Il porto di Napoli è compreso tra l’antico molo San Vincenzo ad occidente e la Nuova Darsena di Levante ad Oriente e, a seguito dei numerosi interventi attuati, oggi, il porto di Napoli si presenta come un porto polifunzionale, che opera in diversi settori: traffico merci, traffico passeggeri e attività industriali; oltre a garantire la continuità territoriale con le isole maggiori e minori dell’Italia. Nel settore delle crociere, il porto di Napoli svolge essenzialmente la funzione di port of call per gli itinerari del Mediterraneo occidentale; si dimentica a volte che questo porto è anche un home port per i passeggeri dell’Italia meridionale. In chiave moderna, si può affermare che lo scalo partenopeo è divenuto il primo nodo del sistema logistico campano, capace di costruire un vero “sistema portuale” con Salerno e Castellammare di Stabia. Abbiamo posto alcune domande al Presidente dell’AdSP del Mare Tirreno Centrale, Prof. Pietro Spirito, e che riportiamo di seguito.
Presidente, partiamo dal nuovo Piano Operativo di sistema (Napoli, Salerno e Castellammare di Stabia) per gli anni 2016/2019/2020, quali opere condivise sono state realizzate? (Adeguamento infrastrutturale)
R. Sono in corso le principali opere di adeguamento infrastrutturale: innanzitutto i dragaggi, che si completeranno nella primavera del 2019, poi la progettazione dei collegamenti stradali e della nuova rete fognaria; e in corso la progettazione per il prolungamento della diga foranea e la ristrutturazione della Immacolatella Vecchia, il più antico edificio del Porto passeggeri, realizzato dall’architetto Domenico Vaccaro. E’ in fase di espletamento la gara per la realizzazione della nuova stazione marittima per il collegamento con le isole del Golfo. Questo riguarda il porto di Napoli. A Salerno abbiamo ottenuto le autorizzazioni per il dragaggio ed abbiamo bandito la gara per la sua esecuzione; e in corso la progettazione per l’allineamento della diga foranea, e sono ripresi i lavori per il collegamento del Porto alla rete autostradale mediante la Galleria di Porta Ovest.
La “sea – economy” per la Campania sappiamo che è molto importante, vista la forte presenza di molte Compagnie di navigazione da un lato e di imprese portuali e cantieri dall’altro. Presidente, come si potrà conciliare la polivalenza funzionale dei porti di Napoli (con una retro – portualità affollata) e Salerno sempre più port – container e home – port per il traffico ro-ro e ro-pax?
R. Napoli e Salerno sono entrambi porti polifunzionali parte di un unico sistema: distano cinquanta chilometri, meno di quanto non siano estese le banchine di Rotterdam o di Los Angeles. Stiamo lavorando per valorizzarne l’integrazione e la complementarietà: nel 2018 le tre banchine per il traffico container raggiungeranno il milione di teus movimentati.
Presidente a che punto sono le opere di riqualificazione dell’area monumentale del porto di Napoli?
R. L’Immacotella Vecchia sarà ristrutturata entro il 2019. Abbiamo iniziato il percorso, molto complesso, per la rivisitazione dell’area del Piliero, che comprende gli ex magazzini generali: sono in corso i necessari confronti tra progettisti, comune di Napoli e sovraintendenza per condividere il tessuto complessivo dell’intervento, che dovrà essere integrato nel percorso archeologico che parte da Piazza del Municipio sino alla stazione della metropolitana interna al recinto portuale.
Ed il progetto sulla logistica, che vede come focus il sistema integrato del porto di Napoli, anche per la istituzione delle Zes?
R. Il Comitato di Indirizzo della ZES Campana ha cominciato ad operare dalla seconda metà di ottobre. Entro i primi mesi di gennaio intendiamo lanciare la call per i progetti di investimento. Attendiamo il decreto sulla semplificazione amministrativa da parte del Governo ed i provvedimenti attuativi su Irap e incentivi alla intermodalita’ da parte della Regione.
Salerno, Presidente, guarda molto alle esportazioni; è un porto, se si può dire, export oriented con i vicini interporti che servono non solo la Campania. Oltre alla presenza importante di Grimaldi ricordiamo l’impegno propulsivo del terminalista Gruppo Gallozzi verso la Cina. Come rendere più competitivo questo porto senza subire a nord la presenza di Napoli e a sud quella di Gioia Tauro?
R. Ripeto che Napoli e Salerno sono complementari: nel primo porto opera l’alleanza 2M, mentre a Salerno sono operative The Alliance ed Ocean Alliance. Gioia Tauro può svolgere una funzione di hub, completamente diversa da quella di regional ports che operiamo noi. La Cina costituisce per ora un flusso essenzialmente in import: i porti della Campania ogni anni ricevono merci per 1,5 miliardi di euro, mentre esportano solo 121 milioni. Si fa molta retorica sulla via della seta, ma potrà essere per noi davvero una opportunità se saranno rimosse le barriere che oggi frenano le esportazioni campane ed italiane.
Castellammare di Stabia per la sua cantieristica per la costruzione, riparazioni di navi e la professionalità, anche per la presenza nell’area della Facoltà di Ingegneria Navale di secolare eccellenza, non crede che questa presenza territoriale debba essere più considerata sia dal Ministero delle Infrastrutture e sia dal Governo stesso?
R. Fincantieri sta operando un grande sforzo, non solo a livello internazionale, per rilanciare la nostra cantieristica. Castellammare rappresenta una delle realtà produttive più efficienti del Gruppo in Italia. Organizzeremo ad inizio del nuovo anno un seminario di studi per approfondire le azioni che devono essere messe in campo per rafforzare e modernizzare questa presenza industriale.
Parlando del porto di Napoli, si pensa alle crociere. Il business delle crociere sta attraversando un periodo di forte crescita con un grande interesse di tutta la filiera. Napoli, unitamente a Salerno, come intende distribuire l’offerta turistica?
R. Napoli sta cogliendo tutte le opportunità di crescita: quest’anno i volumi dei passeggeri sono aumentati del 15% e lo stesso trend registreremo nel 2019. Per Salerno si tratta di realizzare prima di dragaggi e poi di lanciare una forte iniziativa di mercato. La splendida stazione marittima di Zaha Hadid potrà a quel punto essere valorizzata per come merita. Dobbiamo continuare a lavorare – come stiamo facendo – con la Gesac, il gestore dell’aeroporto di Capodichino che potenzierà anche lo scalo di Pontecagnano. Solo un miglioramento di tutti i collegamenti ci potrà generare un ulteriore salto di qualità, proponendo Napoli come home port delle crociere.
Anche nel settore dell’accoglienza bisogna riconoscere che i crocieristi sono sempre più giovani, colti e soprattutto curiosi. Quali le strategie per soddisfare la domanda “non escursionista” dei turisti venuti dal mare ?
R. I millenians sono la sfida del futuro per il mercato crocieristico. La Campania offre due asset irripetibili per questo segmento di turisti: splendidi panorami ed un patrimonio culturale di primissimo ordine, ineguagliabile. Con queste caratteristiche possiamo svolgere un ruolo di primo piano belle crociere del futuro