GENOVA – Bene la riforma portuale ma serve uno strumento che renda più celere la realizzazione delle opere infrastrutturali. E’ il giudizio sulla riforma che entrerà in vigore il 15 settembre espresso dal presidente di Assoporti Pasqualino Monti, nell’ambito del convegno “Port crash” svoltosi a Genova.
“Finalmente – ha detto Monti – in un momento complicato come il nostro c’è una legge che anzichè complicare le cose le semplifica. Chi domani sarà chiamato alla guida dei porti avrà a disposizione uno strumento molto più agevole per attrarre traffico e intercettare mercati. Il lavoro però non è finito perchè abbiamo l’esigenza più che mai di comprendere, quando a livello centrale si deciderà quali infrastrutture sono strategiche per il Paese anche in termini di intermodalità, come dare gli strumenti a chi sarà chiamato a realizzarle per farle in tempi brevi”.
“Noi oggi – ha aggiunto Monti – siamo ancora soggetti a dei limiti temporali troppo ampi. L’attuale codice degli appalti seppur riformato potrebbe essere affiancato da uno strumento che vada in deroga a determinate norme per rendere la realizzazione di quell’opera strategica”.
Il presidente di Assoporti ha fatto l’esempio del porto di Civitavecchia: piano regolatore approvato dal consiglio comunale nel 2003, l’approvazione finale con l’ultima delibera regionale dopo quelle nazionali è arrivata nel 2012, dopo nove anni. “Il mercato in quel momento è cambiato e lo strumento urbanistico è inadeguato”.