(Spiegamento navale della coalizione; foto courtesy US Navy)
Nove nazioni aderiscono alla U.S. mission ‘Operation Prosperity Guardian‘, per la protezione del commercio marittimo nel Mar Rosso, rispondendo a una campagna di mesi di attacchi missilistici e droni da parte della milizia ribelle Houthi dello Yemen; intanto ieri una chemical tanker norvegese è stata colpita da oggetto ignoto procurando un incendio a bordo e subito domato.
Washington. La situazione rimane caotica con alcuni dei rapporti non confermati e le compagnie di navigazione che si allontanano sempre più dalla regione in attesa di una risposta militare al fine di garantire la sicurezza marittima di quell’area.
Gli Stati Uniti guidano già una coalizione internazionale da lungo tempo con sede in Bahrain, chiamata Combined Maritime Forces. Mentre le navi da guerra americane (e più recentemente britanniche e francesi) sono sulla scena per difendere le spedizioni dagli attacchi aerei, gli altri partner del CMF risultano assenti. Esiste una certa riluttanza, da parte di alcuni partner, nell’affrontare i ribelli Houthi per evitare di turbare i loro sponsor iraniani, e forse per non trascinare Teheran nel conflitto Israele-Hamas o per contrastare un nascente riavvicinamento tra Iran e Arabia Saudita.
Il gruppo ribelle Houthi ha iniziato ad attaccare le spedizioni internazionali il mese scorso in risposta all’operazione israeliana a Gaza. A novembre il gruppo ribelle armato ha colpito una nave car – carrier legata a Israele nel Mar Rosso, dirottandola verso il porto di Hodeidah. Durante le settimane successive, le unità Houthi hanno attaccato navi mercantili con droni e missili e hanno ampliato la loro lista di obiettivi target, includendo tutte le navi dirette verso i porti marittimi israeliani.
Ieri, il segretario alla Difesa USA Lloyd Austin ha dichiarato che un gruppo di partner CMF parteciperà finalmente alla protezione di sicurezza marittima nel Mar Rosso sotto la bandiera della coalizione. L’attuale CTF 153 di CMF ha giurisdizione sull’area, e si chiamerà ‘Operation Prosperity Guardian’.
L’elenco dei 10 partecipanti comprende Stati Uniti, Regno Unito, Bahrain, Canada, Francia, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Seychelles e Spagna. Altri 29 membri sono assenti, tra cui Arabia Saudita, Qatar, Oman, Giordania, Iraq, Kuwait e Gibuti. Anche l’Egitto, la più grande potenza navale del Medio Oriente e il principale beneficiario finanziario del Mar Rosso – Suez, non parteciperà alla task force.
Sabato scorso, un cacciatorpediniere americano ha abbattuto 14 droni Houthi, e sempre ieri, una petroliera di proprietà norvegese è stata colpita nel Mar Rosso, mentre diverse altre navi hanno segnalato incidenti con l’escalation nella regione che continua nonostante la crescente presenza di forze della coalizione.
I gestori commerciali Uni-Tankers e il proprietario della chimichiera Swan Atlantic (lunga 146,5 metri con 49.999 dwt), registrata nelle Isole Cayman e non coinvolta in alcun modo nel commercio con Israele, hanno entrambi rilasciato dichiarazioni che confermano che la loro nave era stata colpita, esprimendo frustrazione per la situazione. Le aziende hanno confermato che la chemical tanker trasporta un carico di oli vegetali dalla Francia con una sosta in Arabia Saudita, e, mentre era in navigazione verso l’Isola di Reunion nell’Oceano Indiano, è stata colpita da un ‘oggetto non identificato’ questa mattina sul suo lato sinistro procurando un incendio a bordo, subito sotto controllo dell’equipaggio, in maggioranza indiano.
Diversi operatori hanno annunciato l’intenzione di evitare del tutto il Canale del Mar Rosso e di Suez, tra cui MSC, Maersk, Hapag-Lloyd e BP.