Sindaco Rossi, cito una frase del presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale, prof. Ugo Patroni Griffi: “Io farò quello che la città mi chiederà di fare”; quindi come rappresentante dell’amministrazione di questa città, quali sono le problematiche che affliggono questo porto e le possibili soluzioni, insomma cosa si può chiedere all’AdSPMAM?
“Concordo con quello che ha detto il prof. Ugo Patroni GRiffi, con il quale abbiamo avuto già un incontro preliminare, lo scorso venerdì, in cui ci sono stati evidenziati problemi, criticità e possibili soluzioni per migliorare l’efficienza del sistema portuale in termini di dragaggi, banchine, in termini di miglioramento, ad esempio, della parte di accoglienza della area extra-Schengen, che oggi risulta particolarmente critica, al fine ovviamente di far si che questo porto, il nostro porto, possa incrementare sia il traffico turistico, crocieristico, i collegamenti classici come con la Grecia e l’Albania, il traffico Ro-Ro e contemperando con quello che esiste, ovviamente, del traffico industriale. Sono state proposte varie soluzioni e adesso noi ne faremo una valutazione, che non può essere una valutazione, diciamo tra virgolette, ideologica ma dobbiamo comprendere bene come, da un punto di vista tecnico, quali, dal punto di vista tecnico, possono essere le migliori soluzioni che si integrano in una visione anche di città.
Per questo il primo punto di partenza, che a me sembra fondamentale, è arrivare a ridefinire i piani strategici, città di Brindisi e Autorità di Sistema si accingono a riscrivere il Piano Regolatore, il Piano Urbanistico, e questa fase deve vedere una stretta sinergia tra tutti e due i soggetti, quindi sappiamo che, nella ridefinizione delle linee guida l’Autorità Portuale ha già un dialogo con il Politecnico di Bari e noi abbiamo proposto che questo -gruppo- sia integrato dal professor Dino Borri, che è il nostro assessore all’Urbanistica, in maniera tale, che anche l’idea, la visione della città di Brindisi sia contemperata all’interno di questo piano. Quindi da lì deve nascere una un’idea ed una visione. Abbiamo da sviluppare il porto interno che per la città di Brindisi è importante, soprattutto in funzione dei traffici dei crocieristi, la nautica da diporto, crociere di grandi dimensioni e di piccole dimensioni, perchè esistono anche bacini di mercato differenti.
Abbiamo, poi, da valutare tutte le opzioni relative alla questione dei dragaggi, per rendere il porto, un possibile attracco di navi sempre più grandi e abbiamo, anche, la questione dei terminal passeggeri e terminal crocieristici. Sono molteplici le questioni -sul tappeto- e adesso, io penso, noi siamo appena arrivati, abbiamo preso, diciamo, le situazioni principali, le loro proposte e adesso le valuteremo anche noi, tecnicamente, e ci esprimeremo”. In altre reltà portuali c’è, da parte di tutti gli attori protagonisti e non protagonisti, una disponibilità alla crescita sia turistica che culturale che, purtroppo, non percepisco nella nostra realtà. “Il porto, per noi, deve rappresentare questo, non c’è una fase di passaggio, sappiamo che gran parte degli intrioti del porto vengono, ad esempio, dalla movimentazione del carbone, movimentazione che si è drasticamente ridotta in questi anni e io dico, dal punto di vista ambientale e della salute, anche fortunatamente, e che nei prossimi anni arriverà a zero”.
Quindi bisognerebbe trovare un’aspetto economico immediato.
“Quindi bisogna programmare la nuova vita del porto ed anche la nuova vita della città, su questo io ritengo che bisogna fortemente puntare sul turismo, sulla cultura, sulla capacità attrattiva della citta di Brindisi, e in questo il porto gioca un ruolo importante, tant’è che, sempre con l’Autorità Portuale e con il professor Patroni Griffi, stiamo pensando di candidare il Capannone Montecatini in un prossimo bando che uscirà, da parte della Regione Puglia, come elemento attrattore, si sta pensando ad un luogo dedicato all’arte contemporanea”.
Quindi non come una possibile stazione marittima?
“Come stazione marittima, vediamo, il Capannone è molto grande ed io penso che possa avere più funzioni, dopodichè vedremo. Però anche la possibilità di relizzare una stazione marittima nel porto medio, insomma le possibilità sono molte e bisogna integrare tutte queste idee, queste visioni, perchè arrivano anche richieste contrastanti da parte dei vari soggetti della città , associazioni, movimenti, gruppi d’interesse, operatori portuali etc.. Non c’è, in questo momento, un quadro unico, dobbiamo, come molto spesso succede, far sì che le soluzioni siano condivise anche perchè non sono soluzioni che rappresenteranno risultati nell’immediato ma saranno decisive, probabilmente, nei prossimi almeno vent’anni della città, per cui è bene approfondire ed è bene che queste soluzioni siano le più condivise possibili”
Il 22 ottobre ci sarà un evento storico con Enac, ci sarà il primo passo verso l’innalzamento del cono d’atterraggio che passerà da 36 a 50 metri.
“Questo è un altro passo importante, il 22 siamo stati tutti invitati alla posa della prima pietra di questi lavori che verranno fatti sulla pista dell’areoporto di Brindisi, che consentirà un’innalzamento del cono di atterraggio. Questo significa maggiore capacità di transito delle navi, maggiore facilità di accesso al porto di Brindisi e minore attesa. Renderà più semplice le operazioni portuali, anche questo è un elemento positivo ed importante”.
Ci sono 5 milioni per la bonifica di Punta delle Terrare.
“Il porto è sito di interesse nazionale per le bonifiche, allori qua ci sono due partite: capire quali fondi ci sono, anche perchè movimentare dei dragaggi di sedimenti del porto di Brindisi è particolarmente complicato, dal punto di vista dei permessi, dal punto di vista del deposito di questi sedimenti e quendi questo può bloccare lo sviluppo di un porto. Ci sono dei meccanismi molto complessi”.
“Aggiungo inoltre che c’è da integrare, ovviamente, le attività del porto con una retroportualità e con lo sviluppo delle zone economiche speciali, le ZES. Brindisi ha la ZES più estesa della Puglia, va raccordata con le attività del porto, con le attività della città e va, anche, fatta una battaglia politica, sappiamo che si sta aprendo, dopo la Via Appia, dopo la Valigia delle Indie una nuova via verso Oriente che è quella della Via della Seta, che riguarderà il futuro. Questa volta un porto come Brindisi, che storicamente è stato sempre il porto tra Oriente ed Occidente , venga tagliato fuori per i porti di Trieste o di Genova, dove a Trieste, addirittura, ci sono leggi speciali che consentono di fare cose che in altri porti non sono permesse. E’ evidente che questi sono fattori che distorcono, fortemente, la capacità e la concorrenza tra porti.
Non si pò fare una gara di cento metri e il porto di Trieste ne fa ottanta e il porto di Brindisi ne deve fare centoventi e poi metterli in competizione. Questo non è possibile. Però tutto ciò riguarda anche scelte politiche di Governo nazionale, ed è bene che il Governo nazionale faccia sentire una voce anche per il Sud, per cui la Via della Seta, a mio avviso, deve riguardare anche, se non soprattutto, i porti del Meridione, che sono quelli che per primi si interfacciano con l’Oriente. Quindi anche questo è un punto del dibattito che dovremmo avanzare non solo con l’Autorità Portuale, che è abbastanza convinta, anzi fortemente convinta di ciò, ma dobbiamo farlo proprio col Governo nazionale”.
Salvatore Carruezzo