Bari–Confetra Puglia, sezione pugliese della Confederazione Generale italiana dei trasporti e della logistica, intende prendere posizione nel surreale dibattito apertosi e relativo alla realizzazione delle infrastrutture portuali a Brindisi. Riteniamo, infatti, che il porto di Brindisi sia di importanza strategica per lo sviluppo economico della Puglia e dell’Italia.
Brindisi dispone di un porto che per collocazione geografica è nelle migliori condizioni per intercettare i nuovi traffici portuali del mediterraneo, ed in primis il traffico di rotabili che origina da est o dai paesi del Medio Oriente e del Nord Africa. Infatti le proiezioni statistiche mostrano un incremento del traffico verso l’Italia e, attraverso questa, verso occidente o verso il centronord Europa. Traffico che può restituire al nostro Paese, e soprattutto alle regioni meridionali, quella centralità logistica da tempo appannata.
Il corridoio 8 Durazzo – Varna, l’autostrada Egnatia che attraverso la Grecia giunge in Turchia e in Bulgaria intersecando la Via della Seta, l’interesse della Turchia, dell’Egitto e di Israele verso porti meridionali alternativi a quelli settentrionali danno concretezza alle previsioni di traffico. Unitamente alla buona infrastrutturazione del porto di Brindisi (viaria, aereoportuale, ferroviaria) che permette tutte le modalità del trasporto combinato ed intermodale.
Tali opportunità sono però frustrate dalla carenza di adeguati fondali e di accosti veloci e sicuri per i traghetti. Finalmente, i progetti idonei a rilanciare il porto di Brindisi – consentendo di attrarre un traffico alternativo a quello del carbone, sinora assolutamente prevalente e oggi in vistoso declino a ragione dei processi di decarbonizzazione – sono stati ammessi a finanziamento e sono dunque cantierabili. Sorprende dunque che ci sia una frangia, seppur minoritaria, della popolazione che si opponga allo sviluppo del porto e con esso della città. Che ostacoli la creazione di occupazione e di attività economiche suscettibili di assorbire i lavoratori in uscita dall’industria del carbone.
Che voglia tarpare le ali allo sviluppo della Zes brindisina che, senza un porto adeguato, non potrà mai decollare. Tanto più che la realizzazione dei nuovi accosti favorirebbe la fruizione, da parte dei brindisini, del loro porto: realizzando un grande parco urbano, riqualificando e rendendo accessibile a tutti l’area archeologica, dotando la città, nel villino Skirmunt, di un museo che racconti la sua plurisecolare storia marinara.
Inoltre i nuovi accosti permetterebbero di consolidare e aumentare il traffico crocieristico, oggi sacrificato dall’angusto porto interno, che impedisce l’attracco delle navi più moderne e grandi, e dalla inadeguatezza degli ormeggi in area industriale, in prossimità delle carboniere.
Confetra Puglia, pertanto, auspica che la Città sia in grado di non perdere l’occasione di dotarsi finalmente di un grande porto, capace di accogliere tutte le concrete opportunità di crescita oggi offerte dal raddoppio del canale di Suez e dai nuovi scenari geopolitici che si stanno aprendo.
CONFETRA PUGLIA
Il Presidente
Avv. Felice Panaro