ROMA – L’Assemblea della Confitarma di quest’anno ha registrato la presenza del Ministro alle Infrastrutture e Trasporti, Danilo Toninelli. Notare che quella del Ministro è stata la sua prima presenza a delle assise di primo livello nella rappresentazione del cluster marittimo italiano. L’introduzione del presidente di Confitarma, Mario Mattioli, è stata puntuale sull’analisi dello stato dello shipping, armatoriale, cantieristico, della flotta e dei marittimi sia imbarcati e sia di terra del nostro Paese. intero della nostra Italia.
117 anni di shipping nazionale e internazionale portato avanti da Confitarma – ha fatto notare il presidente Mattioli – attraverso i tanti periodi positivi e negativi che hanno reso importante un settore, quello dei trasporti marittimi, della sua intera e complessa filiera e della logistica, partecipando allo sviluppo dell’intera nazione con punti espressivi del 2% del Pil nazionale complessivo e del 3,5% della parte non statale, con un fronte occupazionale di 500 mila addetti. “Un Paese che deve tornare a sentirsi marittimo, e lo dico con forza: dobbiamo risvegliare la cultura marittima del nostro Paese, dobbiamo tornare a considerarci un Paese marittimo!”.
Queste le parole chiave di Mattioli, il motivo che ha risvegliato l’essere di un popolo di navigatori; e come tale l’intero cluster chiede un’attenzione particolare nel rimodulare una nuova governance ministeriale (non si può competere con una sola e piccola Direzione generale dentro il Mit) che sappia affrontare tutte le innovazioni che stanno interessando l’intero cluster dello shipping italiano, europeo e internazionale. Dati del 2017 dicono che il 60% delle merci importate e il 50% di quelle esportate dall’Italia è transitato via mare: navi portarinfuse e petroliere hanno garantito lo sviluppo dell’industria manifatturiera italiana; il bel Paese conserva il principale mercato crocieristico dell’Europa; il settore del turismo delle nostre città e isole è garantito dalla flotta più grande al mondo di traghetti e da una vasta rete di collegamenti tramite le Autostrade del Mare. Il cluster marittimo italiano vanta una posizione tra le prime quattro flotte dei grandi Paesi del G20 con unità ro-ro, navi da crociera e navi per il trasporto di prodotti chimici e petroliferi.
Dopo una panoramica sulle criticità del settore, il presidente Mattioli ha riassunto la sua relazione in tre punti di riflessione per il Ministro Toninelli: a) il Registro Internazionale deve rimanere immutato, per continuare a essere lo strumento che ha dato indubbi importanti risultati in questi primi vent’anni di straordinaria attualità; b) la semplificazione delle norme e delle procedure burocratiche che incidono sulla competitività del settore non può più essere rimandata; c) un organismo dedicato alle peculiari esigenze del mondo marittimo/portuale è assolutamente necessario. Da parte sua, il Ministro Danilo Toninelli ha ricordato che la misura introduttiva del Registro Internazionale, dopo vent’anni, riesce ancora indicativa per mantenere una flotta di bandiera italiana. Tale strumento, unitamente al pacchetto fiscale della “tonnage tax”, ha dato slancio all’armamento italiano consentendo di mantenere posizioni di competitività efficaci e di guardare al futuro continuando a investire in flotte giovani, tecnologicamente avanzate, e rispettose dell’ambiente marino e atmosferico.
Poi ha concluso, soffermandosi su tre eccellenze italiane: a) l’industria crocieristica che continua ad incontrare gli interessi dei consumatori e produce benefici per l’economia globale, oltre ad essere promozione delle nostre città di mare e dei nostri territori; b) il settore della navigazione”short sea” per cui l’Italia occupa le prime posizioni a livello europeo; capace di sostenere relazioni commerciali intra-mediterraneo con volumi di traffico importanti. Si pensa che per una maggiore sostenibilità ambientale e sociale (incentivo mare bonus) gli strumenti e agevolazioni debbano essere collegati alla qualità della vita delle comunità, minore incidenza delle emissioni, minore congestionamento del territorio, minore incidentalità e minori costi; c) la qualità della formazione delle nuove leve: un percorso culturale e formativo che possa sviluppare il valore della responsabilità e la consapevolezza per essere “uomini di mare”, capaci di decidere e gestire processi e persone, garantendo incolumità e sicurezza.
Sui porti, il Ministro Toninelli si è soffermato sulla loro connessione; ha ricordato il piano ministeriale per la digitalizzazione dell’Agenzia delle Dogane, implementare lo “sportello unico” per rendere più efficiente la catena logistica: il fascicolo unico elettronico, i “fast corridor” stradali, ferroviari e intermodali con la collaborazione del Corpo delle Capitanerie di Porto. Nei prossimi giorni vi sarà un DPCM di disciplina delle modalità di interscambio telematico dei dati relativi alle formalità di arrivo/partenza delle navi nell’ambito del sistema PMIS (Port Management Information System). Serve quindi lavorare di più sulle connessioni materiali, sull’intermodalità, sulle infrastrutture di ultimo miglio. “ Credo – ha concluso il Ministro Toninelli – che il cluster marittimo debba presentarsi coeso e compatto per conseguire obiettivi comuni.
La convergenza sulle idee e sulle proposte da sottoporre all’Amministrazione favorisce ed agevola le scelte delle Istituzioni e ci mette in condizioni di affrontare con maggiore forza le sfide non più rimandabili.”. Si spera per ora, che le poche cose promesse, ora in Assemblea Confitarma come quelle durante il Salone Nautico di Genova, vadano in porto: ci riferiamo al “Registro Unico delle Imbarcazioni da Diporto” contenuto nel nuovo Codice della Nautica e l’attivazione dello Sportello telematico del diportista.