CATANIA – Maggiore condivisione per evitare il disimpegno delle risorse, con strategie di sviluppo che partono dal basso coinvolgendo tutti gli attori del territorio: sono queste le “leve” del FEAMP 2014-2020, lo strumento finanziario dell’UE per i settori della pesca e dell’acquacoltura, presentato ieri a Catania dal sottosegretario alla Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Giuseppe Castiglione, dal direttore generale della Pesca Marittima e dell’Acquacoltura del MIPAAF Riccardo Rigillo e dal dirigente della direzione generale della Pesca del Ministero Marco Rossitto.
Il nuovo piano prevede quattro obiettivi strategici: promuovere la competitività delle Pmi del settore; sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di CO2; tutelare l’ambiente e promuovere l’uso efficiente delle risorse, l’occupazione sostenibile e di qualità; supportare la mobilità dei lavoratori. Punti questi contenuti nell’Accordo di Partenariato, approvato il 29 ottobre 2014 dai servizi comunitari e poi condivisi, in fase preliminare, con le Regioni e le Province autonome per la ripartizione percentuale delle risorse finanziarie a valere sul Programma.
Presenti al convegno, moderato dal giornalista Luca Ciliberti, anche l’assessore all’Agricoltura, Sviluppo rurale e Pesca della Regione Siciliana Antonello Cracolici, che ha sottolineato come «il mondo della pesca stia cambiando: il FEAMP offrirà l’opportunità di rilanciare un’attività storica della nostra Isola che occupa attualmente migliaia di siciliani. La Regione si sta attrezzando per partecipare ai primi bandi che consentiranno anche di valorizzare la funzione del pescatore a terra. Bisogna utilizzare il Fondo come strumento di integrazione al reddito: abbiamo 1.300 km di costa e la nostra capacità deve essere quella di sfruttarla al meglio».
A seguire è intervenuto il Sindaco di Catania Enzo Bianco, che ha proposto anche il coinvolgimento dell’Anci per valorizzare nel periodo di fermo biologico i borghi marinari, «grande opportunità per il Paese, per la Sicilia e per città di mare come Catania». «Nella nuova programmazione – ha sottolineato il dirigente generale del dipartimento della Pesca Mediterranea della Regione Siciliana Dario Cartabellotta – si punta soprattutto al valore pedagogico del pescatore: questo mestiere non si impara sui libri, ma viene tramandato di generazione in generazione. Le risorse stanziate devono generare valore aggiunto: pescare di meno, ma pescare meglio».
Per garantire un’attuazione coordinata degli interventi finanziati dalle misure del FEAMP e assicurare omogeneità a tutti i soggetti coinvolti, l’Amministrazione centrale e le Amministrazioni regionali e provinciali hanno predisposto l’Accordo Multiregionale, che è stato già ratificato in sede di Conferenza Stato-Regioni. Gli obiettivi del FEAMP per Riccardo Rigillo «saranno legati all’attuazione delle priorità. Al raggiungimento degli step intermedi è subordinata l’erogazione del 6% dello stanziamento delle risorse del Fondo che la Commissione trattiene in via precauzionale».
Si è soffermato invece sull’analisi della precedente programmazione il dirigente Marco Rossitto: «Vogliamo evitare quanto accaduto negli anni passati e cioè il disimpegno automatico delle risorse comunitarie destinate alle Regioni. Il prossimo passo sarà adesso l’attivazione del Tavolo istituzionale per assicurare il coordinamento strategico e operativo ai vari livelli. La realizzazione delle strategie di sviluppo locale prevede anche un approccio dal basso con gli attori del territorio che devono costituirsi in partenariati pubblico-privati denominati FLAG (Gruppi di azione locale della pesca) per definire le strategie di sviluppo e garantire l’innescarsi di meccanismi virtuosi. Inoltre, è prevista anche l’istituzione di una Rete FLAG che l’Amministrazione centrale intende creare, mediante utilizzo di proprie risorse, quale strumento di coordinamento e condivisione per fornire informazioni, orientamenti, modelli di riferimento, consulenza, sull’attuazione delle Strategie di Sviluppo Locale».
«Vogliamo che la nuova programmazione – ha concluso il Sottosegretario Castiglione – faccia tesoro degli errori passati: dobbiamo evitare che parte dei fondi non vengano spesi. Punta a questo la verifica dell’andamento del Programma prevista nel 2018. La parola chiave della nuova programmazione – ha aggiunto – deve essere condivisione, per riuscire anche ad utilizzare le risorse che gli altri Paesi non riusciranno a spendere. Sono fondi importanti destinati a un settore che vuole ripartire e riaccendere la speranza. Vogliamo lasciarci alle spalle l’immagine del pescatore che abbandona sulla banchina il proprio pescato invenduto. Per questo bisogna guardare ai giovani e investire sull’imprese, affinché possano utilizzare gli strumenti messi a loro disposizione per diventare moderne e competitive nel Mediterraneo».