Brindisi. Un ringraziamento al Direttore di Agenda Brindisi, Antonio Celeste, per questa bellissima foto che dimostra un forte legame al/con il mare della Città di Brindisi. A molti interessa la scalinata del Collegio Navale “Niccolò Tommaseo”, ritornata alla ribalta, dopo che il Comune ha deciso di pulirla dalle erbacce … quasi secolari! E speriamo che non si svegli qualche “buon pensante ex-parte” che voglia eliminare quelle colonne che ricordano sia lo stile estetico dell’epoca e sia la storia. La foto risale al 1958 e dimostra una lezione congiunta di Esercitazione Marinaresche e di Comunicazioni marittime. Due classi, la prima, una terza classe, sulla barca del Nautico ‘Carnaro” per una lezione di ormeggio e/o di pronti a salpare con l’armo di remi e vele.
Il secondo gruppo, sul piazzale, una quarta classe, si sta esercitando in ‘comunicazioni marittime’ con la modalità del codice bandierine e/o pennelli: il gruppo a destra trasmette e quello a sinistra riceve. E pensare che dopo cinque anni entrai anch’io in Collegio insieme all’amico, ora Comandante Nicola Dicosmo ed altri, come i friulani Heiman e Ricci. Il Collegio Navale, proposto FAI ‘luogo del cuore’, unico nella sua bellezza è la piena dimostrazione di come si possa guardare il mare da un’altra prospettiva. Nel 2012, intervenni a un convegno dal titolo rappresentativo: ‘Brindisi rinasce con il mare- la storia del Tommaseo’; convegno organizzato dall’associazione ‘Sviluppo e Lavoro’, per la candidatura a Sindaco di Giovanni Brigante.
Il convegno riuscì perchè fu accompagnato da un’interessante mostra fotografica, curata dal giovane Architetto Giorgia De Castro in cui erano mostrate non solo foto, ma soprattutto attività scolastiche legate al mare e che ancora una volta va il grazie della Città di Brindisi. In quell’occasione affermai che il ‘mare’ è certamente scuola di limite; ma la sua navigazione è origine e vita per la conoscenza della téchne-nautiké, del marinaio e del marittimo, del viaggio di colui che possiede metodo nel leggere la nautikè, quella del ‘mare’, tra la terra dell’oriente e quella dell’occidente che fa del mare un porto, un luogo di scambio e di passaggio, un margine, un varco, uno spazio dove gli uomini giungono e ripartono, arrivano e prendono congedo. Il Collegio Navale è stato ed è ‘storia della città e del porto di Brindisi‘; legame autentico di un’istituzione di Brindisi con il mare, con risvolti sociali ed economici.
Una città di mare, nata come città-porto, ospitando il Collegio Navale, ha dimostrato nei vari momenti storici un ruolo attivo nella panoramica delle economie marittime dell’Adriatico e più in generale del Mediterraneo. Stiamo parlando dei “profughi” istriani, fiumani, giuliani, del Golfo del Quarnero e della Dalmazia che trovarono in questa città antica accoglienza e fraternità cristiana. Per onorare i giovani di Zara, Pola e di Lussin Piccolo del Quarnero, si decise democraticamente di intitolare il Collegio Navale “Niccolò Tommaseo”, letterato Dalmato sostenitore della fratellanza tra le popolazioni slave e italiane, nato a Sebenico (Dalmazia) il 9 ottobre 1802. Morì a Firenze il 1 maggio del 1874 lasciando in eredità “Il Dizionario della lingua italiana” di otto volumi.
Nel Collegio Tommaseo trovarono sede, per opera del Capitano Giuseppe Doldo, una sezione dell’Istituto Nautico, una sezione del Liceo Scientifico ed una Scuola Media. L’Istituto Tecnico Nautico prenderà il nome di “Quarnero” italianizzato “Carnaro” con un referendum fra studenti “interni” del Tommaseo nel 1951; rettore era il Prof Pietro Mulè e tra i fondatori del Nautico vi era l’On. Carlo Scarascia Mugnozza. Il Collegio poi fu aperto ai brindisini che vi entravano alle 07.30 per l’alza bandiera; frequentavano il Nautico ed il pomeriggio alle ore 17.00 facevano ritorno a casa. La domenica il parco del Collegio Navale era aperto a tutta la cittadinanza, come pure l’uso dei campi sportivi e della palestra.
Brindisi, oggi come ieri, ha ora un forte bisogno di sistematizzare gli elementi fondanti di una simile tradizione; oggetti e attrezzi marinari, come anche i manufatti hanno bisogno di acquistare quel loro valore di documento e di fonte storica; hanno bisogno di uno ‘spazio’ naturale, del luogo e del tempo; è la storia degli oggetti che racconta la storia degli uomini che li hanno costruiti, usati con tutte le relazioni umani e sociali di una città di mare. Ed allora, non solo un quartiere marittimo e marinaro per eccellenza “Le sciabiche” ed il “Villaggio pescatori”, ma anche un manufatto, il Collegio Navale, già Accademia Navale, di alto valore patrimoniale; ‘segno’ con un senso e significato, di una storia a forte identità marittima marinara.