Il DT della vela azzurra Michele Marchesini parla dei Mondiali Down Under e fa il punto sulle selezioni olimpiche italiane
Si sono appena conclusi in Australia i Mondiali delle discipline acrobatiche 49er, 49er:FX e Nacra 17, nonché quello dell’ILCA Standard, singolo Laser maschile. Considerando gli altri Mondiali, sempre in Australia, di prossimo svolgimento (Windsurf RS:X maschile e femminile e ILCA Radial, singolo femminile) e quindi lo spostamento dell’attività in Mediterraneo con gli eventi clou a Palma di Maiorca per il Trofeo Princesa Sofia e soprattutto a Genova per la Coppa del Mondo che vale anche come ultima qualifica Olimpica continentale, facciamo il punto con lui sulla preparazione Olimpica.
Un bilancio del primo ciclo di Mondiali in Australia, gli Skiff 49er maschile e FX femminile, il Catamarano misto foiling Nacra 17, l’ILCA Laser Standard maschile.
Michele Marchesini – Partirei dal Nacra 17, dove, obiettivamente, le aspettative sugli Azzurri erano molto alte, sia alla luce della striscia di risultati positivi degli ultimi tre anni, in particolare i due titoli iridati consecutivi vinti dai nostri equipaggi, che dei riscontri diretti dal Campionato Oceanico proprio alla vigilia del Mondiale.
Il campo di regata di Geelong è una contro-baia interna, chiusa praticamente su tutti i lati, a parte della baia di Port Phillip (chiusa all’Oceano..). Un grande stagno senza onda che, come si prevedeva, non ha esaltato le differenze di conduzione o finezza di setting, allineando i valori sotto questo aspetto; inoltre le scelte non perfette di gestione dello schedule da parte dei comitati con conseguente immediata contrazione del numero di prove possibili è stato un elemento influente sul risultato finale sia di Bissaro-Frascari, comunque buoni quinti, che di Tita-Banti, oltre a un evidente appannamento di questi ultimi che, obiettivamente, hanno “steccato” la rassegna iridata. I segnali non verranno comunque sottovalutati, anche ricordando alcune analogie con situazioni 2015 e 2016.
Per quanto riguarda i 49er, non è possibile dare un giudizio sul risultato di Ferrarese-Chistè ma va espresso un plauso ai due ragazzi: per la caparbietà di volere andare avanti del timoniere dopo l’infortunio a Galati e per la grande prova di maturità sia agonistica che mentale con cui il giovanissimo prodiere del CV Arco ha esordito nel circuito internazionale delle Classi Olimpiche. Sono rimasto positivamente impressionato da questo prodotto del vivaio. Sul risultato in Bronze Fleet di Crivelli-Togni un “no-comment”, immagino che ci saranno sviluppi rapidi nei prossimi giorni anche dal lato Marina.
Un altro passo in avanti di Omari-Distefano negli FX, le ragazze hanno confermato il risultato del Mondiale 2019 di pochi mesi fa in Nuova Zelanda, a riprova di un livello in crescita tecnica e mentale. Bene anche Stalder-Speri, le due giovanissime gardesane hanno bisogno di raccogliere esperienze di questo tipo, il loro percorso è appena iniziato e questa, se non sbaglio, era la loro quinta regata in disciplina Olimpica; alcune ingenuità ci possono ancora stare, ma va detto che le due assorbono le nozioni velocemente.
Infine l’ILCA Laser maschile: condizioni diverse a Sandrigham da quelle di Geelong, con un campionato molto duro e fisico dove spicca tra quelle degli Italiani la performance elevata di Spadoni. Il timoniere del CC Aniene ha confermato un ottimo stato di forma, al di là della crescita di questi anni passata anche attraverso l’esperienza in Finn. Bene, in relazione al potenziale, Planchestainer, questo atleta può e deve crescere ancora, il gap accumulato per infortuni e altre vicissitudini va colmato il più velocemente possibile. Per gli altri due singolisti delle Fiamme Gialle, Coccoluto e Gallo, credo sia opportuno sospendere giudizi e lasciare i ragazzi e i tecnici Poggi e Negri tranquilli di lavorare con il gruppo fino alla regata di Genova.
Il 470 maschile e femminile sono gli unici a non disputare il Mondiale in Australia, l’appuntamento sarà in Spagna. Con quali prospettive, per queste due discipline dove abbiamo già il pass olimpico per nazione?
Michele Marchesini – Nelle due discipline “gemelle” dei 470, il Mondiale in programma a Palma a Marzo ci consente una programmazione più lineare in vista delle Olimpiadi, proprio in virtù della qualifica già acquisita. Abbiamo grande fiducia nelle capacità di Zandonà di portare i maschi a quella continuità di risultati che ancora un poco manca soprattutto con vento, come visto anche recentemente alla tappa di Coppa del Mondo di Miami, mentre il tecnico del comparto femminile Zucchetti si trova forse oggi con le ragazze a un punto più avanti, molto vicino al “click” che serve. Berta-Caruso sembrano avere un abbrivio positivo.
Genova World Cup, oltre a riportare in Italia per il secondo anno la grande vela olimpica, per di più nell’anno dei Giochi, sarà l’ultima possibilità per l’Italia di strappare il ticket per Tokyo nelle classi Laser Standard, 49er maschile, 49er FX femminile e Finn. Che tipo di regata prevedi sarà, e cosa servirà secondo te per raggiungere l’obiettivo?
Michele Marchesini – La selezione Olimpica continentale è sempre un evento particolare di suo, per dinamiche e intensità. Quest’anno a Genova prevedo una situazione molto “tirata” sui punti. La concomitanza di calendario che si è creata per parte Francese e WS con Hyères, di fatto spezzerà in due tronchi le flotte internazionali delle varie classi, la situazione che potrebbe determinarsi è che saranno necessarie posizioni altissime in classifica per qualificare la Nazione. Il podio potrebbe anche non bastare in alcuni casi. Servirà avere chiaro lo scenario in ogni istante, compresi i vari giochi fuori dalle righe, e nervi saldi da parte dei nostri ragazzi.
In attesa di sapere definitivamente in quali discipline la vela azzurra sarà alle Olimpiadi, e anche in base a quanto programmato nelle normative, quali sono i meccanismi e i prossimi passi per le selezioni interne? Quando possiamo attenderci l’annuncio dei selezionati da comunicare poi al CONI? Ci saranno scadenze diverse tra le varie discipline?
Michele Marchesini – Siamo entrati nella fase finale del percorso per la selezione degli atleti da proporre al CONI per le Olimpiadi. Meccanismo e tempi sono stati resi noti alla fine del 2018 e sono sostanzialmente i medesimi utilizzati per il ciclo Olimpico scorso, quando avevano portato in Brasile senza dubbi la migliore squadra possibile. Di fatto, la Federazione effettuerà una scelta valutando il livello dei singoli e le reali possibilità in funzione della regata sul campo di Enoshima e basandosi sulla performance ad eventi indicatori, comunque “pesati” per il loro livello tecnico, le condizioni trovate, le risposte e analogie con condizioni e situazioni della regata Olimpica. Viene data anche importanza ai riscontri raccolti agli allenamenti e test fisici, in maniera crescente all’avvicinarsi della scadenza. È possibile anche l’analisi dei punti ma solo quale uno dei possibili strumenti.
Nella scelta, data l’importanza e la delicatezza, tutto lo Staff viene coinvolto, anche se il primo passaggio è sempre quello tra la Direzione Tecnica e il tecnico di riferimento della disciplina, quindi tra questi due e gli altri tecnici, tra DT e Presidente e infine la sottoposizione al Consiglio FIV cui spetta il passaggio e la decisione finale.
Ora, gli eventi di osservazione sono distribuiti nei diciotto mesi tra Gennaio 2019 e Giugno 2020 e comprendono i due Mondiali e i due Europei, le tappe di Coppa del Mondo più il TPS di Palma e i Test Event Olimpici. Non ci sono scadenze fisse per classi ma una finestra unica, che si apre questa settimana e nel corso della quale la riserva può essere sciolta in qualsiasi momento, sempre che in una disciplina si ritenga raggiunto e consolidato un livello idoneo. Questo anche prima dello svolgimento di tutti gli indicatori.
In alcune classi la situazione è abbastanza nitida, in altre meno. La finestra si chiuderà necessariamente ai primi di Luglio con la scadenza della iscrizione da parte del CONI degli atleti alle Olimpiadi, anche se è evidente che i tempi del taper e rifinitura finale per la trasferta in Giappone saranno prioritari.
Molte Nazioni, e tra queste l’Italia, stanno affrontando scelte difficili nelle selezioni per la presenza di più equipaggi molto competitivi e di livello assimilabile, e qui la domanda che tutti si pongono sul Nacra Italiano alle Olimpiadi e ancora, quali sono le analogie e le differenze del sistema di selezione italiano rispetto a quelli di altri paesi?
Michele Marchesini – Stiamo vivendo un dualismo importante tra Tita-Banti e Bissaro-Frascari. I due equipaggi si stanno fronteggiando attraverso risultati che, visti nel loro insieme, mantengono il Nacra Italiano ai vertici Mondiali a tutte le regate di questi importanti diciotto mesi di osservazione interna e degli ultimi tre anni, se vogliamo essere completi.
La scelta non è semplice proprio in considerazione del livello dei due e delle aspettative. I confronti tra me e il tecnico Bruni sono continui e si spingono fino ai dettagli più sottili. Alla fine del Mondiale ho fatto un passaggio di sintesi con il tecnico, anche alla luce di risultati in condizioni che, dietro sua osservazione sapevamo avrebbero potuto essere molto distanti da quanto visto in Giappone: abbiamo convenuto su alcuni argomenti poi condivisi con il Presidente.
Domenica mattina ho quindi personalmente riunito i due equipaggi per fare con loro il punto della situazione in un confronto aperto e sereno. Diciamo che il primo passaggio è stato quello di complimentarmi con i ragazzi per il modo in cui stanno gestendo questa sfida in termini di sportività, rispetto e serietà. Non è poco e fa loro e a Bruni un grande onore. Poi, venendo al dunque ho comunicato che, allo stato attuale non si riscontrano elementi sufficienti per propendere per uno o l’altro equipaggio per le Olimpiadi e che dunque l’osservazione continua. Ulteriori dettagli specifici saranno illustrati se necessario entro breve ai due timonieri sul Garda.
Abbiamo proseguito con una analisi generale degli scenari di livello e condizioni che ci si può attendere nei quattro eventi indicatori ancora teoricamente disponibili. Per completezza è stato illustrato che la stessa analisi dei punti, comunque non vincolante, descrive uno stato di sostanziale parità, infine ho confermato la linea prioritaria assegnata a questa disciplina e di riflesso che qualsiasi esigenza, anche logistica, sarà piegata ai programmi e non viceversa, al fine di scendere in acqua a Tokyo 2020 per un risultato speciale.
Se vogliamo ora fare un confronto di quello Italiano con i meccanismi selettivi di altri Paesi, si deve premettere che nessuno pare aver trovato il “sistema perfetto”, se mai questo esistesse. Sicuramente i sistemi a punteggio secco, sulla cruda matematica tipo trials Americani di un tempo (ora anche gli USA hanno introdotto alcune complicazioni compensative), sono molto meno adottati di anni addietro e, anche dove si utilizzano, le Federazioni e Direzioni Tecniche si lasciano spesso margini correttivi discrezionali introducendo formule ad hoc. In soldoni, si seguono i punti ma magari con possibilità di riserva.
Guardando le Nazioni leader nel nostro Sport, abbiamo i Team GBR, AUS, NZL, NED che, al di là di eventuali livelli minimi interni per la conferma della disciplina, si affidano alla scelta pura, con una attenzione particolare alle condizioni attese alle regate Olimpiche e allo stato di forma degli equipaggi. Credo che questo sia l’approccio meno imperfetto.