Roma-La mattina del 3 aprile, nelle acque del Golfo di Guinea, si è svolta un’esercitazione antipirateria che ha coinvolto la motonave “Grande Dakar”, del Gruppo Grimaldi, la Confederazione Italiana Armatori, la Centrale Operativa della Marina Militare, la Centrale Operativa del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera e la fregata “Luigi Rizzo”.
Il Golfo di Guinea è un’area particolarmente rilevante per il nostro Paese, in considerazione degli ingenti interessi nazionali che insistono nella regione e che necessitano di fruire del libero uso del mare per potersi sviluppare. Attualmente, sono presenti nell’area ben 25 navi mercantili di bandiera italiana, che assicurano il commercio marittimo nazionale e supportano le attività estrattive di petrolio e gas nella regione, dove ENI è tra le principali compagnie operanti. In uno scenario estremamente realistico, a largo delle coste ghanesi, è stato simulato un tentativo di abbordaggio della motonave “Grande Dakar” da parte di un gruppo di pirati.
L’esercitazione è iniziata con l’attivazione del sistema di allarme di sicurezza (SSAS – Ship Security Alert System) da parte della nave mercantile, che ha inoltrato il previsto segnale al Centro Nazionale di Coordinamento del Soccorso Marittimo (Maritime Rescue Coordination Center – MRCC), presso il Comando Generale delle Capitanerie di Porto. Ricevuto l’allarme, in coordinamento con l’armatore e con CONFITARMA, MRCC lo ha immediatamente rilanciato al Centro Operativo della Marina Militare, che ha così potuto attivare l’intervento della fregata “Luigi Rizzo” e avvisare le Marine dei Paesi partner e Alleati presenti nell’area, avviando così le necessarie azioni di cooperazione per la gestione dell’evento.
Subito dopo, per mezzo dei sistemi di monitoraggio satellitari, il Centro della Guardia Costiera ha individuato tutte le navi mercantili presenti nella zona dell’attacco pirata, procedendo così ad allertare le rispettive compagnie di navigazione nazionali del potenziale pericolo, nonché le locali Guardie costiere, per aumentare il livello della cornice di sicurezza nell’area. Nel frattempo, a bordo della “Grande Dakar”, il Comandante avviava le procedure previste dal piano di sicurezza, disponendo inizialmente il ricovero dell’equipaggio all’interno della Cittadella di bordo, mentre lui stesso e il timoniere rimanevano sul Ponte per assicurare il governo dell’unità.
Successivamente alla simulazione dell’abbordaggio dei pirati, il Comandante ed il timoniere, prima di fermare le macchine, si riunivano al resto dell’equipaggio nella Cittadella da dove, oltre al controllo del mercantile, sono state assicurate, e realisticamente provate, le comunicazioni con la nave della Marina Militare. La fregata “Luigi Rizzo” – da giorni impegnata nell’area del Golfo di Guinea in un’operazione di presenza e sorveglianza per contribuire alla libertà di navigazione, alla sicurezza e alla protezione dei mercantili lungo le principali linee di comunicazione marittima (Sea Lines Of Communication SLOC) – come avverrebbe nella realtà, appena ricevute le disposizioni operative da parte del Comando in Capo della Squadra Navale, ha rapidamente serrato le distanze e, in vista della “Grande Dakar”, ha disposto il decollo del proprio elicottero e messo a mare i propri gommoni veloci con il team di sicurezza composto dai Fucilieri della Brigata Marina San Marco per il successivo abbordaggio a protezione della nave.
L’esercitazione ha confermato la consolidata sinergia raggiunta fra il Comando in Capo della Squadra Navale, la Guardia Costiera, CONFITARMA e un’importante società armatoriale italiana quale il Gruppo Grimaldi, per un efficace contrasto ad attacchi di pirateria. In particolare, si sottolinea la performance del Comandante e dell’equipaggio della “Grande Dakar”: professionalità e competenza espresse in questo evento sono il risultato degli ingenti investimenti fatti dall’armamento italiano in termini di addestramento degli equipaggi onde essere pronti ad affrontare situazioni estreme.
L’obiettivo dell’esercitazione è stato, infatti, quello di mettere alla prova le procedure di comunicazione e coordinamento in caso di un attacco di pirati tra la Centrale Operativa della Marina Militare, quella della Guardia Costiera, CONFITARMA e le compagnie di navigazione interessate, nonché di verificare i piani di sicurezza interni messi in atto dall’unità mercantile coinvolta e le modalità d’intervento con un’unità militare a protezione di un mercantile vittima di attacchi.
L’esercitazione ha, inoltre, confermato la necessità di un costante scambio di informazioni e di sinergica collaborazione tra l’industria armatoriale e le istituzioni, che comprende oltre le regolari attività svolte dall’Autorità Marittima nazionale verso lo shipping nazionale, l’importante ruolo di “advisory” svolto dalla stessa Marina Militare attraverso una continua e costante condivisione di informazioni utili alla sicurezza della navigazione; attività quest’ultima condotta dalla cellula Naval Cooperation and Giuidance for Shipping (NCAGS) – operante in Italia presso il Comando in Capo della Squadra Navale – a supporto degli stessi Company Security Officers (CSO) delle compagnie nazionali che operano nell’area.