Si scrive il futuro del porto di Gioia Tauro

Iren-Sorgenia

(Foto courtesy )

Via libera alla grande opera del rigassificatore con il Decreto Energia. E il Consiglio regionale discuterà del futuro del porto alla luce della direttiva europea EU-ETS anti-emissioni

Roma. Per il Governo Meloni, il porto di è strategico per lo sviluppo di una mobilità dei flussi merceologici ed energetici in tutto il Mediterraneo. Nella seduta del Consiglio dei Ministri di oggi, il passaggio del Decreto Energia affermerà il porto calabrese come uno snodo anche livello energetico per la produzione, stoccaggio ed esercizio del GNL con il rigassificatore.

I rigassificatori di Porto Empedocle e di Gioia Tauro sono ‘interventi strategici di pubblica utilità, indifferibili e urgenti’, queste le parole pronunciate dal Presidente Meloni, e scritte nella bozza che illustra le misure contenute nel provvedimento elaborato dal Ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin. Si accelera su questi nuovi progetti di rigassificatori, in particolare quello di Gioia Tauro; un investimento di Iren e Sorgenia da 1,5 miliardi diventa importante per essere hub energetico strategico nel Mediterraneo con una capacità di 16 miliardi di metri cubi, più della metà delle importazioni di gas russo.

Secondo il Rapporto ‘Italian Maritime Economy’ elaborato dal Centro studi Srm del Gruppo Intesa SanPaolo, il Mezzogiorno potrebbe addirittura ospitare sette rigassificatori.

Il presidente dell’Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno meridionale e Ionio, ammiraglio Andrea Agostinelli, sul rigassificatore aveva tempo fa dichiarato che “si poteva fare anche subito. Il progetto prevede la costruzione di un pontile lungo 454 metri a ponente del porto in posizione esterna, le tubazioni corrono lungo il confine dell’area nord per uscire dall’area portuale e arrivare a circa  6 chilometri di distanza dove l’impianto verrà posizionato definitivamente. È un’area aeroportuale – ha precisato Agostinelli – gestita da un Consorzio regionale”.

Il presidente della , , ha rilanciato il progetto considerandolo “strategico per il rilancio dell’area portuale gioiese, sempre più centrale nel Mediterraneo, per aumentare l’autonomia energetica del paese e per creare un indotto anche in termini di nascita di un grande distretto agroalimentare grazie al connesso progetto della piastra del freddo: a sostenere questo progetto in particolare Confindustria con il presidente Bonomi”.

Già nello scorso luglio, con 168 voti favorevoli, 39 contrari e 55 astenuti, la Camera ha approvato la conversione in legge del decreto ‘misure urgenti per gli enti territoriali’e a livello energetico si aumentava la capacità di rigassificazione dell’Italia.

Intanto, a livello europeo, l’Autorità portuale di Gioia Tauro, al fine di scongiurare distorsioni del mercato, causate dalla EU-ETS, insiste sul fatto che le norme anti-emissioni potrebbero generare una fuga da parte di compagnie di navigazione negli investimenti nelle infrastrutture di terminal transhipment localizzati in territorio europeo.

“Per questo – ha ribadito anche ieri l’ammiraglio Agostinelli – occorre parificare i 5 porti europei, interessati dalla direttiva Ue-Ets, che hanno caratteristiche di percentuali di trasbordo pari o superiori al 65%, ai porti nordafricani equiparati ai porti europei in funzione antielusiva”.

Infatti, si cerca, a livello politico, una risoluzione del prossimo ‘Atto Delegato’ con un elenco di porti limitrofi non europei ma prossimi (Tanger Med e Port Said in primis) che ricadrebbero sotto la ‘clausola di trasbordo’, anche se ciò non è risolutivo della questione, mentre occorrerebbe l’estensione ai porti di transhipment europei dello status di Tangeri e Port Said.

Per evitare il rischio di collasso causato dagli effetti dell’Ets sulle emissioni, occorre la massima convergenza sulla mediazione politica a tre livelli: regionale, nazionale ed europeo.