RED BULL CLIFF DIVING: I VALORI E LE EMOZIONI DEI TUFFI DA GRANDI ALTEZZE

è il campionato internazionale di tuffi da grande altezze in cui gli atleti si tuffano da 27 metri di altezza (21 metri per le donne), un vero e proprio “volo” in caduta libera di appena tre secondi durante il quale atleti ed atlete compiono volteggi ed acrobazie affascinanti. Dal 2009, la World Series va in scena nelle più belle location di tutto il mondo, paesaggi naturali incontaminati e metropolitani, e spazia nelle acque di tutti i continenti.

Nel 2014 è stata introdotta la Women’s World Series, circuito dedicato alle donne che nel 2020 rinnova i propri standard all’insegna del “gender balance” (la parità tra sessi), equiparando il numero delle atlete titolari a quello del circuito maschile con 8 permanent diver al femminile.

Non c’è spazio per tensione, timore e nervosismo, ma solo duro allenamento, tanta concentrazione e un’incredibile capacità di controllare ogni più piccolo movimento del proprio corpo per eseguire il tuffo al meglio: il cliff diver si spinge oltre i limiti di ogni immaginazione lanciandosi in caduta libera per eseguire evoluzioni aeree che lasciano a bocca aperta, contando solo su preparazione fisica e controllo mentale.

Il cliff diving è l’arte della perfezione atletica, una che fonda le sue origini nel XVIII secolo nelle remote isole del Pacifico, dove l’usanza Hawaiana del “Iele kawa”, letteralmente “spiccare il volo da un’alta scogliera, entrando in acqua senza sollevare neanche uno spruzzo” costituiva una cerimonia di iniziazione per i guerrieri del Re Kahekili. Gli atleti del cliff diving si tuffano senza alcuna protezione da un’altezza incredibile, tre volte quella , pari ad un palazzo di 9 piani, raggiungendo gli 85 km/h di velocità nei soli 3 secondi di caduta libera verso l’acqua: concentrazione, abilità tecnica, coraggio, controllo fisico e mentale sono le caratteristiche fondamentali che non possono mancare alla loro preparazione, per cercare di conquistare l’ambito trofeo che prende il nome proprio del Re Hawaiano Kahekili.

Per arrivare in piena forma fisica e mentale alla gara, i cliff diver si preparano attraverso diverse fasi di allenamento.

La prima fase si svolge in palestra: prima di entrare in acqua, infatti, è fondamentale migliorare la tenuta muscolare, l’elasticità, l’equilibrio nelle verticali e i salti mortali attraverso un training specifico, con esercizi simili a quelli della ginnastica artistica, ovvero corsa con andature diverse, balzi per la reattività e capriole in aria, esercizi per sviluppare l’elasticità e l’equilibrio, tra cui le verticali ad occhi chiusi e tantissimi addominali, fondamentali per controllare le evoluzioni in aria.

La seconda fase è dedicata all’allenamento in piscina. Dalla piattaforma dei 10 metri (la più alta a disposizione) gli atleti esercitano separatamente le tre parti che compongono il tuffo: stacco dalla piattaforma, esecuzione in aria e entrata in acqua. Gli atleti costruiscono il tuffo completo solo mentalmente, per poi provarlo nella sua completezza solo in gara e nei pochi tuffi di riscaldamento che precedono la competizione.

Questa scomposizione del tuffo e le poche occasioni di provarlo prima della gara, sono una delle differenze principali tra l’high diving e i tuffi tradizionali. I cliff diver provano il tuffo da 27 metri pochissime volte prima della gara: in media 3 volte, i più esperti anche solo 1 volta, un numero decisamente inferiore rispetto agli 80-100 tuffi effettuati in prova dai tuffatori tradizionali dai trampolini di 1,5 e 3 mt.

Come per tutti gli sportivi di alto livello, anche per i cliff diver professionisti l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale nella preparazione: cereali integrali, verdure, carne bianca non possono mancare. Gli energy drink sono poi utili per fare il pieno di energie prima della gara e per il recupero psico-fisico al termine.

Il Cliff Diving è una disciplina tanto spettacolare quanto impegnativa: “Sicuramente non è uno sport per tutti – afferma Claudio De Miro, Capo della Giuria Internazionale della World Series, da oltre 25 anni giudice nelle competizioni di tuffi da grandi altezze – e richiede una preparazione. Non è solo questione di tecnica, la testa gioca un ruolo fondamentale. E non deve mancare una certa dose di pazzia! Nella mia lunga carriera di giudice, ho incontrato moltissimi tuffatori tradizionali (tra i quali Tania Cagnotto!) che ammettono che non si tufferebbero mai da queste altezze vertiginose. Non è un caso infatti se in tutto il mondo sono solo poco più di una ventina gli atleti che competono a questi livelli e in Italia, al momento, Alessandro non ha colleghi”.

Nella Red Bull Cliff Diving World Series tutto avviene garantendo il massimo della sicurezza agli atleti. Una nutrita squadra di professionisti e sub verifica scupolosamente che tutte le condizioni della location dove avviene la gara siano idonee: profondità del fondale (almeno 5 metri), assenza di scogli, e atmosferiche.

La disciplina del cliff diving mette gli atleti a stretto contatto con l’ecosistema. La natura, infatti, è il terreno di gioco del Cliff Diving, nonché prezioso alleato di ogni tuffatore dalle grandi altezze in questo incredibile sport fra cielo e mare. Diversi highdiver nel corso degli anni hanno preso parte ad iniziative di sensibilizzazione per la salvaguardia ambientale, proprio a difesa degli habitat naturali che consentono di svolgere la disciplina. È questo il caso del Clean Cliffs Project, lo splendido progetto internazionale fondato da Eleanor Townsend Smart e Owen per sensibilizzare sui temi dell’ della plastica, con campagne mirate per pulire , mare e scogliere, e proteggere gli animali e l’ambiente. Per il secondo anno consecutivo il progetto di salvaguardia ambientale viaggerà con la Red Bull Cliff Diving World Series, permettendo di coniugare la passione per lo sport a temi etici e di sostenibilità.

Concentrazione, preparazione tecnica e mentale e un pizzico di pazzia sono le caratteristiche necessarie per questa disciplina affascinante: uno spettacolo concentrato in 3 secondi di pura adrenalina, ma che emoziona in eterno.