Draghi liberalizza le concessioni balneari

Roma. Il Consiglio dei Ministri di ieri 15 febbraio, sotto la presidenza del Presidente Mario , Segretario, il Sottosegretario alla Presidenza Roberto Garofoli, doveva esaminare anche della ‘proposta emendativa’al disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021 (A.S. 2469) in materia di demaniali marittime; dell’argomento ne avevamo dato notizie proprio ieri.  

Nella serata arriva la nota che il CdM, all’unanimità, ha approvato l’emendamento al disegno di legge concorrenza relativo alle modalità di affidamento delle concessioni demaniali. Il provvedimento rappresenta uno snodo cruciale per poter accedere ai fondi del Recovery Plan, come richiesto dalla Commissione europea.

La proposta emendativa mira a migliorare la qualità dei servizi con conseguente beneficio per i consumatori, a valorizzare i beni demaniali e, al contempo, a dare certezze al settore. 
Il testo prevede che le concessioni in essere continuano ad avere efficacia fino al 31 dicembre 2023; mentre a partire dal 1° gennaio 2024 le concessione saranno assegnate tramite gara.
Per assicurare un più razionale e sostenibile utilizzo del demanio marittimo, favorirne la pubblica fruizione e promuovere, in coerenza con la normativa europea, un maggiore dinamismo concorrenziale nel settore, il Governo è delegato ad adottare entro sei mesi dall’entrata in vigore del Disegno di legge Concorrenza, decreti legislativi aventi la finalità di aprire il settore alla concorrenza, nel contempo tenendo in adeguata considerazione le peculiarità del settore.  

I punti salienti dell’emendamento Draghi (testo di Giorgetti e Caravaglia della Lega) riguardano: equilibrio adeguato tra le aree demaniali in concessione e quelle libere o libere attrezzate; l’affidamento delle concessioni dovrà avvenire nel rispetto dei principi di imparzialità, di parità di trattamento, di massima partecipazione, trasparenza e adeguata pubblicità. Potranno essere avviate con bando di gara almeno dodici mesi prima della loro scadenza; favorire la massima partecipazione delle microimprese e piccole imprese, e di enti del terzo settore, con la definizione dei presupposti e dei casi per l’eventuale frazionamento in piccoli lotti delle aree demaniali da affidare in concessione; garantire un giusto rapporto tra tariffe proposte e qualità del servizio; l’aggiudicazione della gara terrà conto anche dell’accessibilità e la fruibilità del demanio, con particolare attenzione ai soggetti con disabilità; garantire la tutela dell’ambiente e dell’ecosistema.

Per il concessionario varranno le seguenti condizioni: avere esperienza tecnica e professionale già acquisita, in modo da non precludere l’accesso al settore ai nuovi operatori; soggetti che, nei cinque anni antecedenti l’avvio della procedura, hanno utilizzato la concessione come prevalente fonte di reddito per sé e per il proprio nucleo familiare; introduzione di clausole sociali per promuovere la stabilità occupazionale del personale impiegato dal concessionario uscente; la durata della concessione non deve essere superiore a quanto strettamente necessario per garantire l’ammortamento e l’equa remunerazione degli investimenti autorizzati, con divieto espresso di proroghe e rinnovi anche automatici.

In allarme le associazioni di categoria che minacciano barricate se il testo non sarà modificato in Parlamento, in particolare se non terrà in considerazione investimenti e mutui, le famiglie per cui lo stabilimento balneare è l’unico sostentamento, i lavoratori dei ristoranti e dovrà anche evitare che l’apertura del mercato porti a un’eccessiva concentrazione delle aziende in mani straniere.