Marittimi il 17 marzo a Roma

ROMA – Il “pantano” governativo costruito ad arte dal giorno 04.12.2016 (referendum costituzionale) sta mettendo a dura prova la”pazienza” dei marittimi italiani. Per la prima volta, sindacati di tutte le sigle, sono concordi nel condannare la pigrizia burocratica del Renzi prima e quello di Gentiloni  ora sull'annoso problema dei titoli del personale navigante marittimo.

Si sta aspettando una nuova circolare esplicativa sui corsi direttivi da parte del che ancora non arriva, anche dopo il sollecito dell'inviata di “Striscia la notizia”. Ed ancora si sottolinea la mancata promessa da parte del Governo di includere fra i lavori usuranti nell'ultima finanziaria quello dei marittimi imbarcati.

Su quest'ultimo argomento, vi sono disparità di trattamento tra il personale di macchina che gode della legge 413/84 (dopo dieci anni di servizio di navigazione in macchina si può andare in pensione a 57 anni e per la Fornero a 58 dall'anno prossimo) ed il personale di coperta a cui non sono riconosciuti detti privilegi. Quindi per i sindacati dei marittimi, Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl e  Cisal Federmar, bastano questi elementi per annunciare una manifestazione di protesta unitaria dei marittimi italiani per il prossimo 17 marzo a Roma, davanti al Mit, piazza Porta Pia dalle 10.30 alle 12.30. L'occasione è valida anche per manifestare l'aberrante situazione dei corsi di aggiornamento e la certificazione delle competenze.

Aberrante perché l'aggiornamento dei marittimi imbarcati e le relative spese dovrebbe essere a carico dei datori di lavoro/armatori, visto che le competenze sono state già certificate. Il Mit aveva già recepito a marzo 2016 gli emendamenti di Manila alla STCW, costringendo i marittimi all'aggiornamento entro dicembre 2016; poi prorogato dopo rimostranze a fine luglio 2017 e per il cabotaggio nazionale fino al 31 marzo 2017.

L'IMO, constatando i gravi ritardi da parte di altre nazioni sulla questione corsi aggiornamento e certificazione, ha sollecitato le Autorità Marittime di tenerne conto in sede di Port State Control durante le varie ispezioni di navi fino al 30 giugno 2017. Sui corsi obbligatori stabiliti dal Mit per i Direttori di Macchina e Primi Ufficiali, i sindacati contestano che i detti corsi si configurano come duplicati dei vari titoli professionali già acquisiti e che comunque certificati dall'Autorità Marittima.

L'infrazione sollevata dalla Ue all'Italia, per cui il Mit ha deliberato il provvedimento circa i corsi, riguardava le procedure dell'iter formativo e non i contenuti; semmai questi fanno capo ad un'istruzione nautica modificata (riforma Gelmini). I lavoratori marittimi a causa  di comportamenti non adeguati da parte dei vari Governi si ritrovano a dover affrontare da soli i problemi di un settore  le cui responsabilità ricadono sulle istituzioni e sui datori di lavoro/armatori.