(intervento del Sindaco di Taranto Melucci)
La 74esima assemblea pubblica di Federagenti “Porto Italia nel mondo che cambia” parte dal porto dei due Mari verso il Mediterraneo
Taranto. Dopo il benvenuto del presidente regionale di Raccomar, Marcello Gorgoni, agli Agenti Marittimi d’Italia, il Sindaco Rinaldo Melucci ha portato il saluto dell’amministrazione comunale a tutti gli operatori presenti dichiarando “che si parte sempre da un porto, poi si insedia una città e poi l’industria, portando economia e sviluppo ad un territorio”.
La presenza di Federagenti a Taranto – una città che sofferto molto in salute e ambiente da una industrializzazione spinta, ma che ha anche avuto ricchezza e sviluppo – è la dimostrazione di un segnale forte che gli Agenti e mediatori marittimi hanno voluto dare all’Italia tutta, sostenendo che dal mare e per il mare dipende tutta la nostra economia, anche in questo periodo di ‘crisi’ mediterranea (vedi guerra in Ucraina e in Israele).
“Siamo felici, quindi, ha continuato il Sindaco, per la scelta compiuta da Federagenti per questa assemblea: quando si parla di ‘blue economy’, di mare, del network degli operatori portuali, ci stiamo rendendo conto finalmente che stiamo uscendo dalle teorie e stiamo entrando nel vivo della pratica, stiamo parlando di un asset strategico del Paese e lo stiamo facendo a Taranto, da questo punto di vista una città di snodo perché sta diversificando i suoi modelli economici e commerciali”.
Il presidente nazionale di Federagenti, Alessandro Santi, ha illustrato il passo verso l’innovazione che gli Agenti marittimi stanno compiendo per una ‘digitalizzazione’ dell’intero settore compiuta. L’Italia dei porti e quella portuale ha bisogno di accorciare i tempi dei processi amministrativi e si richiede alle sole Capitanerie di Porto – unica Autorità Marittima Nazionale Competente – di ricevere tutti i dati relativi alle navi in arrivo negli scali italiani e di espletare tutte le pratiche relative alla sicurezza, al carico e ai passeggeri oltre ai dati complessivi riguardante principalmente la nave che scala un porto italiano. “Ogni anno scalano nei porti italiani – ha detto Santi – più di 69.000 navi coinvolgendo il lavoro di 9200 utenti e comportando l’adempimento di 515.000 formalità.
Per questo è stato firmato un protocollo/alleanza fra Capitanerie di Porto e Federagenti; un documento unico per abbattere i tempi amministrativi che riguardano navi, carico merci e passeggeri. Accordo quadro di collaborazione con il Comando Generale delle Capitanerie di Porto, con cui gli agenti marittimi fungeranno da ‘dichiaranti’ e quindi da ‘sentinelle’ per la verifica quotidiana dei risultati di semplificazione, efficientamento e quindi anche di miglioramento operativo delle navi con effetti economici tangibili così come con benefici altrettanto pratici sull’ambiente. Si parte proprio oggi da Taranto, con la firma congiunta dell’Ammiraglio Ispettore Capo Nicola Carlone, Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, e del Presidente di Federagenti, Alessandro Santi, per un’implementazione progressiva del sistema di digitalizzazione e di concentrazione dei dati sino al 15 agosto del 2025, data di apertura della European Maritime Single Window environment (EMSWe).
Nel porgere i saluti a nome delle due Autorità di Sistema Portuale della Puglia, il presidente dell’AdSPMAM, Prof Ugo Patroni Griffi, ha ricordato il periodo che lo shipping mondiale sta attraversando; ha ricordato l’importanza delle tecnologie ibride, elettriche e delle celle a combustibile a idrogeno che continuano a guidare la transizione verso un’industria marittima più verde. Si è soffermato sulle ultime novità normative internazionali dell’UE riguardanti il trasporto marittimo ecologico (UE-ETS), e come ripensare lo stoccaggio dell’energia, riguardo alle esigenze attuali, se si vuole raggiungere gli obiettivi globali di zero emissioni nette. “Porto Italia’ va bene – ha detto – se si pensa ad una regolamentazione di infrastrutture che abbiano tempi certi di realizzazione e procedure uniformi per tutti i porti italiani, per una giusta competitività del ‘sistema Italia’”.
Il significato – provocatorio – di ‘Porto Italia’ è stato illustrato dal presidente Federagenti Alessandro Santi. Una portualità diffusa lungo tutte le coste italiane, che trovi sintesi decisionale e strategica in una cabina di regia nazionale pubblico-privati in grado di fornire indicazioni di priorità strategica anche in tema di infrastrutture, di logistica indotta, di governance. Un sistema per i porti, come asset strategico del Paese, senza scopiazzare da altri modelli (spagnoli, olandesi, francesi o tedeschi) che non si adatterebbero ai nostri scali portuali, per tanti motivi, quello più importante per la nostra storia di tradizione marittima/marinara.
L’Assemblea poi ha accolto con applausi gli interventi di saluto del Vice Ministro Edoardo Rixi, interessato ai tempi di una riforma della portualità italiana, comunicando i risultati del suo viaggio in India, ha parlato della ‘via del cotone’; e del Ministro alla Protezione Civile e alle Politiche del Mare Nello Musumeci, che si dichiarato disponibile ad accettare suggerimenti e proposte che arriveranno dall’Assemblea di Federagenti.
(Firma del protocollo tra Federagenti e Comando Generale delle Capitanerie di Porto: Ammiraglio Ispettore Capo Nicola Carlone, Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, e Presidente di Federagenti, Alessandro Santi).