TRIESTE – “Siamo portatori di un progetto industriale corretto e giusto, valido, che ora riteniamo che deve essere esaminato e valutato per quello che è e per la sua portata”. Per la prima volta Giuseppe Bono, amministratore delegato di Fincantieri, si sbottona in merito all’affaire d’Oltralpe dei cantieri navali STX di Saint-Nazaire. Lo fa a modo suo, nel quartier generale di Fincantieri, dinanzi ad un manipolo di giornalisti ivi presenti, rimarcando più volte l’idea di fondo di una “cantieristica europea con cui competere a livello globale”.
“Abbiamo costruito l’Europa – chiosa Bono – per regolare gli stati del Vecchio continente ma non ci siamo accorti che, nel frattempo, il mondo andava in un’altra direzione. In Europa abbiamo 68 società che fanno telecomunicazioni; Cina e USA ne hanno tre ciascuna. Se non le mettiamo assieme, non possiamo competere. Lo stesso nel settore dell’automobile e dell’energia. Così quando parliamo di sicurezza comune – prosegue l’AD di Fincantieri – e partire da una industria comune è più facile”.
I cantieri di Saint-Nazaire sono gli unici della Francia in grado di costruire grandi navi militari, comprese le portaerei, e potrebbero guidare Fincantieri nel gotha della cantieristica militare. Poche settimane or sono, Fincantieri ha ricevuto una lettera da Samil PricewaterhouseCoopers, advisor di STX Europe, con la quale le è stato notificato di essere stata selezionata quale “preferred bidder” nel processo di vendita del 66,66% di STX France SA.
Nello specifico, la quota del 66,66% è detenuta dalla società madre coreana STX Offshore & Shipbuilding, mentre il 33,34% è nelle mani del governo di Parigi che, per bocca del suo ministro dell’industria, Christophe Sirigue, pare voglia aumentare la propria quota avvalendosi della controllata DCNS, attiva nel settore delle costruzioni militari. Non è ancora noto il quantum dell’offerta avanzata da Fincantieri che, secondo gli analisti di Mediobanca Securities, indirizzati da alcune indiscrezioni di stampa, potrebbe variare tra gli 80 ed i 220 milioni di euro.
Intanto, il dossier STX è in cima all’agenda dell’Eliseo che, in queste ultime settimane, è al lavoro per delineare la governance della società, della quale, peraltro, hanno parlato anche Francois Hollande e Paolo Gentiloni nel loro primo incontro bilaterale lo scorso 10 gennaio.
Nonostante i ripetuti revanscismi francesi, l’impressione è che il governo di Parigi non voglia ostracizzare troppo l’avanzata italiana verso i cantieri di Saint-Nazaire, ritenuta più rassicurante rispetto a quella di qualche gruppo extraeuropeo (abbiamo detto, per caso, estremo oriente?). E se anche così non fosse, l’AD di Fincantieri disvela il proprio mantra: “noi lanciamo le idee e abbiamo la determinazione per seguirle. Il progetto Fincantieri è un progetto fondamentale per un continente che ha bisogno di essere scosso. Poi – ha concluso – siamo anche coscienti che non tutte le cose riescono, ma abbiamo anche altre strategie di riserva”.
Stefano Carbonara