Volvo Ocean Race: veloci verso Newport, alghe permettendo

ALICANTE – I battistrada di Team Brunel continuano a dettare il ritmo, navigando a oltre 22 nodi, con altrettanto vento, mantenendo un vantaggio di meno di 19 miglia sulla seconda barca, Dongfeng Race Team.
Il terzetto di testa, che include Turn the Tide on Plastic con l’italiana Francesca Clapcich, si trova racchiuso in un’area di una trentina di miglia, quando l’ottava tappa è ormai arrivata all’undicesimo giorno e quando mancano circa 2.300 miglia teoriche alla linea del traguardo.

Malgrado le alte velocità, tuttavia, gli equipaggi devono far fronte a un problema che rischia di rallentare il loro procedere: le grandi masse di alghe dell’Atlantico. Il Sargasso deve il suo nome al Mar dei Sargassi, la regione dell’Atlantico settentrionale al largo della costa statunitense e che arriva fino ai Caraibi. Le alghe hanno creato problemi ai navigatori fin dai tempi di Cristoforo Colombo, e oggi oltre 500 anni dopo, continuano a creare apprensione nella flotta della .

Se una massa di alghe resta impigliata in una deriva, nella chiglia o in un timone può rallentare notevolmente la barca, oltre a renderla poco manovrabile. “Stiamo andando veloci, c’è acqua dappertutto e il mare porta con sé un sacco di alghe.” Ha spiegato la skipper di Turn the Tide on Plastic, Dee Caffari. “La barca sembra un giardino con roba verde dappertutto. Quando ti rendi conto che non riesci più a controllare il timone sottovento, provi comunque a girare la ruota. Di solito un paio di colpetti alla poggia ti fanno riprendere il controllo, ma non è proprio il massimo. Senti le vibrazioni che salgono e il rumore della cavitazione aumenta.

Senza flusso d’acqua non si riesce a timonare e la barca cerca di andare prua al vento. Provi con un altro colpo sulla ruota e se ti volti vedi una scia che ti conferma quello che avevi pensato, una massa di alghe attorno al timone ha un effetto enorme.” La britannica, unica skipper donna di questa edizione del giro del mondo, ha spiegato ancora: “La barca cerca di mantenere la velocità ma sembra intrappolata e rallenta, malgrado il vento e le onde. Alla fine riesci a poggiare, poi lei orza di nuovo e si riesce a liberarsi dalle alghe, la scia scompare e e la cavitazione smette. Allora puoi riprendere il controllo e spingere. Che gioia navigare fra le alghe!”

Anche gli spagnoli di MAPFRE dello skipper Xabi Fernandez sono sono trovati a lottare contro i sargassi, nella loro rimonta e ora si trovano in quinta posizione a circa 77 miglia dai leader. “E’ abbastanza fastidioso perché la barca rallenta e a volte si perde il controllo del timone perché è pieno di alghe e non si riesce a timonare normalmente.” Ha detto Pablo Arrarte. Gli iberici hanno dovuto rallentare anche a causa di un problema a uno dei cavi del meccanismo di trasmissione del timone, ma grazie al lavoro del boat captain Antonio ‘Neti’ Cuervas-Mons sono riusciti ad effettuare una riparazione e a tornare in piena efficienza in circa 30 minuti.

Anche Team Sun Hung Kai/Scallywag, che ha un distacco di circa 212 miglia da Team Brunel, hanno vissuto il problema dei sargassi. “Ci sono alghe dappertutto, e puzzano.” Ha detto Alex Gough in un video. “Anche se non siamo sicuri se siano loro o Nipper (Ben Piggott)!!”.