Pinna Nobilis, il più grande mollusco del Mediterraneo torna a popolare i nostri mari

È di qualche mese fa notizia del ritrovamento da parte della Capitaneria di Porto di Taranto, in collaborazione con l'associazione “Mare per sempre”, di alcuni esemplari vivi di , il più grande mollusco bivalve del . La scoperta è avvenuta durante uno dei numerosi monitoraggi dei fondali del Mar Piccolo. La cosiddetta “” è considerata specie ad elevato rischio di estinzione dall'Unione Europea e riconosciuta come specie protetta e tutelata dalla Direttiva Habitat e dalla Convenzione di Barcellona.

Questa importantissima specie vive esclusivamente nei nostri mari e svolge un ruolo preziosissimo negli ecosistemi costieri. Nel 2016 un'epidemia ne ha decimato le popolazioni, indebolendo l'incredibile numero delle biodiversità nel Mare Nostrum. Da qui la decisione di lanciare nel 2021 il progetto “: ” che avrà una durata di quattro anni, cofinanziato attraverso lo strumento finanziario dell'Unione Europea LIFE il cui obiettivo è, oltre a proteggere e monitorare le popolazioni sopravvissute, puntare al recupero della specie nei suoi habitat di riferimento.
Abbiamo chiesto alla Biologa marina qual è il ruolo di questa specie endemica nei nostri mari, con una storia molto antica alle spalle.

Elisabetta, ci puoi descrivere più da vicino le caratteristiche di questo straordinario mollusco gigante?
Si tratta del mollusco bivalve, cioè con due conchiglie, più grande del Mediterraneo. A differenza di altri bivalvi più diffusi, questo è un solitario. Vive con la base ben fissata nel fondale, grazie al suo bisso. Predilige le praterie di Posidonia oceanica con fondali sabbiosi da pochi metri di profondità fino ai 30-40m. Fornisce non solo bellezza e stupore a chi può osservarlo in acqua, ma soprattutto un riparo per altri organismi. Possiamo dire che ha un importante ruolo come grande filtratore, pensiamo alla famosa Tridacna sp. dei mari tropicali, ma soprattutto un sistema avanzato di simbiosi con alcuni crostacei e altri piccoli organismi bentonici che vivono attaccati alle due conchiglie.

Posidonia oceanica e Pinna Nobilis: è un connubio essenziale per la salvaguardia dell'ecosistema marino? E perché?
Credo che parlare di praterie di Posidonia oceanica possa risultare a volte troppo riduttivo per quel meraviglioso habitat sottomarino. La posidonia, fanerogama endemica del Mediterraneo, costituisce con le sue piante anche chilometriche, un sistema complesso con molteplici ruoli: come tutte le piante è sede della fotosintesi clorofilliana, per cui queste praterie sono polmoni per il mare, fornisce riparo ad organismi bentonici e a moltissime specie ittiche che la sfruttano come nursery per i giovanili, ha una importante azione di rallentamento del moto ondoso e quindi di protezione della fascia costiera sabbiosa. In questo contesto la Pinna nobilis, come altri molluschi bivalvi simili, ha trovato le condizioni ideali per crescere e adattarsi.

La sua azione filtrante trae beneficio dalla elevata quantità di nutrienti presenti nella prateria. Trova riparo e fornisce riparo a sua volta. La riduzione dei posidonieti a causa dell'inquinamento e dei metodi di pesca distruttivi nei confronti dei fondali, ha portato chiaramente ad esporre questi animali a gravi rischi. Non dimentichiamo che l'azione dell'uomo sul mare è stata e lo è tuttora diretta. Lo strascico, gli ancoraggi, gli inquinanti immessi dalle aree urbane e agricole e dalle aree portuali, arrivano prima di quegli effetti a lungo termine che vediamo con la tropicalizzazione del Mediterraneo. Mi riferisco anche alla pesca a scopo “ornamentale” e non solo alimentare di cui sono vittime tantissimi organismi marini come la Nacchera di mare (basta pensare al corallo rosso).

Per cui se l'habitat è danneggiato o frammentato, è chiaro che gli organismi che dipendono da lui, avranno vita difficile, o andranno incontro all'estinzione se sono esclusivi di quel tipo di ecosistema.

Quanto è importante questa specie per il nostro mare? Che ruolo svolge?
E' un filtratore e come tutti i filtratori è alla base dei popolamenti della maggior parte degli habitat marini. Rappresenta una risorsa importante per molti organismi in termini di “spazio colonizzabile” data soprattutto la complessità a piccola scala della rugosità delle sue meravigliose conchiglie. Si nutre, filtrando, e allo stesso tempo “purifica” l'acqua intorno a se, in stretta collaborazione con la pianta che la protegge.

Questo mollusco può vivere 20 anni, e nei 20 anni riprodursi annualmente una volta raggiunta la maturità. Conoscere il ciclo vitale di questi organismi, il loro habitat e le la moltitudine di interazioni attive anche in pochi metri di acqua o tra pochi ciuffi di Posidonia, è indispensabile per avere cittadini che, affascinati da questa complessità e dalla vita sotto il pelo dell'acqua, possano sentirsi in dovere di difenderla.

Fortunatamente ci sono molte organizzazioni oggi che a livello mondiale e locale, in modo totalmente volontario, operano perché questa consapevolezza aumenti a tutte le età. L'Associazione di Promozione Sociale FLOW è una di queste. Con sede a Brindisi ci occupiamo di divulgare in maniera coinvolgente e attiva, l'ecologia marina a piccoli e grandi. La portiamo nelle scuole con piccoli progetti per giovanissimi biologi marini e portiamo le persone a conoscere direttamente le bellezze dell'Oceano, a piedi lungo la costa, in acqua con maschere e pinne e con i kayak andiamo alla ricerca di grandi e piccoli cetacei della costa adriatica (progetto COLMARE https://www.brindisicolmare.it/).

Elide Lomartire