sconvolgendo ulteriormente il panorama della sicurezza economica globale.
Pertanto, l’industria e vari Governi, soprattutto asiatici, devono sviluppare un piano di emergenza per lo scenario peggiore. Poiché gli hub logistici globali continuano a emergere come punti focali di conflitto, vi è un urgente bisogno di stabilire un sistema che monitori costantemente la situazione del commercio internazionale e implementi contromisure preventive.