Sea Safety 4.0: Istruzione – Formazione – Alternanza scuola/lavoro

BRINDISI – Il “porto”, per fortuna, non è costituito solo di banchine e piazzali o di varie complicazioni burocratiche tra Autorità portuali, oggi di sistema, ma soprattutto di uomini, gente di mare, portuali e marittimi. Se vogliamo dare uno sguardo all’orizzonte marittimo, noteremo una situazione che si contrasta sempre più tra sicurezza, istruzione marittima e formazione.

Anzi, a volte a complicare la vita del personale navigante ci si mette la controversa normativa internazionale, europea e nazionale, per cui la dignitosa e poco rispettata vita professione del marittimo è dimenticata. Come Collegio Nazionale Capitani di Lungo Corso e Direttori di Macchina siamo impegnati su tutti i fronti dell’assistenza morale e dell’educazione culturale dei propri soci nella tutela del prestigio professionale, nell’assicurazione del titolo e nella previdenza marittima, oltre all’istruzione, formazione, aggiornamento degli ufficiali della Marina Mercantile italiana.

E’ importante porre l’accento sull’importanza  del comparto marittimo, da sempre fulcro dell’economia nazionale, evidenziando una grande vitalità con punte di eccellenza nella cantieristica, nello shipping e nella mobilità sostenibile. Basti pensare alla ripresa del settore crocieristico che sta accompagnando una crescita responsabile dell’Italia nel trasporto delle merci e delle persone, riscoprendo una nuova vocazione marittima.  Ripresa non accompagnata, però, da una responsabile rete d’infrastrutture portuali e del trasporto che non stanno dando nuova occupazione, ma continue conflittualità fra Enti. Il Collegio, in tutte le sedi, va affermando la necessità di ripartire dal lavoro portuale e marittimo, in tutta la sua filiera.

E’ importante affermare la qualità del lavoro, sia per chi è occupato e non si sente sicuro del posto di lavoro, sia per chi è precario e sia per chi reclama il diritto al lavoro. Il Collegio Nazionale Capitani L.C. e D.M., con la forza e la voce dei suoi associati, grida al disinteresse e all’indifferenza di una classe politica di oggi e cerca di smuovere quella burocrazia che ingessa il quotidiano.

Ci riferiamo, all’ultima circolare del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che sancisce la frequenza obbligatoria dei corsi direttivi per comandanti e direttori di macchina: un’imposizione riservata a migliaia di lavoratori qualificati, competenti ed esperti tutti, già in possesso del titolo professionale, eppure obbligati a seguire dei corsi di studio, concepiti al solo fine di poter continuare a lavorare.  Il lavoro marittimo, l’automazione sono concetti che vanno governati da parte della Politica e con l’aiuto di Stato: perché non esiste innovazione senza progresso sociale. Invece assistiamo a governi, multinazionali, grandi che vanno declinando che il futuro dello shipping sia sempre più “senza uomo”, con l’idea di una crescita indipendente dalle condizioni di lavoro degli uomini.

Lo shipping sembra, infatti, aver puntato solamente sul basso costo della manodopera. Comportamenti del cluster marittimo, culturalmente mediocri, che traguardano solo l’aspetto quantitativo dell’economia e della finanza, stanno esonerando l’uomo dal dibattito sul lavoro e sulla competitività. Mentre sappiamo che marittimi e portuali contribuiscono in pari misura alla sicurezza del lavoro nel settore dei trasporti, e la separazione tra il mondo reale e la politica non aiuta lo sviluppo socio-economico del territorio.  Lo scorso 2 maggio,presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Collegio Nazionale, con il Presidente Lettich, ha ribadito la necessità che il Ministero promuova con urgenza la adozione di misure di agevolazione fiscale in relazione alla frequenza di corsi professionali di formazione, essendo i costi divenuti ormai difficili da sostenere.

Ha rammentato ai dirigenti MIT la fase di stallo, dal 2013, che le questioni riguardanti la revisione delle abilitazioni professionali minori e di quelle riguardanti la pesca si trovano e necessitano di un adeguato aggiornamento. Ed ancora, il Collegio Capitani, unitamente al Comando generale del e al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, ha sottoscritto il Protocollo d’intesa al fine rafforzare il rapporto tra scuola e mondo del lavoro nel settore professionale marittimo portuale, mettendo a disposizione l’esperienza formativa e didattica dei propri soci e collaboratori.

E’ tempo di fare sistema, saper compattare le varie componenti del lavoro marittimo e portuale, evitando la dualità fra cittadini, quelli a vocazione attiva e quelli a vocazione contemplativa, se vogliamo reggere una vertenza del/per il “mare” con le istituzioni. Il nostro punto di forza è e sarà la preparazione, la competenza e il patrimonio di esperienza della nostra forza lavoro. Questo ha consentito alla marineria italiana di costruirsi una tradizione e una reputazione che tanti ci invidiano.

 

Prof.

Collegio Nazionale Capitani L.C. e D. M.

Delegazione di Brindisi