GENOVA – Porto Italia e logistica come asse portante del progetto industria 4.0. È su questi concetti che ruoterà l’assemblea di Federagenti convocata per il primo dicembre a Roma. A svilupparli sarà il presidente della Federazione, Gian Enzo Duci, che a margine del recente Forum dello shipping di Genova ha sottolineato come la brusca accelerazione in atto nella crisi del mercato container, così come i cambiamenti in atto nell’economia globale, rendano indispensabile e urgente per l’Italia un cambio di passo.
La capacità di reazione dimostrata dal governo, in particolare con i ministri per lo sviluppo economico, Carlo Calenda, e dei trasporti, Graziano Delrio, al crack della compagnia coreana Hanjin, si legge in una nota di Federagenti, hanno fornito un segnale importante di “sensibilità” del paese a queste tematiche diventate emergenziali.
“Nel contempo hanno messo a nudo la fragilità del nostro sistema. Mentre in altri paesi, come Olanda, Germania, Francia si sono affermate forti strutture nazionali in grado di “gestire le crisi, ma anche di imporre interessi nazionali sul mercato mondiale, l’Italia – ha affermato Duci – appare sovraesposta e priva di soggetti in grado di confrontarsi con i colossi mondiali e imporre scelte di interesse per il nostro paese.
Di qui la necessità di ripensare a un grande “Porto Italia” come soggetto all’interno del quale possano svilupparsi rapidamente player nazionali in grado anche di convertire in positività e opportunità gli stress che attraversano il mercato mondiale”.