Pirati somali abbordano un peschereccio per pesca illegale

Pirati somali

( in azione;foto archivio)

Ritornano pirati somali dopo anni e le compagnie di navigazione sono state allertate di rimanere fuori delle acque territoriali della Somalia a causa del rischio di ‘rapina a mano armata’

. Sembrava solo un controllo sulla pesca illegale da parte di un peschereccio commerciale lungo la costa della Somalia ed invece è stato un tranquillo abbordo da parte di pirati di una ghenga locale sul’imbarcazione da pesca. L’attacco è stato rivendicato chiedendo un riscatto esoso di $ 400.000.

La Somali Broadcasting Corporation ha identificando la nave come ‘ALMERAJ 1′ mentre operava al largo delle acque settentrionali della Somalia nell’Oceano Indiano. I segnali dell’AIS dalla nave hanno evidenziato un continuo attraversamento verso nord e sud per la costa nelle ultime due settimane, navigando nell’area del Corno d’Africa e operando a velocità fino a circa 5 nodi.
Intanto, i pirati facevano ricapitare al proprietario della nave la richiesta del riscatto minacciando di effettuare ulteriori assalti alle navi della zona.

L’Agenzia britannica Ambrey, con consulenti esperti nella gestione del rischio marittimo, ha identificato la nave come un dhow che probabilmente stava eseguendo la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (UIU – Unreported, Illegal e Unregulated). (Dhow, nome arabo che designa un’imbarcazione con vela latina, utilizzata nella regione del Mar Rosso e dell’Oceano Indiano; imbarcazioni dotate di scafi lunghi e sottili, i dhow sono navi mercantili usate per il trasporto merci). Ambrey afferma che la nave operasse senza bandiera e senza alcun registro identificato, anche se la stampa locale afferma che operasse per l’Iran. Molte di queste navi apolidi sono coinvolte nel traffico di droga e in altre attività illegali.

La Somalia ha rigidi regolamenti di pesca concorrenti e nessuna nave straniera può operare nelle sue acque senza la sua approvazione. Corruzione, complicità di attori governativi o para-governativi, che a pagamento forniscono licenze di pesca, registrazioni di bandiere, documenti di esportazione falsificati e persino distaccamenti di sicurezza armati a bordo, è all’ordine del giorno in questa regione.

Dopo il costante calo degli attacchi dei pirati somali dal 2012, le flotte pescherecce straniere sono gradualmente tornate nelle acque somale, contravvenendo all’accordo provvisorio (Addis Abeba del marzo 2019) sulla condivisione delle risorse per quanto riguarda il settore della pesca.

Le Autorità locali della regione forniranno ulteriori dettagli sull’incidente, evitando forse una potenziale controversia tra due fazioni in Somalia. Il team internazionale per la sicurezza marittima, EUNAVFOR (European Union Naval Force) – Operazione ATALANTA, ha dichiarato di essere a conoscenza delle relazioni e si sta indagando per stabilire i fatti accaduti.

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