BRUXELLES – Con 546 voti favorevoli, 140 contrari e ventidue astenuti, il Parlamento europeo approva la proposta di Regolamento per l’accesso al mercato dei servizi portuali e la trasparenza finanziaria dei porti. Il relatore della proposta, Knut Fleckenstein di Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici (S&D, DE), si è dichiarato soddisfatto dopo quindici anni di discussione sulla politica europea dei porti. E’ un testo profondamente emendato rispetto a quello proposto nel 2013 dall’esecutivo Barroso, e diverso da quello dell’8 marzo 2016.
Per l’European Sea Ports Organization (ESPO) tali norme assicureranno una maggiore trasparenza finanziaria per le governance portuali in tema di finanziamenti pubblici. S’introduce l’obbligo per le Autorità portuali, oggi AdSP in Italia, di evidenziare i fondi pubblici ricevuti e di mostrare chiaramente i metodi per la definizione dei costi portuali sull’uso delle infrastrutture, oltre ad impiantare un sistema di accoglienza e gestione dei reclami dei passeggeri.
Il Regolamento tratta dei servizi portuali per il rifornimento di combustibile, movimentazione delle merci, servizi di dragaggio, ormeggio, trasporto passeggeri, pilotaggio, rimorchio e impianti portuali di raccolta di rifiuti navali. Si sono stabiliti i requisiti minimi per i fornitori di detti servizi e limitare il numero dei prestatori di tali servizi al fine di garantire la sicurezza e la sostenibilità ambientale dei porti. Tale Regolamento non amplia il campo di applicazione della direttiva 2014/23/Ue sull’aggiudicazione dei contratti di concessione. Ora, per il Parlamento Ue dare alle Autorità portuali il potere di negoziare e di sviluppare la propria politica tariffaria significa migliorare la competitività dei porti europei e la parità di condizioni tra di loro. Sembra quasi una contraddizione in termini con la legge di riforma portuale italiana di Delrio/Renzi.
Comunque, il nuovo Regolamento aveva incassato il parere positivo degli operatori portuali, compresi i fornitori di servizi portuali, dopo che il rischio di un’indiscriminata apertura di mercato sembra sia stata definitivamente evitata, con un documento firmato da FEPORT (Federation of European Private Port Operators), ESPO (European Sea Ports Organization), ETF (European Transport Workers’ Federation), EBA (European Boatmen Association ed EMPA (European maritime Pilots’ Association). Le nuove norme di tale Regolamento trattano anche delle attività di formazione per i fornitori di servizi portuali in materia di salute e sicurezza e comunque il tutto dovrà essere approvato dal Consiglio dell’UE.