PATAGONIA STA CAMBIANDO L’INDUSTRIA DEL SURF

Una linea completa di mute certificate Fair Trade e un tour europeo per incoraggiare le persone a riparare e riutilizzare i propri capi

()– Nel 2018, ha fatto un passo importante per portare un cambiamento nell’industria del surf, realizzando la sua linea di mute Fair Trade Certified™. Investendo nella certificazione Fair Trade per la più grande fabbrica di mute al mondo, la SHEICO, Patagonia ha così incentivato le altre aziende ad unirsi alla causa e a sostenere i collaboratori che lavorano alla realizzazione dei prodotti.

Questo sviluppo ha seguito il lancio, nell’autunno 2016, della prima muta al mondo senza neoprene firmata Patagonia e creata con gomma naturale Yulex®, proveniente da fonti certificate Forest Stewardship Council® da Rainforest Alliance.

Le mute Patagonia sono state riformulate in modo da essere non  solo le più ecologiche del , ma anche quelle che vantano maggiore responsabilità sociale. Lavorando con il produttore SHEICO e con il partner per la fornitura di gomma naturale Yulex, Patagonia realizza ora mute intere da surf esclusivamente con questo materiale innovativo, senza neoprene, più leggere, più comode e con una migliore vestibilità. A questo si aggiunge l’utilizzo di tessuti esterni tinti in massa e di colla a base acquea per ridurre ulteriormente l’.

La produzione delle prime mute da surf Fair Trade Certified™ consente inoltre alle persone che lavorano alla realizzazione dei prodotti di essere trattate con il rispetto che meritano. Per ciascuna muta fabbricata, i lavoratori ricevono un premio che può essere utilizzato come investimento sociale per la collettività o per migliorare il loro standard di vita. La certificazione garantisce anche che la fabbrica sia conforme agli standard di Fair Trade USA in materia di condizioni di lavoro sicure. Già nella primavera 2017 l’intera linea di short da mare e bikini Patagonia era Fair Trade Certified™: attualmente, infatti, l’azienda vanta il maggior numero di articoli con questa certificazione rispetto a qualsiasi altro marchio.

Poiché SHEICO realizza la maggior parte delle mute da surf presenti sul mercato, aiutarla a diventare Fair Trade eleva il profilo della certificazione in tutto il settore del surf e consente anche agli altri marchi di aderire con facilità, qualora lo volessero.

Dave Rastovich, surfer e attivista globale di Patagonia, afferma: “Le aziende delle quali ci avvaliamo non sono solo piene di macchinari, sono anche piene di persone con famiglie, storie e un futuro che è stato trascurato dal settore per troppo tempo. Il commercio equo estende un senso di valore, riconoscimento e rispetto nei confronti di quei membri di una famiglia che sono spesso spinti ai margini”.

Belinda Baggs, surfer e attivista globale di Patagonia, aggiunge: “I surfisti sono collegati alla natura attraverso un legame speciale e, se verranno sensibilizzati su argomenti di cui non si è mai parlato nel mondo del surf, credo che pretenderanno sempre più un cambiamento nei prodotti che utilizzano. Ad esempio, conosciamo le conseguenze dell’inquinamento creato dalla produzione di neoprene. Ora che sono disponibili alternative ad alte prestazioni come lo Yulex, vedo un movimento che cresce e che richiede nuovi materiali e migliori metodi di produzione”.

Oltre a realizzare mute di alta qualità progettate per durare nel tempo, per l’estate 2019 Patagonia è presente in diverse località iconiche del surf con il suo Worn Wear Tour.
Ideata nel 2013, la campagna Worn Wear è stata creata per incoraggiare le persone a prendersi cura dei propri capi, aggiustandoli per fare in modo che durino il più a lungo possibile. Riparare l’attrezzatura e utilizzarla per molte stagioni, anziché ricomprarne di nuova ogni anno, è uno dei gesti più importanti che possiamo fare per ridurre l’impatto ambientale complessivo e proteggere il nostro pianeta.
A Hossegor, Lahinch e altri spot europei, sarà possibile far riparare gratuitamente dal team Worn Wear le proprie mute e attrezzature, di qualsiasi marchio esse siano.

Scopri le date del tour europeo qui.

PHOTO CREDIT: Al Mackinnon  Patch Wilson