A map of plans for Eni’s LNG production in Congo (source: Eni)
Eni lancia il progetto Congo FLNG per indirizzare la domanda europea
Pointe-Noire, Repubblica del Congo. Il presidente della Repubblica del Congo, Denis Sassou Nguesso e l’Amministratore Delegato di Eni, Claudio Descalzi, hanno posato ieri, a Pointe-Noire, la prima pietra di Congo LNG, il primo progetto di liquefazione di gas naturale del Paese e una delle principali iniziative di Eni per la diversificazione degli approvvigionamenti.
Il rapido scale-up di Eni di un progetto galleggiante di produzione di Gnl in Congo ha un impianto FLNG in fase di conversione e un altro in costruzione.
Quando sarà operativo, Congo LNG sfrutterà gli ingenti volumi di gas situati nel blocco Marine XII utilizzando due impianti galleggianti di Gnl al largo del Congo.
Secondo Eni, il gas proveniente dal giacimento servirà al fabbisogno interno di approvvigionamento di generazione di energia e trasformerà la Repubblica del Congo in un esportatore di gas naturale.
Il progetto ha due fasi incentrate sui FLNG. Nella prima fase sarà interessata la conversione del Tango FLNG, acquisito da Exmar nell’agosto 2022. Una volta operativo, il FLNG avrà una capacità di produzione di 0,6 milioni di tonnellate/anno (mta).
Eni ha affermato che la produzione inizierà in questo 2023 e la società si è assicurata un’unità di stoccaggio galleggiante da Exmar con un noleggio di 10 anni, che sarà basato su una nave metaniera convertita.
Costruito nel 2017, il Tango FLNG, simile a una chiatta, ha una capacità di stoccaggio di 16.100 m3 e una capacità di liquefazione fino a 0,6 mta. Il valore della transazione sarà compreso tra 572 milioni di dollari e 694 milioni di dollari, a seconda delle prestazioni di Tango FLNG durante i suoi primi sei mesi di attività al largo del Congo.
In questa prima fase, Eni punta allo sviluppo di Tango FLNG posizionando nearshore l’impianto di pre-trattamento del gas, installando una ulteriore piattaforma e perforando 12 pozzi.
Nella seconda fase dello sviluppo del progetto, Eni posizionerà offshore il secondo FLNG, installerà otto piattaforme aggiuntive e perforerà 29 pozzi. Questa fase incorporerà il secondo impianto FLNG, una nuova costruzione che fornirà ulteriori 2,4 milioni di tonnellate/anno (Mta) di produzione di gas, portando la capacità produttiva totale del progetto a 3 Mta.
Eni ha assegnato il contratto di costruzione dell’unità al Cantiere navale Wison (Nantong) Heavy Industry. La nuova nave galleggiante FLNG da 2,4 mta entrerà in esercizio nel 2025, secondo Eni, e avrà una lunghezza fuori tutto di 380 m, larghezza di 60 metri e profondità di 35 m. Sarà ormeggiata utilizzando un sistema a ‘giogo girevole’ sommerso in circa 40 m d’acqua nell’area di Nene Marine Field, a circa 50 km al largo della città portuale del Congo Pointe Noire. Sarà in grado di stoccare oltre 180.000 m3 di GNL e 45.000 m3 di GPL.
Congo LNG sfrutterà le enormi risorse di gas di Marine XII, soddisfacendo le esigenze di generazione di energia del Paese e alimentando anche le esportazioni di GNL, fornendo nuovi volumi di gas ai mercati internazionali concentrandosi sull’Europa. Il progetto, realizzato attraverso un programma di sviluppo accelerato e un approccio zero-flaring, vedrà l’installazione di due FLNG presso i giacimenti di Nenè e Litchendjili – già in produzione – e presso i giacimenti ancora da sviluppare.
Algeria, Camerun, Egitto, Guinea Equatoriale e Nigeria sono già esportatori di GNL in Europa e in Asia, ma secondo l’LNG Outlook 2022 della Shell, entro la metà degli anni duemilaventi, sarà necessario più Gnl per soddisfare la domanda globale. La previsione prevede che la domanda globale di Gnl salirà a 700 milioni di tonnellate entro il 2040, con un aumento del 90% della domanda del 2021. Sebbene gran parte di questa crescita della domanda proverrà dall’Asia, Shell sottolinea che l’Europa deve adottare un approccio strategico per garantire servizi affidabili e flessibili e una fornitura di gas in futuro per evitare l’esposizione a picchi di prezzo.
Si stima, come previsione, che a metà degli anni 2020 emergerà un divario tra domanda e offerta di Gnl e che saranno necessari ulteriori investimenti per aumentare l’offerta e soddisfare la crescente domanda di Gnl, specialmente in Asia.
L’Amministratore Delegato di Eni, Claudio Descalzi, ha commentato: “Oggi celebriamo l’avvio di uno dei principali progetti di Eni, reso possibile grazie alla collaborazione con la Repubblica del Congo e destinato a contribuire significativamente alla sicurezza energetica e alla competitività industriale italiana ed europea. Un risultato che testimonia l’importanza delle alleanze di lungo termine con i partner africani in una fase in cui occorre compiere importanti scelte strategiche sulla futura diversificazione delle rotte di approvvigionamento e dei mix energetici europei, nella direzione della accessibilità e disponibilità energetica e della progressiva decarbonizzazione”
Eni è presente in Congo da oltre 50 anni ed è, ad oggi, l’unica società attiva nello sviluppo delle sue risorse di gas, garantendo il 70% della produzione di energia elettrica nazionale attraverso la Centrale Electrique du Congo (CEC).
La società è fortemente impegnata a favorire la transizione energetica nel paese; nei giorni scorsi è avvenuta la consegna del Centro di Eccellenza per le Energie Rinnovabili e l’Efficienza Energetica di Oyo al Ministero dell’Istruzione Superiore, della Ricerca Scientifica e della Innovazione Tecnologica della Repubblica del Congo, che lo gestirà assieme a UNIDO (United Nations Industrial Development Organization). Inoltre, l’azienda sta sviluppando iniziative di produzione di agri-feedstock non in competizione con la filiera alimentare, da destinare alla bioraffinazione.