Braccio di ferro su STX France

TRIESTE – Sembrava che la scalata di una impresa della Grand Regiè da parte di una società italiana non stesse ricevendo troppi contraccolpi da parte dell’Eliseo; sembrava, appunto. Le novelle oltralpine pare non portino bene alla , dedita come non mai all’affaire France.

Secondo il quotidiano “Le Monde”, il governo francese, già titolare di una partecipazione pari al 33% dei cantieri di , sarebbe pronto non solo a pareggiare l’offerta avanzata dal colosso italiano quanto, anche, ad aggiudicarsi l’intero pacchetto di maggioranza degli storici cantieri navali nazionali.

La mossa, ça va sans dire, consentirebbe a Parigi di gestire interinalmente l’impresa per poi cedere, soltanto alle proprie condizioni, una quota azionaria di minoranza ad un investitore estero.

Non si tratterebbe di una mera indiscrezione, anzi, scrivono dalle colonne del notorio quotidiano francese, i dettagli dell’intera operazione sarebbero stati già delineati e messi su carta: Parigi conserverebbe la propria quota del 33% ed, indirettamente, sia attraverso la propria controllata DCNS (i.e.: noto gruppo navalmeccanico militare) che attraverso una compagine di manager e dipendenti della stessa STX France, deterrebbe un altro 20%. Il restante 47% di STX France finirebbe nelle tasche di una cordata guidata congiuntamente da MSC Crociere e RCCL-Royal Caribbean, dando la spallata finale ai sogni di gloria di Fincantieri.

Da parte di quest’ultima, almeno per il momento, le bocche sono cucite sebbene, soltanto poche ore or sono, l’amministratore delegato, Giuseppe Bono, paventava qualche preoccupazione in merito ai condizionamenti che le elezioni presidenziali francesi stanno imprimendo sulla, sempre più sibillina, privatizzazione di STX France. Non trattiene la propria irritazione, invece, il presidente di Cassa Depositi e Prestiti (n.b.: principale azionista di Fincantieri) Claudio Costamagna: “è vergognosa e inaccettabile la posizione dei francesi sulla vicenda che vede protagonisti Fincantieri e STX France. Non è pensabile che un Paese come la Francia assuma una posizione come quella che sta portando avanti.

Soprattutto alla luce di tutto quello che i francesi hanno fatto in Italia. Speriamo che si tratti solo di una manovra elettorale francese e che dopo le elezioni si possa risolvere”.   Nell’attesa di qualche velina, il risiko messo in piedi tra Roma e Parigi si fa sempre meno chiaro.

 

Stefano Carbonara