La nave dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale ha navigato 18 giorni
Da Trieste a Napoli, con tappe in Grecia e Adriatico meridionale per prendere parte a tre diverse iniziative scientifiche
TRIESTE– Golfo di Trieste, Mar Egeo, Adriatico meridionale e, infine, Golfo di Napoli. Si conclude la campagna che ha portato la nave Laura Bassi, la rompighiaccio italiana di proprietà dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale a navigare nel Mediterraneo per 18 giorni. La nave, comandata dal Capitano Vincenzo Caso, è partita da Trieste il giorno 10 giugno e ha contribuito a tre iniziative scientifiche diverse.
Carotaggi per la Carta Geologica Ufficiale d’Italia: il progetto CARG
La prima parte della campagna, si è svolta il 10 giugno nelle acque del Golfo di Trieste, dove la nave ha acquisito 3 carote di sedimenti per il progetto Carta Geologica Ufficiale d’Italia (CARG), in particolare per lo studio dell’area sommersa del Foglio geologico n.101-130 Trieste – Caresana di cui è responsabile Martina Busetti, ricercatrice della Sezione di Geofisica dell’OGS. Il Progetto CARG è un progetto coordinato dal Dipartimento per il Servizio Geologico d’Italia dell’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca ambientale – ISPRA, in qualità di organo cartografico dello Stato, svolto in collaborazione con le Regioni e le Province autonome, con il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) e le Università e prevede la realizzazione della cartografia geologica nazionale alla scala 1:50.000.
Dati per comprendere la geologia dell’Arco Ellenico: il progetto POSEIDON
La seconda tappa della campagna si è svolta nelle acque del Mar Egeo, più precisamente a Ovest del Peloponneso, fra il Golfo di Patrasso e le isole Ionie (Cefalonia, Lefkada e Zacinto), area di studio del Progetto Eurofleet POSEDION nell’ambito del quale dal 12 al 21 giugno si è svolta l’acquisizione di dati geofisici marini a bordo della N/R Laura Bassi.
“POSEIDON mira a studiare la geologia di una delle regioni probabilmente più complesse e relativamente poco valutate dal punto del rischio sismico, che si estende attraverso il dominio tettonico del Peloponneso occidentale e delle Isole Ionie” Spiega il capo missione Roberto Romeo del Centro di Gestione Infrastrutture Navali dell’OGS. “L’Arco Ellenico – continua Romeo – è una struttura tettonica dovuta alla subduzione della placca africana sotto la placca del mar Egeo. Questo sistema ha prodotto numerosi grandi terremoti, per lo più offshore, registrati dalla rete sismologica nazionale greca. I terremoti si verificano nelle zone di subduzione più spesso che altrove, causando un’intensa deformazione e i più grandi tsunami, e quindi le maggiori perdite economiche e di vite umane”. Per raggiungere gli obiettivi scientifici è stato raccolto un set di dati multiscala, con l’acquisizione di 1836 km2 di dati sonar Multibeam, di 954 km profili sismici a riflessione multicanale, di 1939 km di dati acustici ad altissima risoluzione e il prelievo di campioni del fondale marino con un carotaggio a 4221 m di profondità.
Questo progetto ha coinvolto un gruppo internazionale composto da personale di ricerca e tecnico dell’OGS insieme a colleghe e colleghi spagnoli, greci e italiani coordinati da César R. Ranero dell’Instituto de Ciencias del Mar-CSIC di Barcellona (Spagna), Paraskevi Nomikou del National and Kapodistrian University of Athens (Grecia) e da Filomena Loreto dell’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche di Bologna (Cnr-Ismar).
Hanno partecipato alla missione: Roberto Romeo (Capo Missione), Fabrizio Zgur (Project Manager), Daniela Accettella, Andrea Cova, Michela Dal Cin, Lorenzo Facchin, Max Iurcev e Gianpaolo Visnovic del Centro Gestione Infrastrutture Navali dell’OGS; Alessandro Bubbi della Sezione di Oceanografia dell’OGS; Matilde Ferrante della Sezione di Geofisica dell’OGS; Stefano Lizzi del Dip. di Gestione Finanza e Patrimonio dell’OGS; Marco Santulin del Centro Gestione Infrastrutture Navali.
Oltre al personale OGS sono stati ospiti a bordo: Irene Merino (Spagna), Giota Giogli (Marine Mammal Observer, Grecia), Danai Lampridou (Grecia), Elisavet Nikoli (Grecia), Valentina Ferrante (Cnr-Ismar), Serafeim Poulos – Grecia, Ramon Ametller (CSIC-UTM, Spagna) e Mario Sanchez (CSIC-UTM – Spagna).
Eurofleets è un progetto finanziato dall’Unione Europea per la condivisione delle infrastrutture di ricerca marina tra enti e istituti dei paesi membri. OGS è presente in Eurofleets sin dalla sua prima edizione del 2011, e questa è stata la prima volta che ha avuto modo di mettere a disposizione del progetto la N/R Laura Bassi, dopo le precedenti esperienze con OGS Explora.
Osservatorio EMSO-E2M3A che studia lo stato di salute del mare
Al termine del progetto POSEIDON, la nave si è spostata nel sud Adriatico per la campagna oceanografica FixO3-12, coordinata da Vanessa Cardin, che ha come obiettivo posizionare una nuova boa acquisita da OGS ed eseguire la manutenzione dell’Osservatorio Regionale EMSO-E2M3A. Questo osservatorio fa parte della rete di infrastrutture europee per l’osservazione dei mari profondi ed è gestito in collaborazione con l‘Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche di Bologna (Cnr-Isp).
“L’osservatorio marino, attraverso la boa superficiale e l’ancoraggio profondo, si dedica in particolare agli studi per caratterizzare i cambiamenti a lungo termine del Mare Adriatico in risposta alle forzanti climatiche locali. Tra gli obiettivi dell’osservatorio, vi è quello di fornire un monitoraggio multidisciplinare per studiare i processi alla base del funzionamento dell’ecosistema marino, soprattutto in relazione alle dinamiche di sequestro del carbonio e ai processi di acidificazione nelle acque profonde e, quindi, ai cambiamenti climatici” spiega Cardin.
La campagna oceanografica, che è in atto al momento, è iniziata con l’imbarco del personale a Bari il 23 giugno, e terminerà a Napoli entro fine mese. Durante la campagna, verranno anche raccolti dei profili dei principali parametri fisico-chimici (temperatura, salinità, ossigeno) e campioni d’acqua per lo studio del sistema carbonatico (acidificazione).
Partecipano alla missione: Vanessa Cardin (Capo Missione e responsabile dell’Osservatorio) e Julien Le Meur del gruppo di Oceanografia Fisica (PHYS), Alessandro Bubbi, Lorenzo Chiaruttini, Stefano Gustin del gruppo di Sviluppo tecnologico (TECDEV), Stefano Kuchler e Gilda Savonitto del Centro di Taratura e Metrologia Oceanografico (CTMO) dell’OGS, Carlotta Dentico (Università di Venezia) e Stefano Miserocchi (Cnr-Isp).
La nave approderà questo fine settimana a Napoli, dove sosterà per il rimessaggio in attesa di ripartire per la prossima missione in Antartide in autunno.
LINK
Eurofleet: https://www.eurofleets.eu/
Osservatorio EMSO: https://emso.eu/
FOTO:
1: la Nave Laura Bassi ormeggiata a Trieste (Crediti: OGS)
2: l’equipaggio a bordo della Nave Laura Bassi nel corso dell’ultima campagna nel Mediterraneo (Crediti: Roberto Romeo – OGS)
3: messa a mare del cavo sismico, strumento utilizzato nell’ambito delle operazioni scientifiche a bordo della Nave Laura Bassi nel corso dell’ultima campagna nel Mediterraneo (Crediti: Roberto Romeo – OGS)
4: Campionamento di parametri biogeochimici per studi relativi all’acidificazione dei mari a bordo della Nave Laura Bassi nel corso dell’ultima campagna nel Mediterraneo (Crediti: Vanessa Cardin – OGS)