(Foto courtesy by Global Maritime Forum)
Il successo dei corridoi marittimi verdi dipende da un’azione politica mirata, tempestiva e trasformativa da parte dei Governi nazionali.
“L’obiettivo più importante per i Governi è ridurre il divario dei costi associati alle tecnologie scalabili e a emissioni zero, sbloccando così gli investimenti del settore privato”.
Copenaghen. I corridoi marittimi verdi si stanno avvicinando al loro momento decisivo. Nel novembre 2021, alla Conferenza delle parti di Glasgow, 21 paesi hanno firmato la Dichiarazione di Clydebank, segnalando la loro intenzione di promuovere lo sviluppo di corridoi marittimi verdi: rotte marittime specifiche in cui la fattibilità del trasporto marittimo a emissioni zero è catalizzata da una combinazione di pubblico e azioni private.
I prossimi due anni determineranno se riusciranno nel loro compito di accelerare la decarbonizzazione del settore marittimo e costruire il ponte verso il regime di conformità post-2030 che dovrebbe derivare dalla revisione della strategia sui gas serra dell’Organizzazione Marittima Internazionale.
Sebbene l’iniziativa del settore privato sia importante, solo i Governi nazionali hanno i mezzi, e probabilmente gli incentivi, per consentire questo successo. L’obiettivo più importante per i Governi è ridurre il divario di costo associato alle tecnologie scalabili e a emissioni zero, sbloccando così gli investimenti del settore privato.
Per il Global Maritime Forum e la Getting to Zero Coalition, il modo migliore per raggiungere questo obiettivo è attraverso la concessione di sussidi, con un diretto sovvenzionamento del trasporto marittimo nazionale attraverso i bilanci nazionali; concetto relativamente nuovo, ma esistono opzioni credibili, molte delle quali si basano su politiche già in fase di sviluppo in tutto il mondo.
Sussidi che dovrebbero essere indirizzati all’acquisto dei carburanti verdi, ma anche alle navi e a sostegno della trasformazione industriale nonché per supportare le attività di ricerca e sviluppo delle tecnologie abilitanti.
Il rapporto del Global Maritime Forum ha rilevato che il divario di costo tra le navi che operano con ammoniaca a zero emissioni e carburante convenzionale potrebbe essere colmato prima del 2030 e forse già nel 2026. L’ammoniaca è sempre più vista come una soluzione importante per la decarbonizzazione del settore marittimo, data la sua elevata scalabilità e il potenziale di utilizzo sulle rotte marittime a lunga distanza. Per il momento, tuttavia, le navi gasiere alimentate ad ammoniaca sono considerate significativamente più costose da possedere e gestire rispetto alle navi gasiere convenzionali.
Infine, il rapporto esplora la logica alla base dei diversi sussidi e confronta i potenziali vantaggi delle diverse combinazioni politiche. L’analisi suggerisce che i Governi dispongono di reali opzioni di azione. La fattibilità politica di questi sussidi dipenderà da quanto bene i corridoi verdi si allineeranno agli obiettivi nazionali più ampi e da quanto bene questi benefici strategici verranno colti e comunicati nel processo di elaborazione delle politiche.
Il Global Maritime Forum è un’organizzazione internazionale senza scopo di lucro che lavora per creare un’industria marittima decarbonizzata che supporti lo sviluppo economico sostenibile a lungo termine impegnandosi al tempo stesso per il benessere e la dignità umana. Istituito nel 2017, il Forum è finanziato attraverso una combinazione di sovvenzioni e contributi dei partner, ma opera indipendentemente da qualsiasi influenza esterna e non supporta le singole aziende. La maggior parte del suo staff, composto da circa 50 persone, opera nella sede centrale dell’organizzazione a Copenaghen, in Danimarca.