CAGLIARI – Italia non vuole fermarsi: lo scopo è portare a termine l’impresa, il giro del mondo in Class40, da Gibilterra a Gibilterra. Tuttavia sono diversi i problemi che in questo momento mettono in difficoltà Italia, alcuni dei quali difficilmente risolvibili da bordo.
Italia avrebbe infatti bisogno dell’intervento di specialisti in grado di ripristinare la funzionalità di alcuni sistemi elettronici, primo fra tutti il sistema di comunicazione satellitare. L’avaria, riscontrata da alcuni giorni, fra l’altro non consente a Gaetano Mura di ricevere le carte meteo: un limite grave nell’ottica del record, perché rende impossibile ottimizzare le scelte di rotta in base alle previsioni, e per ragioni di sicurezza, per posizionarsi al meglio rispetto al movimento delle forti depressioni che caratterizzano quelle latitudini.
A ciò si è aggiunta anche una avaria al pilota automatico, strumento semplicemente indispensabile per una navigazione in solitario.
In questo genere di sfide una delle difficoltà principali è proprio quella di riuscire a completare il percorso senza inconvenienti tecnici e fisici. Basti pensare che il Vendée Globe, leggendaria regata in solitario intorno al mondo, che si sta correndo proprio in questi giorni, con barche ben più grandi di Italia, ha fatto già registrare 10 ritiri su 29 partenti.
Per Gaetano toccare terra e avvalersi dell’intervento di tecnici esterni significherebbe implicitamente perdere l’opportunità di correre per il record del giro del mondo senza assistenza e senza scalo, così come definito in base ai regolamenti del WSSRC (World Sailing Speed Record Committee).
Ma quello di battere il record resta, anche se forse il principale, solo uno degli obiettivi di 1Off, di Gaetano e degli sponsor istituzionali. In realtà l’impresa di Gaetano rappresenta un vero banco di prova per navigatore e team che, con il proprio sodalizio, pianificano di affrontare nuovi impegni sportivi di questo genere.
Ricordiamo infatti che, oltre ad aver partecipato alla Minitransat nel 2009, traversata atlantica in solitario riservata a imbarcazioni di 6,5 m di lunghezza, nel 2013 e sempre a bordo di un Class40, Gaetano Mura e il progettista, Sam Manuard, corrono la celebre Transat Jaquest Vabre, una delle regate oceaniche di riferimento.
In quella occasione i due sono protagonisti di una impresa notevole: navigando in ottima posizione disalberano nel mezzo del Golfo di Biscaglia. Gaetano e Sam non si arrendono, riescono a rimettere in piedi l’albero e raggiungono il porto de La Coruña in Spagna. In meno di 8 ore il team li mette in condizione di riprendere la regata, che chiudono con una grande rimonta al 12mo posto.
Insomma, Gaetano non è certo nuovo a difficoltà anche importanti da affrontare in pieno oceano. Giocano ovviamente anche le sue condizioni generali: 61 giorni di navigazione in completa solitudine, con micro-sonni di non più di venti minuti ogni paio d’ore, in condizioni climatiche estreme e sottoposto a continue sollecitazioni psicofisiche decisamente superiori al normale.
Nei prossimi giorni seguiranno aggiornamenti e sviluppi sull’avvicinamento a Fremantle, dove è previsto l’arrivo di Italia nella mattinata del 31 dicembre ora locale. E’ qui, in una delle “capitali” della vela mondiale, che ha visto due sfide italiane cimentarsi nella Coppa America nell’87 (Azzurra e un consorzio chiamato proprio Italia), che si sta attivando l’accoglienza e l’assistenza del navigatore italiano.