ROMA – La Direzione Generale per la vigilanza sulle Autorità portuali, le infrastrutture portuali ed il trasporto marittimo e per vie d’acqua interne del Mit ha redatto il Rapporto sui sinistri marittimi per l’anno 2017.
Lo studio contiene le analisi statistiche delle dinamiche e delle cause più frequenti degli incidenti e sinistri marittimi, avvenuti nelle acque territoriali nazionali nell’ultimo decennio, e comprende anche agli infortuni verificatisi a bordo delle navi.
L’obiettivo del rapporto è quello di individuare le cause e le dinamiche più ricorrenti al fine di impostare raccomandazioni utili alla loro prevenzione e fornire uno strumento per gli operatori del comparto marittimo al fine di elevare i livelli di sicurezza della navigazione marittima e del lavoro a bordo delle navi.
Dal rapporto si evidenzia che il quadro complessivo degli incidenti presenta dati contrastanti: anche se il numero di incidenti in mare risulta in diminuzione, si è rilevato un forte incremento nel numero di ferimenti e dei decessi in mare principalmente negli anni dal 2011 al 2013, dovuto principalmente a gravissimi sinistri marittimi legati al fenomeno dell’immigrazione clandestina, nell’ambito di un quadro altrimenti piuttosto uniforme sia dei decessi sia dei ferimenti causati da sinistro marittimo.
Nell’ultimo anno 2017 è stato, invece, osservato un incremento nel numero dei ferimenti, principalmente in occasione di urti occorsi a navi passeggeri e passeggeri e merci.