ROMA – Manifestazione libera del coordinamento nazionale dei marittimi “3 febbraio” per l’applicazione della Convenzione STCW nei soli requisiti minimi indicati dalla convenzione originale per rilascio e rinnovo delle certificazioni, ha portato molti marittimi nella capitale. Fra i tanti punti che i marittimi rivendicano, nel manifesto della Federmar Cisal si nota l’abolizione di tutte quelle azioni indicate nelle normative nazionali per cui a molti marittimi è stato tolto il certificato IMO o gli e stato declassato nonostante questi avessero rispettato o rispettino i requisiti minimi della Convenzione STCW.
Come pure, chiedono la totale rivalutazione del lavoro marittimo come altamente usurante, più volte riportato negli aggiornamenti INPS del gennaio 2012, e non considerato dalla finanziaria 2016 di Renzi. Sulla formazione professionale del personale marittimo, si rileva che l’Amministrazione di bandiera deve vigilare e dare disposizioni agli operatori e armatori nel rispetto delle norme ILO 2006.
Significa che le spese sulla formazione dovrebbero essere sempre a carico del datore di lavoro o in alternativa detraibili, perché si tratta di formazione professionale. E su questo punto, sia il Governo che Federmar Cisal concordano e sicuramente vi sarà un emendamento ad hoc da inserire nella nuova finanziaria. Per giusta considerazione, un lavoratore marittimo è definito (Codice della Navigazione) ogni persona che svolge, a qualsiasi titolo, servizio o attività lavorativa a bordo di una nave che ha ricevuto una formazione ed ha un certificato di competenza o di un certificato di addestramento o di una prova documentale, valida per l’Amministrazione.
E per questo che tutti rivendicano il “diritto di voto” al lavoratore marittimo; il marittimo, essendo un lavoratore atipico spesso in giro per il mondo, è impossibilitato a recarsi alle urne e pertanto il legislatore si deve attivare affinché possa espletare il proprio diritto di voto, magari per via e-mail e visto che il comandante di una nave esplica anche funzioni pubbliche giuridico/amministrative. Si spera! E intanto si marcia su Roma: “Non è una manifestazione contro qualcuno, ma per chiedere l’apertura di un tavolo comune”, ha sottolineato il comandante Luigi Scotto del coordinamento nazionale dei marittimi, oltre per evitare che la data del 31 dicembre 2016 cada sulla testa di questi lavoratori.
Sulle certificazioni, ricordiamo, come risulta dall’ultimo incontro sindacati/Mit, che tutti coloro i quali prenotano i corsi per l’adeguamento a Manila 2010 non avranno l’obbligo dello sbarco al 31 dicembre 2016, ma potranno continuare l’imbarco fino al 31 marzo 2017.
Abele Carruezzo