BRINDISI – Il Comitato per la sicurezza marittima (MSC) in seno all’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) ha approvato lo scorso giugno le nuove linee guida in tema di sicurezza durante le esercitazioni di abbandono nave mediante l’utilizzo di scialuppe di salvataggio (c.d. lifeboat): determinante è stato, in codesta sede, l’apporto fornito sia dal sottocomitato sulla progettazione e costruzione di navi (SDC) che da quello dedito alla formazione della gente di mare, al rilascio dei brevetti e alla guardia (HTW).
Una precedente versione delle suddette linee guide era stata declinata dall’IMO nell’allora 2004 (v. circolare n. 1136 del 15.12.2004) ma la triste consecuzione di incidenti navali, negli ultimi anni, non poteva che condurre ad un opportuno maquillage del quadro normativo.
Nel corso dell’ultimo decennio, difatti, una delle questioni maggiormente dibattute dalla comunità marittima internazionale ha riguardato, per l’appunto, la necessità di evitare, nel mentre delle esercitazioni, l’attivazione dei meccanismi di sgancio delle scialuppe che, sovente, espongono l’equipaggio a rischi esponenziali. Ed è per questo motivo, per l’appunto, che le nuove linee guida, contenute nella circolare MSC n. 1578 del 2017, si sono arricchite di un’apposita appendice atta a differenziare le c.d. esercitazioni dalle prove, vere e proprie, di abbandono della nave a mezzo scialuppa: il confine tra le due figure appariva sin troppo sibillino e, da tempo immemore, gli addetti ai lavori reclamavano un intervento normativo funzionale alla contrazione dell’incidentalità marittima.
In tal senso, recita l’articolo 1 della suddetta appendice, “la simulazione di caduta libera avviene senza l’attivazione dei meccanismi di sgancio delle scialuppe di salvataggio e consiste, in conformità al Regolamento III/19 della Convenzione internazionale per la salvaguardia della vita in mare (SOLAS), in una azione di formazione dell’equipaggio a bordo della nave”.
Per di più, prosegue l’articolo 2, sempre della suddetta appendice, “l’attivazione dei meccanismi di sgancio avviene in sede separata e non può esser condotta durante le simulazioni di caduta libera della scialuppa”.D’altro canto, alcuna menzione è stata riservata nelle nuove linee guida alla definizione delle c.d. prove di abbandono nave per via del mancato raggiungimento di un accordo, in tal senso, da parte dei vari attori risiedenti nel Comitato per la sicurezza della navigazione.
Spetterà ora agli Stati membri attribuire la giusta effettività alle nuove linee guida, portandole al contempo all’attenzione dei vari addetti ai lavori, dagli armatori ai proprietari delle navi, passando, inoltre, per i fornitori e produttori di scialuppe di salvataggio ecc.
Stefano Carbonara