Il Mezzogiorno, le ZES, la Puglia: eterna promessa mai mantenuta

Si è tenuto lunedì 3 dicembre a Bari un interessante convegno su: “I porti del mezzogiorno”.
Pietro Spirito, presidente AdSP di Napoli ha introdotto i lavori partendo da un dato, e cioè che i porti del Sud, nonostante il retroterra poco industrializzato, comunque movimentano il 50% del traffico merci nazionale. Inoltre, ricordando la recente missione con il a Singapore, ha raccontato che ciò che lo ha maggiormente impressionato a Singapore è stata la Visione del futuro, il programmare la Singapore al 2040 con verifiche di avanzamento cronologico ben definite. Al contrario, notava che: “In Italia è da molto tempo che non si programma il futuro e che non si propone una visione…Tutto si è schiacciato sul brevissimo termine”, il presidente ha richiamato sostanzialmente l’importanza di avere una Visione: “O nei porti recuperiamo una Visione o non andiamo da nessuna parte.

Qui il mondo cambia radicalmente, senza una Visione spariamo dalla carta geografica”. Bisogna però ammettere gli errori del passato, sia quello di aver puntato sul nei porti del Sud che quello di non aver capito l’importanza della logistica; racconta quindi di un colloquio degli anni passati con Marcegaglia che gli ribaltò la scala mentale che aveva dei costi del prodotto finito: l’incidenza del costo del lavoro era pari al 5% mentre l’incidenza del costo della logistica era pari al 28%.

Ugo Patroni Griffi, presidente AdSP di Bari dopo aver parlato delle ZES, dall’Irlanda alla Polonia, dalla Cina ai Paesi Arabi, ha evidenziato un’anomalia tutta italiana: mentre il raddoppio del canale di Suez è stato realizzato in 2 anni, a Bari, la camionale, prevista dal PRP del 1975 (e proposta dallo stesso comune nel PON 2014-20) ancor oggi, 2018, per completare il progetto ci vogliono ancora 2 anni (gli stessi dell’allargamento e raddoppio del canale di Suez). Il presidente si è poi dilungato ironicamente su alcune questioni del porto di e sulla fantomatica costituzione, da parte sua, di un Comitato no ZES, per anticipare i tanti presunti “signor no” che ritiene presenti sul territorio. La sintesi finale della giornalista-moderatrice sul suo intervento è stata: “quindi per fare le ZES bisogna essere meno italiani”, prontamente corretta dallo stesso Patroni Griffi: “meno Meridionali!”

Con il presidente di Cagliari Massimo Deiana si è tornati a parlare di contenuti: le criticità comuni ai porti del Sud, il cambiamento imposto negli ultimi anni dalla concentrazione in tre grandi alleanze degli operatori del traffico container, che, da soli, sviluppano oltre l’80% del traffico mondiale di container, ed il gigantismo navale, con navi che da 8.000/10.000 container son passate a 18.000/22.000 container. Pertanto la competizione, secondo Deiana, deve puntare sulle agevolazioni che le ZES potranno garantire per produrre ad una sorta di: “procreazione assistita di traffico”.

Il presidente di Taranto, ha ricordato che le ZES sono nate da un pressing dello Svimez sul Governo e che al SUD bisogna inoltre intervenire sull’inter-modalità; a tal fine ha proposto l’istituzione del “Commissario di Corridoio” che garantisca la realizzazione dell’intero corridoio nelle diverse modalità previste. Le conclusioni sono state svolte dal presidente di , Zeno D’agostino con un messaggio: NO alla politica nei porti, SI alla politica dei porti, ricordando Seneca: “nessun vento è favorevole se non sappiamo dove andare” si è chiesto: “qual è la politica dei porti in Italia?” Poi, ricordando un suo recente viaggio a Hong Kong, ospite del governo, ha ricordato la visita ad un palazzo dove c’erano solo giovani ricercatori che studiavano la Hong Kong al 2030, al 2040 ed al 2050.  Ha quindi ribadito che il mare è il vero futuro del Paese e del mezzogiorno in particolare, ma che occorre una Visione.

Come la Cina ha la sua Visione futura che è la , così l’Italia deve avere una Visione da far valere anzitutto in Europa. Nel dibattito che è seguito un’imprenditrice brindisina ha ricordato l’occasione persa per le ZES pugliesi, boicottate a livello regionale che non ha inviato, nel marzo scorso, la propria proposta di istituzione delle ZES pugliesi l Governo. Infatti, in soli tre giorni, lo scorso marzo, il governo Gentiloni ha approvato le ZES delle Regioni Campania e Calabria che ora corrono, mentre la Puglia è rimasta al palo. Un imprenditore barese ha poi chiesto a D’agostino di chiedere all’Europa di ammettere a finanziamento le “” con i paesi MENA, (attualmente sono ammessi solo i collegamenti tra due Paesi UE) e di verificare se, nel , dopo la Brexit, l’UE continua a finanziare i collegamenti con l’Inghilterra.

 

Ing.