Marina di Ravenna– Nono conosce sosta l’attività agonistica di Alessandro e Federico Caldari, portacolori del Circolo velico Ravennate che, sotto la guida del coach Stefano Marchetti, sono ormai considerati tra i più talentuosi interpreti del 420 e capaci anche nel corso del 2019 di confermarsi ai vertici di questa competitivo doppio, propedeutico al salto verso il mondo delle classi olimpiche.
Impegnato a bordo di ITA-5672, il binomio bizantino ha già archiviato i due main event della stagione – il Mondiale di Vilamoura (POR), disputato a inizio luglio, e l’Europeo di Vilagarcia (ESP), conclusosi da pochi giorni – e proprio con Alessandro abbiamo fatto il punto della situazione.
D: Con il Mondiale e l’Europeo disputati il bilancio della vostra stagione appare più definito…
R: Si, ed è un bilancio positivo: sia in Portogallo che in Spagna abbiamo regatato con determinazione, confermandoci competitivi in quasi tutte le condizioni. Abbiamo sofferto le condizioni di vento forte anche se tutta l’attività svolta da inizio stagione a oggi con il coach Stefano Marchetti ci ha permesso di sentirci più confondenti nelle nostre potenzialità.
D: Prima di parlare dei main event, puoi spiegarci come si è svolto il programma di allenamento definito con il Circolo Velico Ravennate?
R: Consapevoli che la costanza è alla base di tutto, da inizio anno a oggi non ci siamo fermati un week end: quando non eravamo impegnati tra le boe di qualche regata eravamo comunque in acqua seguiti dal nostro coach e dal Circolo Velico Ravennate, il cui supporto si sta rivelando fondamentale in questo momento della nostra carriera.
D: Parliamo del Mondiale: siete arrivati a Vilamoura forti dell’ottimo risultato ottenuto negli Stati Uniti lo scorso anno dove, finendo in top ten, vi eravate segnalati come miglior equipaggio italiano…
R: Purtroppo in Spagna non è andata altrettanto bene: con vento teso ci siamo trovati in difficoltà e abbiamo lasciato per strada qualche punto di troppo che le buone prestazioni fornite con vento leggero non ci hanno permesso di recuperare: di conseguenza siamo finiti fuori dalla lotta per la top ten, ma l’evento, vinto dagli spagnoli Wizner-Ameneiro, ha comunque rappresentato un notevole momento di crescita perché ci ha permesso di capire il nostro stato di forma e i punti sui quali continuare a lavorare. E’ stata una manifestazione davvero impegnativa, nel corso della quale speravamo di poter far meglio visto che il nostro percorso di avvicinamento al Mondiale era stato piuttosto convincente: nel corso degli eventi validi come qualificazione per Mondiale ed Europeo eravamo risultati sempre molto competitivi.
D: Neppure il tempo di tirare il fiato che è stato tempo di Europeo…
R: Della performance fornita all’Europeo siamo più soddisfatti: nonostante un inizio complicato siamo riusciti a raddrizzare la situazione centrando prima la qualificazione per la Gold Fleet e poi, grazie a un primo di giornata, un post in top ten che ci ha permesso di segnalarci nuovamente come miglior equipaggio italiano.
D: L’ingresso in Gold Fleet ha rappresentato quasi una valvola di sfogo…
R: Senza dubbio una volta definite le flotte ci siamo resi conto di avere un atteggiamento mentale diverso, di poter essere più aggressivi. Inoltre siamo riusciti a prendere bene le misure al campo di regata, caretterizzato dall’acqua piatta e da salti di vento che talvolta hanno superato i quaranta gradi. Una situazione molto complicata, che abbiamo gestito senza troppi affanni riuscendo ad ottenere ottimi spunti dalla barca, a dimostrazione della qualità del lavoro di messa a punto che stiamo portando avanti da ormai due stagioni.
D: Quali altri appuntamenti vi attendono da qui a fie stagione?
R: Ora ci attende un po’ di vacanza, poi inizieremo a lavorare per preparare al meglio l’Italiano in programma a Bari a settembre: ci teniamo a chiudere il 2019 in modo brillante.
D: In chiave 2020 su cosa puntate?
R: Ci aspetta una nuova stagione in 420 che abbiamo in animo di preparare con una serie di allenamenti in località ventose, al fine di migliorare passo e conduzione anche in regime di brezza tesa. Poi arriverà il momento di guardarsi attorno puntando ad altre classi: 470 e Nacra si sono indirizzati verso il doppio misto e considerato che io e Federico vogliamo continuare a regatare insieme un passaggio naturale potrebbe essere quello verso il 49er. Guardando oltre al mondo delle derive ci affascinano molto i monotipi come i Melges e i J/70 e ci piacerebbe fare qualche esperienza anche in quell’universo.
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