ANCONA – La Regione Marche, prima e unica del Mediterraneo, sta studiando modelli alternati al tradizionale fermo pesca – che ogni anno blocca l’attività delle marinerie per più di un mese – in quanto nei prossimi anni la Commissione europea non destinerà più fondi per questa misura. Se ne sta occupando la Commissione tecnico scientifica regionale per la pesca.
Nell’ambito del progetto EcoSea (che vede la collaborazione di sei Regioni italiane, due Contee croate e l’Albania), le Marche hanno individuato un modello bioeconomico che consente di delineare anticipatamente scenari e impatti sulle attività ittiche. L’idea è quella di non sospendere tutta la pesca, ma le attività in alcune aree. Con il modello ideato è possibile stimare preventivamente gli effetti, sociali ed economici, di ciascuna scelta e valutare soluzioni alternative al fermo pesca.
“Nasce un modello marchigiano di gestione delle risorse ittiche unico nel Mediterraneo – ha commentato l’assessore alla Pesca Manuela Bora -. Un modello avanzato, ideato dall’Università di Copenaghen per il Mare del Nord, che noi vogliamo tarare per i nostri mari, in collaborazione con i partner del progetto EcoSea”.