La Convenzione Stcw: Comandanti e Direttori di macchina tornano a scuola

ROMA – Doveva essere una semplice con il solo scopo di stabilire gli standard formativi “minimi”di addestramento, abilitazione e tenuta della guardia per i e validi per tutti gli Stati membri IMO. Dopo l'adeguamento internazionale sulle certificazioni per tutti i marittimi imbarcati su navi, le varie Amministrazioni statali  un po' di confusione l'hanno creata.

Le responsabilità di una simile confusione tra percorsi formativi e certificazioni si stanno rimbalzando tra il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ed il Comando Generale del Corpo delle Capitanerie.

Infatti, dopo tante circolari esplicative e tanto  “scrivere” sui social e sui blog dedicati, finalmente  il confronto si sta spostando sui tavoli governativi, cercando di superare una simile emergenza: il rinnovo e adeguamento certificazioni professionali entro il primo gennaio 2017. Per evitare confusioni, i marittimi possono leggere la circolare emanata ieri dal Mit e di conseguenza il comunicato stampa della Fit-Cisl a firma del suo coordinatore nazionale Giovanni Olivieri. “La circolare emanata ieri dal Mit dimostra che al peggio non c'è fine.

Al termine del 2016 ci troveremo con un grande numero di marittimi che non potranno lavorare a causa di un eccesso di burocrazia nato in seguito agli emendamenti di Manila alla convenzione Stcw”, con queste parole Giovanni Olivieri, Coordinatore nazionale della Fit-Cisl per il Trasporto marittimo, commenta la circolare emanata ieri dal Ministero dei Trasporti relativa all'applicazione degli emendamenti di Manila alla Stcw, la Convenzione internazionale sugli standard di addestramento, abilitazione e tenuta della guardia per i marittimi.

“Riepilogo la vicenda perché è esemplare – spiega Giovanni Olivieri – L'Italia è arrivata con quattro anni di ritardo all'adeguamento delle certificazioni per i propri marittimi, le quali in base agli emendamenti di Manila sono indispensabili per poter lavorare a partire dal 1 gennaio 2017. Come Fit-Cisl già abbiamo denunciato questo ritardo più volte e in tutte le sedi e anche molte società di navigazione hanno espresso preoccupazione per queste lentezze perché rischiano di non poter più imbarcare marittimi italiani dall'anno prossimo”.

Prosegue il Coordinatore nazionale: “A questo caos si aggiunge l'ultima beffa: ieri il Mit ha emanato una circolare che obbliga i comandanti e i direttori di macchina già in possesso del titolo a frequentare corsi direttivi da 300 e 570 ore per poter continuare a lavorare. Quello che ci chiediamo è: come troveranno il tempo per frequentare? Quanto costerà agli armatori la frequenza di questi corsi? È utile che comandanti e direttori di macchina di lunga esperienza seguano corsi in cui si riparte dalle basi della professione? Perché l'Italia è l'unico Paese che ha adottato simili misure?”.

”Chiediamo al Mit – conclude Giovanni Olivieri – di rivedere la sua circolare e siamo pronti a ogni azione per contrastare l'applicazione di tali anacronistiche direttive, che favoriscono soltanto il personale straniero, perché le navi non si possono fermare”. Tutto questo porterà comandanti, direttori di macchina e marittimi abilitati a percorrere un “girone dantesco” dei titoli e delle varie certificazioni. Forse l'Italia, con la sua “buona scuola”, non trova equiparazione tra istruzione e formazione nautica/marittima?